Camera, audizioni rappresentanti tabaccai: 'Aggi fermi da oltre 30anni'
Nelle audizioni presso la commissione Finanze della Camera dei rappresentanti dei tabaccai sul tema della fiscalità e sul regime concessorio dei tabacchi emerge la crescente crisi del settore.
Inizia sottolineando l'unicità della rete delle tabaccherie "non solo per il forte radicamento sul territorio, ma anche per la sua connotazione di sussidiarietà a servizio del Paese", l'audizione di Demetrio Cuzzola, direttore dell'Unione italiana tabaccai presso la commissione Finanze della Camera, oggi, 18 settembre 2024.
L'opportunità è data dall’"indagine conoscitiva sulla fiscalità e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti da fumo di nuova generazione" che la commissione sta portando avanti da tempo. Un discorso che, visti gli interlocutori, non può non toccare anche il tema del gioco pubblico.
Cuzzola ricorda "la capillarità della presenza sul territorio" delle tabaccherie, illustrando un settore che oggi "vive un delicato momento della sua storia imprenditoriale con una sempre più crescente crisi" dovuta a un decremento della vendita di tabacco lavorato (negli ultimi 15 anni si è registrato un calo da circa 120 milioni di kg commercializzati a poco più di 61 milioni di kg), con "una netta diminuzione della pedonabilità in tabaccheria che determina, di conseguenza, una diminuzione netta della vendita di beni consentiti".
"Sulla offerta dei Giochi consentiti in tabaccheria (lotto e lotterie istantanee), anche questi sottoposti ad aggio, l’utile lordo è pari all’8 percento", spiega Cuzzola, con "l’offerta relativa ai giochi, altra entrata di una tabaccheria, è gestita da società private che agiscono in concessione dello Stato. Per quest’ultimo la stessa Concessione data alle Rivendite costituisce una consolidata rete vendita del cosiddetto 'gioco fisico' ben distribuito sul territorio."
Spiega Cuzzola che "nell’ultimo periodo si sta verificando un triste fenomeno messo in atto dai citati concessionari che vede i rivenditori sottoposti ad un paventato obbligo di contratti cosiddetti “accessori” rispetto a quello madre che concede l’utilizzo del servizio offerto. Tali contratti extra determinano un ulteriore esborso economico da parte del rivenditore che si aggira tra 160 e 180 euro, oltre Iva, mensili. L’eventuale non accettazione comporta un recesso monolaterale del contratto con notevole perdita di incasso da parte del rivenditore."
"Altro punto dolens", spiega Cuzzola, "si riscontra nell’obbligo dell’accettazione dei pagamenti con Pos anche per la vendita dei Generi di Monopolio che comporta un ulteriore danno economico alle già ridotte entrate dei Rivenditori considerando le commissioni di transazione applicate che, nella migliore delle ipotesi incide per l’uno percento sull’aggio fisso dell’8%. Da sottolineare che tale esborso non è spalmabile sulle vendite in quanto trattasi di prodotti a costo fisso determinato a monte. Tale obbligatorietà determina un ulteriore imbarazzo per il rivenditore relativamente ai pagamenti del gioco con la drastica riduzione di contante nelle casse della Rivendita."
Per questo, spiega il rappresentante dei tabaccai, "si ritiene indispensabile un aumento dell’aggio sulle vendite dei tabacchi lavorati. Tale aumento è plausibile e si ritiene fattibile nella percentuale minima del 2 percento che porterebbe al 12 percento l’attuale aggio sui tabacchi lavorati e al 10 percento sulla raccolta dei giochi."
Tocca il tema del gioco anche Mario Antonelli, rappresentante della Fit, Federazione italiana tabaccai, secondo il quale "non si può ragionare di stato di salute della categoria senza considerare anche il comparto dei giochi e fra questi prima di tutto il gioco del Lotto", ricordando che "le rivendite di tabacchi, data la loro peculiarità, non sono paragonabili a nessun’altra attività commerciale che effettua la raccolta di altre tipologie di gioco pubblico."
Proprio in merito al gioco del Lotto, Antonelli spiega come "l’aumento esponenziale delle estrazioni, unitamente all’introduzione delle ulteriori formule di gioco complementari al Lotto varate dall’Agenzia delle dogane e monopoli, hanno amplificato gli oneri gestionali imponendo alle tabaccherie l’impiego a tempo pieno di una risorsa per l’espletamento delle operazioni di raccolta", sottolineando come "da quasi trent’anni l’aggio a favore dei rivenditori dei biglietti è rimasto immutato, benché sulla gestione dell’attività gravitino costi ed oneri sempre maggiori, in parte riconducibili alle modifiche tecniche, normative e contrattuali nel frattempo introdotte."
E toccando il tema del riordino aggiunge che "è sicuramente noto che il primo atto di riordino si è concretizzato con l’emanazione del decreto legislativo che, ad aprile scorso, ha disciplinato l’offerta di gioco per il canale a distanza, cosiddetto decreto Pvr (d. lgs n.41 del 25/03/2024). Rimane, tuttavia, sul tavolo la questione, indubbiamente più articolata e complessa, del riordino del gioco raccolto su base fisica che impone intrinsecamente la risoluzione di problematiche più delicate quali il contemperamento delle esigenze degli operatori con quelle connesse alla salute dei giocatori, generalmente avanzate da Regioni ed enti locali."
"L’auspicio della categoria è che il legislatore opti per l’affidamento della gestione e della raccolta del gioco a reti professionali e qualificate, che possano garantire i massimi livelli di garanzia e sicurezza: da una parte i tabaccai ricevitori, in qualità di concessionari diretti dello Stato, dall’altra le reti specializzate e generaliste, dietro possesso di requisiti soggettivi e oggettivi specificamente individuati. In tale ottica è necessario superare strumenti anacronistici, a cui troppo spesso regioni ed enti locali hanno fatto ricorso nell’ultimo decennio, che hanno il solo effetto di contrastare e finanche espellere dai vari territori l’offerta di gioco legale, con un incalcolabile pregiudizio sia per gli operatori, lato occupazionale, che per lo Stato, in termini di entrate erariali. La perdita di giochi come apparecchi da intrattenimento e corner scommesse, infatti, determinerebbe la perdita di una parte importantissima di redditività".
Aggiunge in conclusione Antonelli che "la contrazione dell’offerta legale comporta un’espansione delle reti illegali, generalmente gestite dalla criminalità organizzata, con evidenti conseguenze negative sulla salute dei giocatori i quali, a dispetto dell’interesse primario che si voleva raggiungere, verrebbero inevitabilmente lasciati senza alcun supporto."
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