I test elettorali per la maggioranza e la minoranza di Governo non si sono certo esauriti con le elezioni tenutesi, con alterne fortune, in Sardegna e in Abruzzo nei primi mesi del 2024.
Il 21 e 22 aprile infatti tocca alla Basilicata che andrà alla urne per eleggere i 20 membri del consiglio regionale e il presidente della Regione.
Quanto a quest'ultimo, i nomi dei papabili alla fine sono tre: il governatore uscente Vito Bardi per il centrodestra, Piero Marrese (designato dopo il passo indietro di Angelo Chiorazzo e di Domenico Lacerenza) per il centrosinistra ed Eustachio Follia, coordinatore regionale di Volt, partito politico paneuropeo.
Cominciamo dal candidato che è stato saldamente in campo fin dall'inizio: Vito Bardi, sostenuto da Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Udc, Azione, Orgoglio lucano, La vera Basilicata.
Cosa l'ha convinta a ri-candidarsi per la sua Basilicata?
"Cinque anni fa in Basilicata abbiamo avviato un percorso di cambiamento. In questa legislatura siamo riusciti a fare cose mai realizzate prima, e questo nonostante gli stop imposti dal Covid e la crisi internazionale. Per me la 'lucanità' non è uno slogan elettorale, ma un sentimento di appartenenza. Ho sempre detto che avrei fatto di tutto affinché la Basilicata non fosse più considerata una regione di serie B. È una terra ricca di risorse, è giusto che siano i lucani a beneficiarne. È quello che abbiamo fatto finora e abbiamo intenzione di fare ancora. Mi ripropongo al giudizio dell’elettorato con la stessa voglia di far bene, con la stessa responsabilità e consapevolezza. Sono il presidente di tutti i lucani e continuerò ad esserlo se i lucani lo vorranno. In questa tornata elettorale il centrodestra ha dimostrato maturità, aggregando una grande coalizione di forze politiche anche diverse. Insieme, riusciremo a lavorare in difesa delle famiglie e del lavoro per dare risposte concrete ai lucani."
Qual è la sua agenda per il prossimo mandato? Quali sono i progetti che intende ancora realizzare?
"Il nostro principale obiettivo è quello di rendere la Basilicata attrattiva, soprattutto per i giovani. La lotta allo spopolamento, che non riguarda solo noi ma è un problema di tutti i piccoli centri in ogni parte d’Italia, richiede strategie coraggiose. Non vi è solo una ricetta. È un dato di fatto: le giovani generazioni vanno via. È chiaro a tutti che, a parità di condizioni lavorative, scelgono di vivere in un luogo se questo garantisce importanti opportunità.
Il lavoro è in primo piano nel programma che sto portando avanti con la mia coalizione. Ci focalizzeremo poi sulle infrastrutture, problema atavico per la Basilicata, e sul welfare.
Lavoreremo uniti sulla sanità, sui servizi e soprattutto sulla valorizzazione delle tante ricchezze della Basilicata per rendere più conveniente e appetibile la permanenza nella nostra regione."
La legge regionale sul gioco della Basilicata approvata dalla sua Giunta risulta ancora parzialmente inattuata, sono previste nuove misure o iniziative?
"La completa applicazione della nostra legge regionale è un primo passo per combattere il gioco patologico che molto spesso nutre l’illegalità. Cercheremo di dare attuazione agli emendamenti approvati nel 2020 in tema di orari rivisti da far rispettare ai Comuni, di oscuramento delle vetrine delle sale e di distanza dai luoghi sensibili ma credo che a questo sia utile aggiungere interventi mirati per recuperare le persone affette da ludopatia, una dipendenza a tutti gli effetti, e aiutare le famiglie che ne subiscono le conseguenze."