Caso (M5S): 'La salute prima del gettito fiscale'
Il deputato del Movimento cinque stelle Antonio Caso auspica che il decreto attuativo sul gioco tenga conto delle conseguenze in termini di dipendenza e salute pubblica, con relativi costi sociali ed economici.
Una bocciatura quasi senza appello. Come del resto c'è da aspettarsi da chi, in Parlamento, siede sui banchi dell'opposizione, e forse ancora di più da chi invece per buona parte della passata legislatura ha governato e ha poi visto molte delle sue misure smantellate dall'Esecutivo. Tuttavia, quella del deputato del Movimento cinque stelle Antonio Caso è una disamina anche propositiva, soprattutto al momento di approcciare il tema del gioco con vincita in denaro, tornato sotto i riflettori della politica soprattutto ora che si è nella fase di redazione del decreto attuativo in materia della legge Delega, con le proposte della commissione di esperti istituita ad hoc che sono già sul tavolo del viceministro dell'Economia Maurizio Leo. Ma andiamo con ordine, partendo dal primo compleanno che il Governo Meloni festeggia proprio in questo mese.
Che giudizio traccia dell'operato in questo arco di tempo e quali sono le emergenze del Paese che devono essere ancora affrontate e/o risolte?
“Il giudizio è assolutamente negativo. Del resto siamo di fronte a un Governo che si è concentrato solo a smantellare le nostre misure senza riuscire a proporre niente. Nel primo anno è stato messo in campo un disegno per impoverire ancora di più le famiglie italiane. Le emergenze del Paese sono tante ma il Governo continua a fare finta di niente. La povertà sembra non essere un problema per questa maggioranza, come sembrano non esserlo il cambiamento climatico e il tema lavoro, completamente assenti nell’agenda di Governo.”
Tra le misure varate dal Governo Meloni, e che in effetti erano nel suo programma, c'è l'abolizione del reddito di cittadinanza, ma anche del superbonus, “accusati” entrambi di essere stati spesso usati in maniera fraudolenta, di aver scoraggiato la ricerca di un posto di lavoro e, in ogni caso, di essere costati troppo alle casse pubbliche. Che cosa ne pensa?
“Sul reddito di cittadinanza e sul superbonus c’è oramai un’intera letteratura che dimostra, numeri alla mano, come le frodi siano assolutamente meno di quelle raccontate da questo Governo. Si trattava di provvedimenti che avevano dato ossigeno a famiglie e imprese nel periodo pandemico e in quello post pandemico, ma che risultano fondamentali anche oggi che l’inflazione sta mangiando gli stipendi degli italiani.”
Tra le altre misure varate dal Governo c'è anche la delega Fiscale. Che cosa ne pensa dell'impianto generale di questa legge e dei principi e criteri che sono alla base, nello specifico, del riordino del gioco?
“Le indicazioni che questa maggioranza si è data sono strutturalmente sbagliate: al centro si è posto il gettito fiscale, non la salute delle famiglie e dei cittadini. E non sorprende perché questo Governo, dopo avere bloccato la crescita economica fortemente stimolata dai governi Conte (in piena pandemia) adesso sa solo fare cassa sulla pelle di tante famiglie.”
Il percorso dei decreti attuativi delega è ancora in divenire. Cosa auspica per quanto riguarda il gioco e in che modo opererà il Movimento cinque stelle?
“Auspico che si fissi un limite alla corsa pazza e dissennata dei consumi legati all’azzardo. L’azzardo sottrae ogni anno 18-20 miliardi al carrello della spesa.
Siccome il Governo intende dare priorità alla riduzione del cuneo fiscale e della pressione fiscale per i lavoratori, la logica conseguenza è che probabilmente dovrà aumentare le entrate dalle altre parti, tipo dal gioco. Le perdite nette dei giocatori sono correlate all’impoverimento delle famiglie, a fenomeni come l’usura, ma anche alla riduzione dei consumi in altri settori economici che sono in sofferenza e che potrebbero assorbire più manodopera. Ma la patologia, il disagio sociale, i danni educativi e morali non dipendono tanto dalle perdite, ma dal volume delle giocate, dal tempo per che si rimane agganciati a questi comportamenti trascurando famiglia, lavoro, amici e interessi. Un tempo stimabile in 120-130 milioni di giornate lavorative dedicate a scommettere, pigiare bottoni, eccetera. L’auspicio è che nei decreti attuativi non si dia importanza soltanto al gettito ma soprattutto a quelle che sono le conseguenze in termini di dipendenza e salute pubblica e si tenga conto del costo sociale ed economico di questa dipendenza.”
Secondo lei, quali sono le misure davvero efficaci per tutelare il giocatore e la legalità? Gli operatori del settore possono/devono essere coinvolti in questo processo?
“La commissione Antimafia nella XVII legislatura e nella XVIII ha dato indicazioni limpide: tracciare le singole giocate associandole almeno al codice fiscale, rendere trasparenti i dati aggregati sul consumo, rendere più trasparenti gli azionariati delle società concessionarie e che operano nella filiera, estendere a tutta la catena produttiva i filtri antimafia, escludere dalle scommesse le gare dilettantistiche e delle serie minori, aumentare i controlli che devono avere almeno una cadenza minima obbligatoria; non può essere che una azienda venga controllata mediamente ogni 8-10-12 anni, aumentare le pene edittali e autorizzare le intercettazioni.”
Il decreto Dignità aveva istituito, oltre al reddito di cittadinanza, anche il divieto totale di pubblicità del gioco. Lei ritiene che questo divieto abbia raggiunto i suoi obiettivi e, a suo avviso, sarebbe possibile una sua rivisitazione, così per esempio da consentire ai consumatori di capire quali sono gli operatori autorizzati in Italia e quali invece no?
“Il divieto ora viene troppo spesso eluso, lasciando proliferare la pubblicità a siti internet che fanno 'informazione sportiva' con lo stesso nome dei siti di scommesse sportive. Il passo poi è breve.
Guardate una partita di calcio, anche della nazionale, quando leggiamo il nome che finisce con 'bet.it' dobbiamo sapere che 'bet' significa 'scommettere'. È come se autorizzassimo le case chiuse, vietandone la pubblicità, ma lasciando libera quella del bar che hanno all’interno. Agcom ha di fatto disapplicato la legge. Occorrono interventi più decisi e perentori da parte di chi governa.”
Tra i settori in crescita e non solo in Italia c'è quello degli esports. In che modo il legislatore dovrebbe intervenire nel regolamentarne l'attività e i suoi protagonisti?
“Quello degli esports è un settore in forte espansione in Italia. Fin dal primo giorno in Parlamento ho lavorato per poter arrivare una regolamentazione chiara e definita del settore. Lo scorso maggio abbiamo per la prima volta portato il tema in Parlamento e nel mese di ottobre dall’Osservatorio Italiano Esports verrà consegnato alla politica un 'libro bianco' con all’interno diversi contributi da parte di molti attori del settore. Crediamo che solo ascoltando tutte le voci e i vari stakeholders del mondo gaming si possa arrivare poi giungere alla definizione di linee guida precise che possano dare alla politica la possibilità di lavorare sul tema.”
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