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Morrone (Adicosp) al Senato: 'Prelievo 1% dal betting darebbe 160 milioni al Coni'

11 luglio 2024 - 11:02

Il rappresentante di direttori e collaboratori sportivi in audizione alla commissione Cultura del Senato sul tema della riforma del calcio evidenzia che dalle scommesse 'allo sport non torna neanche un centesimo' sottolineando che 'è giunto il momento che venga riconosciuta allo sport una piccola royalty'.

Scritto da Daniele Duso

"Adicosp ritiene opportuno eliminare il divieto di sponsorizzare società di betting" e "che venga riconosciuto allo sport una piccola royalty sugli eventi oggetto di scommesse."

Lo ha detto il presidente di Adicos, associazione dei direttori e collaboratori sportivi, Alfonso Morrone, in audizione, ieri, 10 luglio, davanti alla commissione Cultura del Senato sul tema della riforma del calcio italiano.

Sul tema pubblicità Morrone ricorda che "il 'Decreto Dignità' introdusse questo divieto per fronteggiare un problema serio: la ludopatia. Le scommesse sportive, dal 2019, sono aumentate del 32 percento dimostrando che questa misura non ha sortito l’effetto sperato e che le soluzioni vanno ricercate altrove."

Venendo poi alla questione dei ricavi dalle scommesse, in gran parte basate su eventi sportivi, il presidente di Adicosp sottolinea come "nel 2022 il fatturato delle scommesse ha raggiunto i 16,5 miliardi di Euro (fonte Banca Ifis). Si scommette su eventi organizzati dalle Federazioni sportive e il 73,1 percento di questi sono eventi calcistici. Di fronte a questi importanti numeri, allo sport non torna neanche un centesimo ma all’erario 342.40 milioni di euro. Crediamo che sia giunto il momento che venga riconosciuto allo sport una piccola royalty sugli eventi oggetto di scommesse."

E aggiunge che "se ci fosse un prelievo di un piccolo 1 percento sui ricavi dal betting, al movimento sportivo tornerebbero circa 160 milioni di euro che potrebbero poi essere distribuiti, in quota parte, alle varie Federazioni affiliate al Coni. Purtroppo con la riduzione drastica delle giocate del Totocalcio bisogna agire sui prelievi sopra evidenziati che diventano poi ricavi per l’intero sistema sportivo nazionale. Dal 1946 fino al 2003 la 'schedina' sotanzialmente ha finanziato lo sport, generando ricavi tali da rimpinguare sia le casse dello Stato che quelle del Coni e delle sue federazioni associate."

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