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Attuazione legge sul gioco, il Consiglio Veneto tira le somme

02 marzo 2023 - 14:38

Presentata in commissione Sanità la relazione sull’applicazione nel 2020-21 della legge regionale del Veneto per la prevenzione e la cura delle ludopatie: tutti i numeri.

Scritto da Redazione

© Consiglio regionale del Veneto - Pagina Facebook ufficiale

Nel 2020 sono stati 1.454 i giocatori patologici in cura in Veneto, di cui 322 nuovi pazienti; nel 2021 1.345 pazienti, di cui 275 di nuovo ingresso. Sono 408 le sale da gioco attive in Veneto, con la concentrazione maggiore in provincia di Verona (95) e in quella di Padova (87), 4.358 gli esercenti che offrono slot machine, Vlt, giochi elettronici, gratta e vinci, scommesse, lotto e superenalotto e simili, attivi nel territorio regionale.

Sono i numeri della relazione sull’applicazione nel biennio 2020-21 della legge regionale del Veneto per la prevenzione e la cura delle ludopatie, sottoposti alle valutazioni dei consiglieri della commissione Sanità di palazzo Ferro Fini, guidata da Sonia Brescacin (Lega-Lv).

Tra le risposte attivate dai servizi del sistema sanitario regionale, a seguito del piano operativo regionale di contrasto al gioco patologico finanziato con il Fondo nazionale per il contrasto alle ludopatie, spiccano l’App “Chiama&Vinci” realizzata dall’Ulss 3 Serenissima che, insieme al sito internet dedicato https://gap.aulss3.veneto.it/, promuove percorsi di supporto e di cura.

Sul piano terapeutico il Serd di Verona e l’Ulss 6 Euganea hanno avviato la sperimentazione della stimolazione magnetica transcranica, trattamento non farmacologico e non invasivo che utilizza campi magnetici pulsanti per attivare o sopprimere i centri cerebrali associati a una serie di disturbi medici e psichiatrici come le dipendenze. 

A Verona l’unità complessa per le dipendenze ha creato anche un gruppo terapeutico ‘Mindfulness’ con video e pratiche meditative per contrastare il gioco patologico. Il Servizio di medicina delle dipendenze dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona ha attivato inoltre, in via sperimentale, forme di residenzialità in comunità terapeutiche, ad integrazione dei trattamenti psicologici e medici offerti in regime ambulatoriale.

L’Ulss 7 Pedemontana investe soprattutto nell’accompagnamento dei pazienti con équipe multiprofessionali e percorsi laboratoriali. L’Ulss 8 Berica ha creato una stretta alleanza con le comunità terapeutiche del territorio per una presa in carico residenziale. L’Ulss 2 Marca Trevigiana, dal canto suo, dedica alle problematiche del gioco d’azzardo un’apposita piattaforma web (https://indipendo.it/) e ha organizzato campagne di prevenzione nelle scuole e nel territorio. Tra le nuove frontiere d’intervento si fa ricorso anche all’intelligenza artificiale: l’Ulss 6 Euganea sta realizzando uno studio sperimentale per uno screening che identifichi con strumenti tecnologici (visore per la realtà virtuale, cardiofrequenzimetro e smartphone) la vulnerabilità neurobiologica individuale nella dipendenza da gioco d’azzardo.

Il report fotografa anche alcune caratteristiche della popolazione veneta dei giocatori compulsivi: le fasce di età più coinvolte sono gli ultra-sessantacinquenni (15,8 percento del totale) e i 45enni-49enni (15 percento del totale), Nel biennio in questione, segnato dai lockdown per l’emergenza pandemica, i giocatori d’azzardo hanno preferito slot machine e videolottery rispetto alle tradizionali scommesse e ai ‘grattini’. Infine il report evidenzia la stretta correlazione tra dipendenza da gioco d’azzardo e fumo, uso di sostanze psicotrope e psicofarmaci, disturbi di depressione e ansia.

Dal punto di vista normativo, oltre alla legge 38 del 2019 che promuove interventi in campo sanitario di prevenzione e cura, la Regione del Veneto è intervenuta anche con un successivo provvedimento che ha normato lo stop ad apparecchi e sale gioco per complessive 6 ore al giorno, imponendo fasce di chiusura omogenee in tutto il territorio regionale.

