skin

Sala gioco a Faenza: il Comune dà il via libera, l'opposizione non ci sta

19 gennaio 2024 - 10:25

Il Comune di Faenza bypassa l'aggiornamento della mappatura dei luoghi sensibili approvato dal Consiglio dell'Unione Romagna Faentina e dà l'ok a una nuova sala gioco, ma solo per 10 anni.

Scritto da Fm
© Comune di Faenza - Pagina Facebook ufficiale

© Comune di Faenza - Pagina Facebook ufficiale

Continua a far discutere la vicenda della sala gioco di Faenza “bloccata” dalla nuova mappatura dei luoghi sensibili approvata dal Consiglio dell'Unione Romagna Faentina con l'inserimento di una chiesa da poco riaperta al culto e di un parco pubblico.

Quando gli abitanti della zona avevamo ormai tirato un sospiro di sollievo, convinti che questo aggiornamento avrebbe impedito definitivamente l'apertura dell'esercizio, dall’Amministrazione comunale è arrivata la decisione di autorizzarlo per un periodo massimo di 10 anni.

Un sì che ha provocato l'immediata reazione delle varie voci dell'opposizione in consiglio comunale.

Roberta Conti, segretaria e consigliera comunale della Lega Faenza, in una nota scrive: “La scelta dell’Amministrazione comunale di autorizzare per un periodo massimo di 10 anni una nuova sala giochi in via Granarolo è una scelta azzardata e sbagliata. Ci sorprende come sia stata completamente superata, senza motivi a noi conosciuti, la delibera nr. 61 del 28 dicembre dell’Unione della Romagna Faentina approvata all’unanimità con 26 votanti. In quell’occasione è stata allargata l’area dei luoghi sensibili proprio oltre la zona della futura sala giochi che sarebbe interamente dentro l’area sensibile. Noi non siamo contro alle sale giochi, ma pensiamo al futuro dalla città e alla sua sicurezza. Vorremmo una città aperta ai giovani e con opportunità di crescita e di sviluppo, con università, start up, aziende che propongono posti di lavoro e prodotti innovativi, non sale giochi. Vorremmo una città pulita ed accogliente (che al momento è tutt’altro) per portare aggregazione costruita sui rapporti personali non su strumenti che possono indurre a patologie gravi e pericolose. Che non si pensi che la Lega sia contraria allo sviluppo imprenditoriale della città e alla crescita di opportunità; è semplicemente fuori luogo una sala giochi in quell’area di via Granarolo. Non vi è bisogno di spiegare altro. Chiederemo ulteriori chiarimenti in consiglio comunale, ma siamo certi che la sicurezza del territorio ne risentirà. La Giunta non ha lungimiranza, non rispetta le regole, vive alla giornata, aspettando che si faccia sera.”

Alessio Grillini, consigliere comunale di Italia viva, incalza: “"Era ormai nell'aria l'autorizzazione, una autorizzazione che, nonostante fosse stata da me trattata in sede comunale, apprendo ahimè solo dalla stampa.
Nulla a che dire su chi giustamente svolge regolare attività di impresa nel territorio con licenze statali e regolari concessioni comunali.
Lungi da me inoltre passare da proibizionista, non lo sono. Le licenze esistono, e se esistono, preferisco sicuramente al gioco clandestino quello regolare disciplinato dallo Stato.
Tuttavia, rimnane in piedi la mia interrogazione, che vuole chiarire alcuni punti.
A cui il Comune, e solo il Comune, dovrà sapere rispondere.
Perchè ad oggi i ragazzi che giocano a calcio, come dichiarato dalla stessa squadra (che non cito per opportunità), giocano al civico di fronte alla sala, ma viene preso in oggetto per la misurazione l'ingresso posteriore di via Ravegnana? Come mai sempre in via Granarolo, al civico indicato, ci siano spalti e tribune, ma il luogo sensibile diventa l'ingresso posteriore per i fornitori? 
Veniamo poi ai passaggi burocratici. Il parere preventivo è solo un atto che porta al permesso di costruire, non esiste formalmente, a quanto ho appreso studiando il tema, fino al permesso, alcuna attività.
Nell'evoluzione della vicenda, nel caso specifico, la situazione è cambiata (sono stati mappati nuovi luoghi sensibili), ma in contro tendenza, parrebbe, con quella che è la giurisprudenza dettata dal tar in base alla legge regionale, sembra che il Comune di Faenza consideri per esistente una attività che era solo in divenire. E va a considerare il parere pareventivo vincolante. Concedendo il permesso, e di conseguenza, applicando il limite dei 10 anni di esercizio.
Tutte domande che devono avere risposte puntuali. Che attendo. Per un confronto, spero, chiarificatore ed esaustivo.
Non si tiene conto delle 500 firme raccolte dai genitori delle scuole, dei luoghi sensibili esistenti, della vicinanza di bambini e centro città, e di tutti quegli imprenditori precedentemente colpiti sotto l'egida di tutt'altro metro decisionale, e che oggi osservano attoniti."

Alessandro Vitali, esponente de Il Popolo della Famiglia, invece commenta: “La Regione Emilia-Romagna ha stanziato nel 2023 circa 3 milioni di euro per l'assistenza sanitaria alle persone affette da ludopatia, distribuite sulle Ausl territoriali in modo da prendersi cura dei pazienti e delle rispettive famiglie. A Faenza non sono bastate una raccolta firme dei cittadini, la riapertura di un luogo di culto, la vicinanza di un parco e di una scuola. Ha vinto, come spesso accade, il profitto. Ha perso la città. Le responsabilità dell'amministrazione sono chiare: è molto grave, molto, quello che è stato concesso. La ludopatia è una malattia vera e propria. È compito dello Stato Centrale Nazionale e degli organi amministrativi regionali e locali cambiare rotta sul gioco d'azzardo, che siano scommesse, che siano sale slot. A cosa servono le battaglie contro la dipendenza da gioco se poi è questo l'atteggiamento degli organi amministrativi? Come Popolo della Famiglia Faenza crediamo in maniera convinta che la società che si debba creare sia una società sana, che riconosce il gioco come potenziale pericolo di deriva sociale. Quella che è stata fatta ha una sola parola: porcheria!”.

 

 

Altri articoli su

Articoli correlati