Settimana densa di impegni per il Parlamento, e anche di attesa per il settore del gioco pubblico, in cerca di conferme o smentite sia in tema di “contributi” alla Manovra che di riordino dell'online, secondo quanto previsto dalla riforma fiscale.
Quanto al primo argomento, da domani, martedì 21 novembre, alla commissione Bilancio del Senato riprende l'esame del Ddl 926 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026) , tenendo a mente che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle 18 e che il testo sarà discusso in Aula nella settimana dal 4 al 7 dicembre.
Secondo quanto annunciato dal vice premier Antonio Tajani, il Governo sarebbe al lavoro su un maxi emendamento, che però non dovrebbe riguardare il gioco, ma introdurre “dei correttivi che vadano nella direzione di ridurre la pressione sulla casa, di permettere anche ad alcuni dipendenti pubblici, compresi i medici, di vedere risolto il loro problema pensionistico”.
Restando al Senato, nella settimana del 28 novembre verrà discusso il disegno di conversione in legge del cosiddetto decreto Anticipi (Ddll n. 912 di conversione del decreto-legge n. 145 recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili).
Fra gli emendamenti trasmessi in istruttoria per la verifica degli effetti finanziari c'è anche quello proposto dai senatori leghisti Elena Murelli, Elena Testor e Marco Dreosto, riguardante la possibilità di realizzare, da parte dell'Istituto superiore di sanità, uno studio epidemiologico trasversale sulla diffusione fra la popolazione del Disturbo da gioco d'azzardo patologico, entro il 31 dicembre 2024 e con una spesa di di tre milioni di euro.
Passando alla Camera, da segnalare, sempre per domani, ma alle ore 10, il termine per la presentazione in commissione Cultura di ulteriori proposte emendative riferite alla proposta di legge C. 534 a firma di Mauro Berruto (Partito democratico), recante incremento delle aliquote dell'imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse relativamente ad alcuni giochi e destinazione del gettito alla promozione dell'attività sportiva.
Come si ricorderà, tale termine, scaduto prima dell'estate, è stato rinviato più volte, sia a settembre che a novembre.
La proposta di legge del deputato Berruto, lo ricordiamo, prevede l'istituzione di un Fondo per la promozione dello sport, "con una dotazione di 80 milioni di euro annui a decorrere dal 2023, destinati al finanziamento di progetti di promozione dello sport, alla promozione di investimenti nei settori sportivi giovanili e alla promozione delle attività del Comitato italiano paralimpico", un fondo la cui copertura finanziaria si troverebbe nelle risorse rinvenienti dall'incremento, disposto dalla medesima proposta di legge, delle aliquote dell'imposta unica connessa a giochi di abilità a distanza con vincita in denaro e al gioco del bingo a distanza, alle scommesse a quota fissa diverse da quelle ippiche (sia quelle per cui la raccolta avviene su rete fisica, sia quelle per cui la raccolta avviene a distanza) nonché alle scommesse a quota fissa su eventi simulati".
Altro argomento d'attenzione è sicuramente il riordino del gioco online, dopo il doppio slittamento nelle ultime due settimane dell'esame in Consiglio dei ministri del decreto attuativo in materia previsto dalla riforma fiscale, comprensivo della messa a bando delle concessioni a 7 milioni l'una, regole per i punti vendita ricarica, norme per la tutela dei giocatori e per il contrasto a illegalità.
Un provvedimento contestato dalle associazioni di rappresentanza del settore e anche da diversi specifici operatori, uniti nel chiedere un'attuazione uniforme della Delega fiscale, un riordino compatto, sia per l’online sia per il territorio, senza disallineamenti temporali, poiché un riordino “a tappe” rischierebbe di vanificare in tutto o in parte anche gli obiettivi di finanza pubblica perseguiti.
Si aspetta quindi di conoscere la data e i contenuti del prossimo Consiglio di ministri.
Chissà che le richieste del comparto non abbiano sortito davvero effetto, e che non possa partire quel confronto necessario ma finora non concretizzato sul testo fra industria ed Esecutivo, per addivenire a un riordino davvero condiviso.