Consiglio Piemonte, M5S: 'Legge gioco, più controlli e più poteri ai sindaci'
I consiglieri piemontesi del Movimento 5 stelle chiedono la modifica della legge vigente sul gioco intervenendo sui controlli negli esercizi pubblici e il potere di ordinanza dei sindaci. Critico Rossi (Pd).
“La discussione sulle proposte di legge va messa in calendario il prima possibile. Come gruppo M5S ci siamo impegnati in prima persona per appoggiare la Pdl di iniziativa popolare avanzata dalle associazioni, dando la nostra disponibilità ad autenticare e raccogliere le firme. L’abbiamo fatto perché, nella situazione attuale, le ricadute sociali ed economiche sono molto gravi e pesano, come al solito, sui cittadini più fragili. Basti pensare che, a suo sostegno, sono state raccolte circa 13mila firme, ben più delle 8mila richieste per poter depositare la legge”.
A scriverlo, in una nota, sono i consiglieri piemontesi del Movimento 5 stelle Sarah Disabato (capogruppo), Ivano Martinetti e Sean Sacco dopo le audizioni tenutosi ieri, 15 giugno, nella seduta congiunta delle commissioni III, IV e Legalità, in merito alla Pdl n° 227 di iniziativa popolare per la modifica della legge regionale sul gioco e alla n° 228 degli Enti locali in materia di contrasto alle ludopatie.
In Commissione, sottolineano i pentastellati, “abbiamo sollevato due temi. Da un lato, la necessità di controlli più stringenti sugli esercizi pubblici, nei quali si sono riscontrate negli ultimi tempi diverse irregolarità. Solo pochi giorni fa, ad esempio, la Guardia di finanza ha sequestrato 22 apparecchi.
Dall’altro lato, abbiamo ribadito l’importanza di dare nuovamente potere di ordinanza ai sindaci. La legge del Centrodestra ha infatti stabilito gli orari di accensione e spegnimento delle slot machine per tutto il Piemonte, mentre prima erano gli amministratori locali - che conoscono bene le esigenze dei singoli territori - a definirli tramite ordinanza. In conclusione, ci rammarica constatare come la lotta alla ludopatia non interessi minimamente a questa maggioranza, che ha quasi totalmente disertato la Commissione. Il Centrodestra si presenta al fianco dei sindaci solo quando c’è da tagliare nastri e racimolare qualche foto sui giornali e si rivela sordo quando gli amministratori denunciano disagi gravi come questo”.
ROSSI (PD): “LA LEGGE DEL 2021 NON FUNZIONA” - Anche il consigliere Domenico Rossi (Partito democratico) commenta gli esiti della seduta delle commissioni consiliari di ieri. “Mentre è finalmente iniziato l'iter per la discussione della legge di iniziativa popolare sul gioco d'azzardo patologico, frutto della raccolta firme di 12.000 cittadini, 40 associazioni e 20 amministrazioni comunali, i dati confermano che la legge voluta dalla destra non funziona. A Torino aumentano del 20 percento i giocatori in cura. Se da un lato questo significa che le Asl sono state capaci di intercettare i giocatori a rischio, dall'altro questo dato ci restituisce un quadro preciso: sono sempre di più le persone che giocano e sempre di più quelle che sviluppano una dipendenza.
Aumentare l'offerta del gioco come hanno fatto Cirio e i suoi per strizzare l'occhio all'impresa del gioco, non è la soluzione giusta. C'era una legge che funzionava (lo dicono i dati) e che aveva permesso di tutelare la salute dei piemontesi, ma è stata cancellata. Adesso speriamo che questi dati possano far ragionare la Giunta sulla partita giusta da giocare”.
LE AUDIZIONI DI LIBERA PIEMONTE E COMUNE DI TORINO - Maria Josè Fava, coordinatrice di Libera Piemonte, e Rossana Gonella del Sermig, in rappresentanza di 40 associazioni, hanno illustrato i tratti salienti della loro proposta: “Abbiamo raccolto oltre 10 mila firme, con una grande risposta da parte dei piemontesi. La norma regionale del 2016 ha ottenuto risultati importanti, con una riduzione sensibile del volume di gioco, di presenza delle slot e di persone seguite dai Sert. Diminuendo l’offerta soprattutto di prossimità si è, quindi, ridotta la domanda. Con l’introduzione della legge regionale 19/2021 si è andati controtendenza, solo al Comune di Torino sono state presentate 232 domande di reinstallazione e in Piemonte è aumentata del 10 percento la presenza di apparecchi. La nostra proposta vuole intraprendere un percorso virtuoso di tutela delle fasce deboli, di contrasto degli interessi della criminalità organizzata e di salvaguardia del comparto lavoratori del gioco legale”.
Michela Favaro, vice-sindaca della Città di Torino, ha spiegato che “i dati del capoluogo sono allarmanti, soprattutto dal punto di vista delle dipendenze che sono aumentate del 20 percento dal 2021. Dietro una dipendenza vi sono situazioni di grande difficoltà sociale, economica e familiare: è una piaga su cui cerchiamo di intervenire con grande difficoltà. Vogliamo incrementare il numero dei luoghi sensibili, aumentare la distanza da questi e ridurre ulteriormente gli orari di accensione. La presenza di queste attività favorisce indirettamente anche la criminalità”.
Sono intervenuti anche Emanuele Vitale, assessore del Comune di Baveno (Vco); Antonio Filoni, sindaco Comune di Mongrando (Bi); Roberto Montà in rappresentanza del Comune di Nichelino (To).
Hanno posto domande agli auditi i consiglieri Giorgio Bertola (Ev), Sarah Disabato (M5s) e Diego Sarno (Pd).
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