Toni accesissimi ieri, 17 gennaio, in commissione Cultura alla Camera, nel corso dell'esame della proposta di legge presentata dal deputato del Partito democratico, Mauro Berruto, per la destinazione dei fondi derivanti dalle scommesse sportive alla promozione sportiva, alla presenza del ministro per lo Sport Andrea Abodi, invitato in commissione proprio da Berruto nei giorni scorsi.
Dopo la presentazione degli emendamenti, tra i quali uno di un rappresentante della maggioranza, Marco Perissa (FdI), che propone di "promuovere la lotta alla ludopatia attraverso lo sport" sottoscritto da tutti i capigruppo, frutto, da quanto riportano i presenti, di una lunga mediazione, l'intervento del ministro Abodi spariglia le carte della commissione.
Abodi, infatti, esprime subito e senza mezzi termini il suo parere contrario su tutte le proposte emendative presentate sul provvedimento in esame. In particolare ritiene che la proposta di legge in esame rappresenti "un intervento asistematico rispetto alla recente approvazione di uno schema di decreto legislativo, da parte del Consiglio dei ministri, che introduce disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza", misura che, spiega il ministro, "rappresenta il quadro regolatorio nazionale della disciplina dei giochi pubblici ammessi in Italia". Nel merito degli emendamenti aggiunge Abodi che "il parere contrario espresso sulle proposte emendative presentate è dovuto anche alla sussistenza di profili di incompatibilità con la finanza pubblica".
Parole che scatenano l'ira del deputato di Berruto, che dopo mesi di attesa per l'esame della proposta di legge da lui presentata vede vanificarsi il lavoro svolto. In un lungo intervento, il deputato Dem stigmatizza con forza i numerosi rinvii dell’esame della proposta di legge a sua prima firma che, ricorda, è stata esaminata da ultimo nella seduta del 31 ottobre evidenziando come il Ministro "abbia piuttosto preferito fare pubbliche dichiarazioni alla stampa che andavano in senso diametralmente opposto a quella del provvedimento all’esame della Commissione."
"In particolare", continua Berruto, "il Governo, esprimendo parere contrario su tutte le proposte emendative e, di fatto, costringendo il collega Perissa a ritirare l’emendamento sottoscritto da tutti i capigruppo e frutto di una faticosa mediazione, abbia voluto distruggere il lavoro unitario che la Commissione ha svolto in questi mesi nella lotta alla ludopatia. Pur comprendendo come il Ministro Abodi abbia dovuto svolgere il suo ruolo portando avanti le istanze del Governo, stigmatizza che la conclusione odierna dell’iter del provvedimento impedisce, di fatto, al Parlamento di esercitare le proprie prerogative legislative, sottolineando che le opposizioni, pur quando si mostrano disponibili a collaborare, non possono essere trattate come pupazzi."
Entrando nel merito della preannunciata decisione del ministro Abodi di "destinare i proventi delle scommesse alle società di calcio di serie A", continua Berruto, "operazione che peraltro potrebbe, con uno slogan, essere descritta come 'togliere ai ricchi per dare ai ricchissimi' ", ribadisce "la gravità di quanto accaduto nella giornata odierna, anche dal punto di vista della correttezza dei rapporti istituzionali, dal momento che nessuno è stato informato del ritiro dell’emendamento frutto dell’accordo tra maggioranza e opposizione", sottolineando che "oggi a perdere è forse l’opposizione ma certamente è perdente il modello di sport sociale che la proposta di legge aveva in animo, essendo volta a prevedere una serie di iniziative ed interventi e indicando una serie di priorità condivise da tutti."
E chiude chiedendosi "se in prospettiva non toccherà proprio al Ministro Abodi il destino di dover lasciare la propria poltrona probabilmente per gli stessi meccanismi che oggi impediscono alla commissione Cultura di approvare la proposta di legge a sua prima firma", aggiungendo di "attendere con pazienza tale evento". Ribadendo quindi "un forte disappunto e sdegno circa il comportamento del Ministro Abodi" dichiara l’intenzione di non voler continuare a condividere neanche la stessa Aula. E continuando a protestare in direzione del ministro, meritandosi anche il richiamo del presidente, si alza ed esce. Berruto continuerà, in serata, le sue esternazioni sulla vicenda attraverso i suoi profili social.
Dopo Berruto anche Irene Manzi (Pd - Idp) riferisce "un forte rammarico e disappunto per il parere espresso dal Ministro" e preannuncia l’intenzione di rinunciare all’incarico di relatrice sul provvedimento in esame.
Riprendendo la parola il ministro Abodi spiega di non ritenere "che la giornata odierna rappresenti una sconfitta dal momento che le importanti priorità contenute nella proposta di legge in esame rappresentano altrettanti punti del programma del Governo", ma che ritiene piuttosto che "la proposta di legge in esame non rappresenti in questa fase lo strumento più appropriato sebbene gli obiettivi contenuti restino intatti."
Aggiunge quindi il ministro di "non aver mai affermato che i proventi delle scommesse dovessero andare agli organizzatori degli eventi" e che in questa vicenda non ritiene di aver tradito i valori sportivi che condivide in pieno, e auspica piuttosto che su tale delicata materia "possa proseguire il confronto con il Governo al fine di contemperare tutti gli interessi in campo."
Ritiene, Abodi, che le parole forti di Berruto "siano probabilmente espressioni di un disagio" e dichiarando il suo mandato "sempre a disposizione" dichiara infine l’intenzione di "voler continuare a rispondere alle interpellanze che il deputato Berruto intenderà presentare nelle materie di sua competenza", ribadendo di essere sempre "al servizio del bene comune e dello sport sociale senza bisogno di doverlo comunicare continuamente."
Prima della chiusura della seduta si registrano anche gli interventi di Elisabetta Piccolotti (Avs), che invita il ministro Abodi a "riflettere con attenzione sull’uso delle risorse finanziarie" giudicando "assai criticabile l’eventuale destinazione alle società di calcio della serie A, che rappresentano un mondo con stipendi milionari", e auspica che "il Governo decida piuttosto di utilizzare le risorse finanziarie per combattere duramente la dipendenza dal gioco".
Dopo di lei anche Antonio Caso (M5S), sottolinea che "tutti i parlamentari della Commissione si trovano oggi in una situazione di grave disagio, vedendo vanificati mesi di lavoro poiché, dopo molte settimane di attesa, il ministro ha deciso di cancellare tutto."
Chiudendo quindi la seduta il presidente Federico Mollicone annuncia che "essendosi concluso l’esame degli emendamenti, il testo sarà trasmesso alle commissioni competenti in sede consultiva per l’espressione del prescritto parere."