Ministro Abodi: 'Pubblicità gioco, ripensare il decreto Dignità'
In risposta ad un'interrogazione di alcuni deputati del Movimento 5 stelle, il ministro dello Sport Abodi auspica confronto sul decreto Dignità.
“Il contrasto al gioco patologico deve passare attraverso l’educazione, l’informazione e la cultura della misura che non è facilmente gestibile. Da parte mia rinnovo l’impegno ad un confronto anche con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni affinché possa essere delineato un quadro che possa essere non soltanto definito dalle interpretazioni che rispettiamo dell’Autorità, ma da un quadro normativo più complessivo che può essere inserito nell’ambito del processo di riforma del sistema dei giochi, delle scommesse e delle lotterie che avrà il suo epilogo con un terzo decreto che abbraccerà sia la dimensione online che quella fisica, diversamente critiche rispetto al tema della ludopatia”.
Queste le parole con cui il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, di fronte alla commissione Cultura della Camera dei deputati ha dato risposta all'interrogazione sull'applicazione del divieto di pubblicità al gioco introdotto dal decreto Dignità presentata dai deputati del Movimento 5 stelle Gaetano Amato, Antonio Caso e Anna Laura Orrico.
Interrogazione che chiedeva al Governo di rendere noto "quali misure intenda adottare al fine di avviare un ampio confronto sul tema, finalizzato alla tutela delle persone vulnerabili ai rischi del gioco d’azzardo, rendendone effettivo il divieto della pubblicità diretta e indiretta, anche in riferimento alle piattaforme online di scommesse sportive."
Nella sua risposta Abodi evidenzia che il gioco patologico “si contrasta anche attraverso un gioco regolamentato, tracciato e che prevede anche un contingentamento delle risorse che ogni singola persona può spendere”, assicurando che continuerà a “lavorare nel rispetto delle diverse posizioni su questa tematica perché ci sia un’ulteriore discrimine tra scommesse sportive e giochi d’azzardo” e a rinnovare l’impegno avviato “con il ministero dell’Economia e con il sottosegretario Maurizio Leo sul diritto alla scommessa, riconoscendo la distribuzione dei proventi per gli organizzatori degli eventi, per le attività sportive di base e le infrastrutture sociali”.
Secondo il ministro dello Sport il fattore su cui c'è “maggiore margine di miglioramento sono le campagne contro le dipendenze, in particolare le dipendenze da gioco ludopatico. Penso che in collaborazione anche con le Regioni possiamo fare delle campagne, responsabilizzare enti e associazioni del territorio perché ci diano un supporto di assistenza anche con progetti di profilo sociale che devono essere annientati attraverso una percentuale del diritto alla scommessa. Questo è il senso di riconoscere quel valore che si distribuisce su tre elementi: i concessionari, lo Stato e il montepremi, escludendo gli organizzatori e le campagne che devono essere invece messe a disposizione del contrasto.”
Abodi quindi conclude la sua risposta con un invito a utilizzare bene la comunicazione e l’informazione, in quanto costituiscono uno strumento educativo ed informativo: “Dobbiamo ripensare insieme al decreto Dignità per quella parte che vieta la comunicazione diretta, tot court. Credo che abbia bisogno di una rivisitazione perché possa concorrere al contrasto anche ai fenomeni ludopatici oltre all’affermazione delle tutele nei confronti del gioco legale”.
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