Le commissioni di esperti che stanno lavorando ai decreti attuativi della legge delega al Governo per la riforma fiscale riusciranno a rispettare la scadenza del 20 settembre sollecitata dal vice ministro dell'Economia e delle finanze, Maurizio Leo?
Inoltre, per quanto riguarda in particolare quello sul gioco, i cui criteri e principi sono contenuti all'articolo 15 della legge delega, quale sarà poi il suo iter?
Sono le domande che corrono fra gli operatori del settore, che attendono con particolare attenzione di conoscere i binari sui quali dovrebbe muoversi il riordino del comparto.
Stando a quanto apprende GiocoNews.it, per il 20 settembre dovrebbe essere pronta la bozza del decreto attuativo relativo al gioco pubblico, che poi verrà limato, e, una volta pronto, passerà al Consiglio dei ministri e quindi, dopo l'approvazione, andrà in Parlamento per i pareri.
Sembra però che per il 20 non saranno pronti tutti i decreti attuativi, ma solo alcuni.
L'indiscrezione, se confermata dai fatti, è comunque molto positiva per il settore, che ha già visto sfumare il riordino quasi sei anni fa, proprio per la mancanza del decreto attuativo dell'intesa raggiunta in Conferenza unificata Stato – Regioni nel settembre 2017.
Una storia che non deve assolutamente ripetersi, per consentire alla filiera di risolvere una volta per tutte l'ormai famigerata “questione territoriale”, superando la babele di norme locali che si è infittita in questi anni, ridefinire e qualificare l'offerta, tutelando al contempo imprese, lavoratori e ovviamente i giocatori, dai rischi di derive patologiche.
Senza dimenticare la necessità di porre fine, anche in questo caso una volta per tutte, alle proroghe delle concessioni. A partire da quella per il gioco online, di cui in queste settimane si è tornati a parlare come possibile “fonte” di coperture per la Manovra di bilancio.
Intanto, a proposito di Manovra, per le 18.30 di oggi, 6 settembre, è in programma un vertice tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, i capigruppo di maggioranza e i vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, che si confronteranno proprio “su come e dove” trovare i 20 miliardi che mancano per condurla in porto.