Ammonta a 4 milioni e 155 mila euro la quota annuale finalizzata in Veneto a prevenzione e cura delle ludopatie che si aggiunge al riparto dei 44 milioni del Fondo nazionale per la prevenzione dei disturbi da gioco patologico: la disponibilità complessiva per il sistema veneto è quindi di circa 8 milioni di euro l’anno.

BRESCACIN (LEGA-LV): “GIOCO D’AZZARDO, DAI SER.D VENETI PERCORSI INNOVATIVI E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI PAZIENTI” - La consigliera regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta e presidente della quinta commissione, commenta così la presa d’atto unanime con cui la commissione ha accolto la relazione della Giunta regionale. “Dalla relazione emerge come i Servizi per le dipendenze delle aziende sanitarie regionali hanno saputo innovare gli approcci e gli asset tradizionali, affrontando nuove criticità legati a un periodo particolarmente complesso. Il biennio in questione, caratterizzato dalle restrizioni e dalle chiusure legate alla pandemia, ha registrato un aumento dei casi di dipendenza da gioco d’azzardo, soprattutto online, con un incremento del tempo dedicato a queste attività in modo particolare tra i giovani, i fumatori, i consumatori di cannabis e chi già consumava alcolici in modo rischioso. Un aumento che ha portato anche a un cresciuto uso di psicofarmaci, a una bassa qualità della vita, poco sonno, depressione e ansia. Uno scenario preoccupante, che ha spinto le aziende Ulss del Veneto a rafforzare i servizi dei Ser.D, con adeguati strumenti e formazione mirata per il contrasto del disturbo, adattandoli anche alle limitazioni imposte dalla pandemia per l’accesso in presenza ai servizi. Ciò ha portato ad adottare nuove strategie per intercettare quei giocatori che non si rivolgono ai servizi, per sensibilizzare la popolazione a questa problematica e per creare una rete territoriale e di mutuo aiuto. In questi due anni il modello di governance delle politiche regionali in materia di prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico si è sviluppato e rafforzato grazie al raccordo operativo con le aziende Ulss e all’apporto dato dal tavolo tecnico in tema di consulenza, studio, implementazione e valutazione delle politiche regionali in materia di dipendenza da gioco d’azzardo. I principali percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali – continua Brescacin - si sono concretizzati in interventi multidisciplinari per i giocatori e in azioni di sostegno per i familiari, come la psicoterapia o il counselling finanziario, ma anche in interventi psicoeducativi per famiglie e in gruppi di prevenzione delle ricadute, rafforzando anche le capacità dei servizi di erogare trattamenti per specifiche sottopopolazioni di giocatori, come le donne, gli anziani e i giovani. In continuità con le annualità precedenti, grazie a una collaborazione tra Ulss e Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, si è portata avanti la formazione del personale dedicato e l’organizzazione online del programma di corsi di sensibilizzazione e di informazione per target specifici e rivolti a operatori socio-sanitari, insegnanti, personale delle scuole medie e superiori. Nel 2020 la Regione del Veneto ha presentato il piano operativo regionale per il contrasto al gioco d'azzardo patologico, contenente anche le azioni programmate nella pianificazione precedente. Il piano, sottoposto e approvato dal ministero della Salute, si propone di consolidare le capacità dei propri servizi e di offrire risposte sociosanitarie al gioco d’azzardo compulsivo, attraverso progettualità locali che affiancano i programmi terapeutici già attivi, incrementando la qualità e la quantità degli interventi. Il piano, inoltre, prevede di implementare iniziative volte a ridurre l’impatto negativo della diffusione del gioco d’azzardo nella comunità locale e di utilizzare l’esperienza fin qui maturata ottimizzando gli strumenti e incrementando la professionalità degli operatori del settore, sia nel pubblico che nel privato. Nuovi approcci e nuove modalità, legate alla drammaticità del periodo, che hanno portato però a buoni risultati e di cui vale la pena fare tesoro anche per il futuro”.

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