Il gioco pubblico insegue (ancora) la Stabilità
La Legge di Stabilità per il 2016 dovrà arginare i problemi creati da quella per il 2015. Sarà così?
Se il comparto del gioco pubblico è da sempre abituato a colpi di mano da parte del governo provenienti dalle manovre finanziarie e in maniera generalmente repentina, con la Legge di Stabilità per il 2015 è arrivato un autentico colpo di grazia, almeno per il comparto degli apparecchi da intrattenimento. Con i 500 milioni imposti alla filiera come una sorta di imposta straordinaria, da versare entro il prossimo 31 ottobre, che rischiano di portare il settore al default, come denunciato più volte dagli operatori. Ma quello che lo Stato ha tolto con la Manovra per il 2015 dovrà recuperarlo, in un modo o nell'altro, con quella per il 2016: pena la scomparsa del settore, tenendo conto che il segmento degli apparecchi rappresenta oltre la metà dell'intero mercato del gioco nazionale. E lo sanno bene a Palazzo Chigi, come si evince dalle dichiarazioni del sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, nell'intervista concessa alla rivista Gioco News, che sembra lasciar intendere un intervento riparatore nella prossima Stabilità. I rischi, però, li conoscono tutti. Sia da un lato che dall'altro. Nonostante la soluzione debba essere trovata per tutelare lo Stato prima delle imprese del comparto - tenendo conto che il prelievo straordinario è stato imposto in maniera palesemente scomposta, approssimativa e inevitabilmente deleteria - e, quindi, le casse nazionali, visto che le proiezioni di raccolta erariale e tributaria provenienti dalle slot sembrano precipitare vertiginosamente nell'anno corrente, facendo perdere proventi per importi pari almeno agli stessi 500 milioni eventualmente presi in via straordinaria e forse anche qualcosa in più. Sempre se questi soldi arriveranno, poi, tenendo conto dei diversi contenziosi messi in piedi dagli operatorie dai rischi di incompatibilità con le norme Ue della stessa misura fiscale.