Colpo di scena al consiglio regionale della Calabria.
I capigruppo di maggioranza Giuseppe Graziano (Udc), Francesco De Nisi (Coraggio Italia), Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia), Giacomo Pietro Crinò (Forza Azzurri), Giovanni Arruzzolo (Forza Italia) hanno infatti deciso di ritirare le loro firme dalla proposta di legge “Modifica all'articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘Ndrangheta e per la promozione della legalità, dell'economia responsabile e della trasparenza)” che figura ancora all'ordine del giorno dell'Aula in programma per oggi, 12 dicembre,
Ad annunciarlo sono loro stessi, in una nota comune.
“La modifica alla proposta di legge regionale sulla ludopatia nasce dalla necessità di fornire alla Calabria e ai calabresi un nuovo quadro normativo che aggiornasse, di fatto, la legge del 2018 che in questi anni si era concretamente deregolamentata. Tutto questo puntando, ovviamente, ad un imprescindibile obiettivo: creare una misura normativa massimamente condivisa. Abbiamo verificato con grande spirito di collaborazione che le modifiche proposte dalla maggioranza alla legge regionale 9/2018 non hanno attecchito nell’humus sociale e politico calabrese e di molte motivazioni espresse, come quella della Conferenza episcopale calabra, ne condividiamo anche timori e perplessità. Pertanto abbiamo deciso di ritirare le nostre firme alla proposta di modifica del quadro normativo”, si legge.
I capigruppo precisano che il testo della proposta di modifica alla legge regionale 9/2018 è un atto dell’intera maggioranza consiliare sottoscritto e presentato per prassi da tutti i capigruppo della stessa.
Tale proposta aveva passato indenne, pur fra gli strali della minoranza, i passaggi previsti nelle commissioni competenti – con tanto di audizione dell'associazione Sapar - con un iter discretamente rapido, ma poi incagliandosi nella sospensione della discussione in Aula alla fine di novembre, per la mancanza del numero legale.
Nella nota quindi si legge ancora: “Riteniamo opportuno lasciare in vigore il testo originario delle due norme in modo da intraprendere un serio e particolareggiato approfondimento sull’argomento, magari coinvolgendo in maniera più incisiva tutti gli attori coinvolti”.
Ad ogni modo, confermando il metodo del dialogo costruttivo nell’interesse dei calabresi, i cinque capigruppo annunciano di “rimettersi alle decisioni che scaturiranno dalla riunione di maggioranza convocata dal presidente Filippo Mancuso per lunedì (oggi, Ndr) prima dell’inizio dei lavori del consiglio regionale”.
LA SODDISFAZIONE DELLA MINORANZA - A commentare il ritiro delle firme interviene il consigliere Davide Tavernise (M5S): "La notizia rappresenta una nuova vittoria dei calabresi.
Una vittoria certo che ora attende le nuove determinazioni della maggioranza, ma è evidente il passo indietro su una questione sociale che piega centinaia e centinaia di famiglie calabresi".
Sulla stessa linea anche Amalia Bruni (Gm): "Finalmente po’ di buonsenso in questa Regione, era anche ora. La maggioranza si è convinta e ha ritirato la legge 107.
I cittadini calabresi ora sono più al sicuro, protetti da quella maledetta febbre del gioco d’azzardo. Non mi appassiona il gioco di chi vince e chi perde ma in questo caso mi pare evidente che a vincere siano tutti calabresi".
L'APPELLO DELLA SOTTOSEGRETARIA FERRO - "Condivido l'appello delle Comunità terapeutiche calabresi sulla necessità di rivedere la proposta di legge 107 del consiglio regionale della Calabria che rimuove i limiti imposti dalla precedente normativa sul gioco d'azzardo, relativi in particolare agli orari di apertura di sale giochi e centri scommesse e alla distanza da luoghi sensibili". Lo afferma la sottosegretaria all'Interno, Wanda Ferro. "Sul contrasto alla ludopatia non possono esserci passi indietro. I dati diffusi dal Crea parlano di 4,2 miliardi all'anno di giocate in Calabria, un fenomeno che colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione, quelle con maggiori difficoltà economiche, e fasce di età che vanno dai giovanissimi agli anziani.
Si tratta di una dipendenza che ha effetti devastanti per la salute dei giocatori e sulla condizione delle loro famiglie, ma che ha anche forti ripercussioni economiche e sociali, oltre ad alimentare attività criminali come l'usura", aggiunge la sottosegretaria. "Le stesse preoccupazioni, sollevate anche da associazioni, fondazioni antiusura, la stessa Conferenza episcopale calabra sono condivise dai consiglieri regionali di Fratelli d'Italia con cui mi sono confrontata. Considerato che la Regione finanzia progetti di contrasto e cura della ludopatia, è opportuno armonizzare gli interventi normativi anche sul piano della prevenzione.
Per questo auspico che il consiglio regionale avvii un approfondimento attraverso l'audizione delle comunità terapeutiche nella commissione competente, anche attivando, come propone il Crea, un osservatorio sulla dipendenza da gioco d'azzardo per valutare", conclude Ferro, "l'impatto della normativa".
COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI LEGGE - Di seguito, ecco il testo della proposta di legge.
Art. 1 - (Modifiche all’articolo 16 della l. r. 9/2018)
1. All’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della “Ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza.), sono apportate le seguenti modifiche: a) il comma 2 è sostituito dal seguente: “2. I comuni, per le finalità di cui al comma 1 nonché per esigenze di tutela della salute, della quiete pubblica e di circolazione stradale, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, dispongono, con ordinanza sindacale, le fasce orarie consentite per l’esercizio del gioco tramite gli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), nelle sale da gioco, nelle sale scommesse, negli esercizi pubblici e commerciali, nei circoli privati e di tutti i locali pubblici o aperti al pubblico e nelle le rivendite di genere in cui sono presenti o comunque accessibili le forme di gioco a rischio di sviluppare dipendenza previste dalla normativa vigente.
Art. 2 (Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3 (Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione.