"Purtroppo il ruolo dei sindaci assume una valenza differente a seconda delle Regioni di appartenenza. L’adozione di una legge organica da parte delle Amministrazioni regionali limita notevolmente l’autonomia dei Comuni; pertanto, al fine di non disperdere il patrimonio di esperienze e l’impegno dei sindaci nel contrasto a questo problema sociale, sarebbe fondamentale la partecipazione degli Enti locali al processo di formazione delle leggi regionali".
A rilevarlo è il vice sindaco di Napoli, Enrico Panini, protagonista della terza puntata dello speciale di GiocoNews dedicato al riordino del gioco pubblico e all'attuazione dell'Intesa in Conferenza unificata del 2017 (disponibile integralmente a questo link), di cui riprendiamo la pubblicazione dopo una "pausa" per questioni di forza maggiore - nella fattispecie i focus continui sui provvedimenti governativi per il contenimento dell'emergenza Covid-19.
Panini, che dà il suo punto di vista sul tema dopo Domenico
Faggiani dell'Anci e la vice presidente dell'Assemblea capitolina e referente
del Comune di Roma sul tema del Gap, Sara Seccia, quindi sottolinea: "Non dobbiamo dimenticare che, spesso, nel silenzio delle norme e nell’incertezza delle pronunce giurisprudenziali, sono stati proprio i sindaci i primi ad assumereposizioni e ad adottare ordinanze per cercare di regolamentare la materia. Così, purtroppo non è accaduto nel caso della
Regione Campania, che
non ha ritenuto di coinvolgere nei lavori delle Commissioni unComune all’avanguardia nel settore come Napoli, la cui regolamentazione aveva superato più volte e sotto diversi profili, il vaglio di legittimità da parte dei massimi organi della giurisprudenza amministrativa. Di più, non ha neanche tenuto conto di quanto comunque prodotto dagli Enti locali in ciò producendo un danno reale".
Quanto ai capisaldi del futuro riordino, auspicato oltre che dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo
Baretta anche dal direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei Monopoli, Marcello
Minenna, Panini ricorda che "
Il Comune di Napoli da anni ha richiesto a gran voce una disciplina organica ed unitaria della materia del gioco. Finora, i risultati di quell’intesa a livello locale sono stati deludenti e non hanno introdotto strumenti per proteggere efficacemente i cittadini che versano in condizione di maggiore fragilità sociale.
Il modello che proponiamo prevede, accanto alle misure 'oggettive' di regolamentazione dell’offerta di giochi, interventi orientati a sostenere e migliorare le competenze dei cittadini, a valutare e contenere i diversi rischi connessi al complesso mondo dell'azzardo: dai messaggi pubblicitari accattivanti e catturanti, ai contesti delle sale gioco o insiti nei giochi stessi, particolarmente pervasivi e offuscanti lo stato di coscienza. Riteniamo che dall'intreccio delle due prospettive (regolazione sociale del fenomeno attraverso una organica disciplina e sostegno alle competenze personali e collettive di controllo e di autoregolazione, ad opera dei servizi sanitari) può nascere un modello in grado dì avere una efficacia diffusa
senza creare nuovi mostri né inutili 'guerre' tra interessi (sociali ed economici) inevitabilmente contrapposti".
A livello regionale, vista anche la recente modifica della normativa vigente sul gioco (ratificata nel frattempo anche
dal Tar Campania, Ndr) i
l vice sindaco di Napoli chiede "una revisione della legge stessa, che presenta delle notevoli criticità. Auspichiamo che la nuova Amministrazione regionale, che uscirà dalle imminenti consultazioni elettorali, voglia rimettere mano al testo, specie per ciò che riguarda la disciplina degli orari: essa, difatti, prevede fasce orarie per l’esercizio del gioco, molto lunghe, senza alcuna sospensione tra fascia oraria antimeridiana e pomeridiana. Al riguardo, mi preme ricordare che lo stesso Consiglio di Stato, nel respingere i ricorsi presentati contro la disciplina del Comune di Napoli in materia di gioco, ha ritenuto che proprio l’avventore tipo, che passa lunghi periodi della giornata attardandosi a giocare, rappresenta il prototipo del giocatore 'fragile', a rischio di dipendenza, per il quale la lunga sosta nelle sale da gioco può divenire primario e deviante interesse di vita".