Dopo la proroga, da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, dei termini per l'iscrizione all'albo dei Punti vendita ricariche per il gioco online al 26 novembre, facendo così slittare di una settimana la scadenza originaria del 18 novembre, arrivano i primi commenti da parte degli operatori.
Quello più ampio ed esaustivo arriva da Pasquale Chiacchio, presidente di Agsi - Associazione gestori scommesse Italia: “Abbiamo chiesto al direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, il differimento dell’entrata in vigore del limite di ricarica settimanale di 100 euro in contanti di ogni singolo conto di gioco online già attivo. Riteniamo importante tale rinvio, per un periodo significativo ,per poter consentire a tutti ( Adm, concessionari, gestori, esercenti Pvr) il 'giusto tempo' al fine di comunicare ai milioni di titolari di conto gioco online tale cambiamento”.
Diversamente, rimarca Chiacchio, “si rischia una paralisi totale con migliaia di clienti già contrattualizzati ma non informati che, sentendosi disorientati, affollerebbero i Pvr e i negozi dei giochi legali richiedendo chiarimenti e sollevando dubbi, con una possibile fuga verso i mercati paralleli illegali. Per questo motivo abbiamo chiesto un periodo transitorio ed una adeguata informazione istituzionale da parte di Adm e da parte dei concessionari , per accompagnare i consumatori verso l’applicazione delle nuove regole. Con il confronto costruttivo,con il buon senso, si sono sempre raggiunti risultati significativi nell’interesse di tutti”.
Maurizio Ughi, storico operatore del settore, dal canto suo afferma: “Adm attribuisce la motivazione dello spostamento del termine di iscrizione all’albo fino al 26 anche ai problemi di accesso al portale dell’Agenzia. La proroga comunque consente di avere quel margine di tempo in più sia per l’iscrizione all’albo sia per mantenere l’attività di Pvr a quei soggetti che non si iscriveranno o non si potranno iscrivere entro il 26 novembre”.
Ma per alcuni, che al momento hanno preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali, non è la proroga che fa la differenza, ma la mancanza di chiarezza su alcuni punti della determina. A cui si aggiunge il fardello burocratico e il peso economico che grava sugli operatori.
Senza dimenticare che per il 4 dicembre è fissata l'udienza nella quale il Tar Lazio è chiamato a pronunciarsi sui ricorsi per la sospensione della determinazione direttoriale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che ha istituito l'Albo dei Pvr, presentati da più operatori.
A offrire il punto di vista dei tabaccai dotati di ricevitoria interviene Pasquale Genovese, presidente della Uit - Unione italiana tabaccai.
“Riteniamo che il decreto di Adm che ha istituito l'albo dei Punti vendita ricariche abbia una logica e lo approviamo in quanto fa chiarezza su un mondo inflazionato, e sicuramente con la creazione di un registro si dà contezza di chi opera dietro a un Pvr.
Ma siamo anche perplessi, per ciò che concerne la nostra categoria, in quanto i tabaccai di per sé sono già censiti in quanto concessionari di Stato.
Inoltre, viene chiesto il pagamento di 100 euro per l'iscrizione per il 2024, ma di fatto per un mese e quattro giorni, introducendo un ulteriore carico economico per una categoria già vessata rispetto agli utili dell'attività che svolgono al servizio dello Stato.
Quindi, ancora una volta, si assiste all'ennesimo pasticciaccio all'italiana.”
Giusto è stato concedere una proroga, visti “i 18 giorni concessi per l'iscrizione attraverso una piattaforma di cui erano noti già crash, con tempi troppo risicati per gli adempimenti previsti. Ma sarebbe stato meglio partire direttamente dal 2025”, prosegue Genovese. “Siamo fiduciosi che la Direzione Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli terrà conto della discrasia messa in atto nei confronti dei tabaccai e che vi porrà rimedio.
Sarebbe bastata una semplice dichiarazione dei tabaccai per attestare la presenza di un Pvr, ovviamente dimostrando di non avere pendenze fiscali, o al casellario giudiziario, considerando che la maggior parte dei concessionari hanno punti vendita ricariche riferibili a concessionari dello Stato italiano.”