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Bando gioco online: stand still a rischio slittamento in Commissione Ue

03 ottobre 2024 - 11:45

Bando gioco online: stand still a rischio slittamento in Commissione Ue

(Foto: @Gn Media)

(Foto: @Gn Media)

Il count-down è partito da tempo. O, meglio, dallo scorso 17 luglio, quando il Ministero delle imprese e del Made in Italy (attraverso la Divisione “Normativa tecnica - Sicurezza e conformità dei prodotti, qualità prodotti e servizi ”del Dipartimento Mercato e Tutela) di concerto con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha depositato in Commissione europea le regole tecniche relative al bando per il rinnovo delle concessioni di gioco online, ai sensi della direttiva (UE) 2015/1535. Fissando la scadenza dello stand-still trimestrale al successivo 18 ottobre 2024. Ma ora, a quindici giorni dal giro di boa, arrivano le prime osservazioni da parte di soggetti terzi, che potrebbero far prolungare il termine di un mese ulteriore.

Secondo le norme comunitarie, infatti, chiunque può presentare le proprie osservazioni a una norma tecnica sottoposta al vaglio della Commissione. Semplicemente attraverso il sito web del servizio Tris (Il sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche), dove soggetti pubblici o privati possono condividere le proprie opinioni su qualsivoglia notifica. I contributi vengono accettati solamente entro le 23:59 della data di termine del periodo sospensivo. Anche se la Commissione suggerisce di presentare le proprie osservazioni “almeno un mese prima della fine del periodo sospensivo per assicurarsi che sia debitamente considerata tenendo conto del tempo necessario per l'esame e l'elaborazione interna”. Con i contributi che verranno pubblicati integralmente ma solo al termine della procedura.
Quello che accade, una volta ricevute osservazioni dalle parti interessati, è l'avvio di una procedura di valutazione interna che potrebbe portare la Commissione stessa a chiedere ulteriori chiarimenti all'autorità mittente del provvedimento, disponendo un rinvio di almeno trenta giorni della scadenza, per concedere il tempo necessario alla risposta e agli eventuali adeguamenti. Quindi, nel caso in cui dovesse avvenire questo passaggio, vorrebbe dire che lo stand-still delle regole tecniche italiane verrebbe prolungato almeno fino al prossimo 18 novembre. Tuttavia, la Commissione potrebbe anche ritenere non meritevoli di approfondimenti le richieste pervenute dalle parti interessati o comunque non sufficienti a far slittare la scadenza, procedendo con i termini già prefissati.
In questo caso però, secondo quanto apprende GiocoNews.it da fonti istituzionali, oltre ad alcune segnalazioni provenienti da soggetti privati, nel caso delle regole tecniche italiane sul gioco online ci sarebbero anche delle richieste di chiarimenti provenienti da alcuni Stati Membri. In particolare, a necessitare approfondimenti, secondo alcuni stakeholder, è la parte relativa ai fornitori di servizi “b2b” prevista nella procedura di gara, che non risulterebbe sufficientemente chiara, in quanto diversa dalla precedente disciplina di AdM e al tempo stesso diversa dalle regole adottate da altri paesi dell'Unione e da altri regolatori. Tale punto è emerso chiaramente anche in occasione del recente panel organizzato da questa testata all'interno dell'Sbc Summit di Lisbona, al quale hanno partecipato, come uditori, anche alcuni rappresentanti di regolatori esteri, proprio alla ricerca di alcuni chiarimenti sulle nuove tegole tecniche italiane, anticipando le proprie intenzioni di richiedere approfondimenti tramite Tris. Un passaggio, questo, che potrebbe quindi far slittare lievemente i tempi di emanazione della gara.

Come funziona l'iter del bando
Come spiegato in precedenza, per poter procedere con i passaggi successivi che poteranno al bando gara per il gioco online, oltre al via libera da parte del Consiglio di Stato (atteso nelle prossime ore), il Ministero dell'Economia italiano non potrebbe passare alla fase successiva prima di ottenere l'ok da parte di Bruxelles. Anche se, in realtà, l’Italia potrebbe comunque decidere di procedere lo stesso con la gara, una volta avuto il via libera del Consiglio di Stato (questo sì, effettivamente ostativo), anche con la procedura europea ancora aperta, per poi eventualmente riservarsi la facoltà di intervenire successivamente con eventuali modifiche se richieste dalla Commissione. Una parziale forzatura, questa, che comunque era stata già utilizzata in precedenza per altri provvedimenti quando la loro adozione era ritenuto urgenze. Anche se in questo caso è difficile immaginare che il regolatore possa procedere in tal senso, soprattutto di fronte a osservazioni potenzialmente delicate come quelle che i regolatori stavano pensando di avanzare. Per il momento, tutto è ancora da definire e l'attenzione principale del regolatore italiano è rivolta verso Palazzo Spada: mentre nelle prossime due settimane si potrà capire cosa accadrà effettivamente in Europa.

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