Bando gioco online: pronta la bozza per il Consiglio di Stato, attese oltre 50 concessioni
Proseguono i lavori sul bando per l'assegnazione delle concessioni di gioco online la cui pubblicazione è attesa entro la fine dell'anno: da AdM pronto il testo che andrà al vaglio di Palazzo Spada.
Tutto pronto per il prossimo passo verso l'attesissima gara per le nuove concessioni di gioco online che dovrà avvenire entro la fine dell'anno corrente. Come specificato dal Direttore centrale dei giochi di AdM, Mario Lollobrida, in occasione degli Stati Generali dell'Agenzia, l'autorità ha già predisposto le bozze per tutti i commi dell'articolo 15 della Delega Fiscale che ha dato il la al nuovo mercato: ma prima di procedere con l'emanazione formale dei vari provvedimenti attuativi, il regolatore attende di affinare i contenuti in seguito a un ulteriore confronto con gli operatori del comparto, oltre a valutare gli sviluppi attorno all'altro pezzo di riordino del gioco, ovvero quello del terrestre, in cui la quadratura del cerchio è da ricercare con Regioni e Comuni, al fine di garantire il mantenimento di un equilibrio nell'offerta di gioco di Stato. Nel frattempo però dovranno partire nei prossimi giorni due provvedimenti propedeutici per la pubblicazione del bando: in primis, quello per il Consiglio di Stato, chiamato come da normativa a una valutazione tecnico-formale sull'emanazione di una gara relativa alle concessioni pubbliche, mentre l'altro è quello più squisitamente tecnico, che dovrà partire alla volta di Bruxelles per essere sottoposto all'attenzione della Commisione e dei vari Stati Membri, al fine di verificare e garantire la libera circolazione di beni e servizi all'interno dell'Unione, come previsto dal diritto comunitario. In entrambi i casi i testi sono ormai ultimati e dovrebbero essere inoltrati nelle prossime ore.
Le aspettativa sulla gara
Secondo gli analisti, conti alla mano, sarebbero circa 30 i gruppi di gaming in grado aggiudicarsi la concessione da 7 milioni di euro prevista dal decreto legislativo del ministero dell’Economia. Ognuno dei quali, tuttavia, potrà aggiudicarsi più di una licenza. Al punto che il Ministero ha stimato l'assegnazione di almeno 50 concessioni, che consentirebbero un introito diretto per lo Stato di almeno 350 milioni di euro. Numeri che, se confermati, rischierebbero comunque di escludere dal prossimo mercato oltre 30 marchi, tra piccoli e medi, ad oggi esistenti. Attualmente, infatti, ci sono 83 società concessionarie autorizzate a offrire gioco online in Italia, 53 italiane e 30 estere (24 con sede a Malta, le altre tra Bulgaria, Danimarca, Francia, Regno Unito, Slovenia e Cipro). Per un totale di ben 460 siti di gioco online (di cui 360 in capo a concessionari italiani), come riportato in uno studio recente della Cgia di Mestre sul settore. Questo perché, fino ad oggi, era possibile utlizzare il meccanismo delle cosiddette “skin”, in grado di “moltiplicare” le concessioni su più siti di gioco. Mentre ora, come detto, non sarà più possibile ricorrere a tale strumento. E l'unica possibilità, per gli operatori, per promuovere più brand è di acquisire più licenze, con il massimo fissato dalla nuova legge a cinque concessioni ciascuno. Per questa ragione, nonostante le varie criticità sollevate da più parti all'interno dell'industria relativamente al costo di licenza, ritenuto eccessivo, ci si attende una partecipazione ampia alla gara: secondo indiscrezioni raccolta da GiocoNews.it, in effetti, oltre al rinnovo da parte dei gruppi leader nel settore, la maggior parte dei quali detiene già oggi più di una concessione che dovrebbe essere confermata, esistono anche società titolari di una sola concessione che avrebbero già manifestato l'interesse di acquisirne più di una e in qualche caso di passare addirittura a quota cinque, cioè il massimo consentito. Questo potrebbe consentire allo stato un “bilanciamento”, almeno in termini finanziari, rispetto alle possibili uscite dal mercato.
Nonostante la complessità della normativa e i tanti oneri da rispettare per assumere e mantenere lo status di concessionario, l’Italia resta in effetti una delle destinazioni preferite per gli operatori di gioco online. Del resto occorre anche tenere conto che il costo dei 7 milioni di euro a titolo di una tantum per singola concessione online, è stato stimato dall'Agenzia sulla base dei compensi relativi all’anno 2022 con un mercato che nel frattempo è cresciuto del 13 percento in ragione d’anno. E che anche nell'anno corrente dovrebbe confermare una crescita ulteriore del 10 percento, che gli analisti stimano di poter essere confermata e, addirittura, superata, anche negli anni successivi. Ed è in questo contesto che occorre valutare l’ammortamento dell’una tantum di 7 milioni di euro sui 9 anni di concessione.
La grande corsa dell'online
Il settore del gioco online continua infatti la sua corsa, in termini di spesa (cioè la differenza tra raccolta e vincite): Se nel 2020 la crescita registrata era stata del 45 percento, nel 2021 era aumentata di quasi il 40 percento, sia pure per effetto del Covid. Ma anche nel 2022 la spesa era cresciuta di un altro 5 percento, toccando i 3,9 miliardi di euro, con circa 1 miliardo di introiti per lo Stato, per poi proseguire con il trend positivo sopra descritto. Ecco quindi che, nonostante lo spostamento del mercato e la parziale concentrazione attorno a un numero “ristretto” di operatori, alcuni gruppi potrebbero optare per l'aggiudicazioni di più concessioni anche per acquisire un asset ulteriore, tenendo conto del possibile valore futuro della licenza, che potrebbe anche toccare cifre superiore. Tenendo anche conto del fatto che il testo attuale di leggere propone il mantenimento dell'imposizione durante il periodo di validità delle concessioni.
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