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Speciale Piemonte: legge sul gioco, l'ora della verità

10 giugno 2023 - 10:57

Come andrà a finire per la normativa sul gioco del Piemonte? Tante le incognite sul tavolo, fra la proposta di modifica promossa da associazioni e Comuni, un possibile ritorno sulla questione delle reinstallazioni e lo sfondo del riordino nella riforma fiscale.

© Pxhere

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Prima parte dello speciale di GiocoNews dedicato al Piemonte e all'evoluzione della normativa regionale sul gioco.
L'articolo integrale è pubblicato sul numero di giugno della rivista cartacea, consultabile online a questo link


Fra circa un anno, probabilmente ai primi di giugno, in concomitanza con le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in Piemonte saranno in programma quelle che sceglieranno il successore di Alberto Cirio alla guida della Regione.
Fra i temi d'interesse che già si intravedono per i candidati alla poltrona di governatore c'è senza dubbio quello relativo alla regolamentazione del gioco pubblico, che in questi anni non ha mai cessato di essere d'attualità per i politici sabaudi.
Abbiamo scritto più volte dei ritocchi alla normativa approvata nell'estate del 2021 dopo un'accesa battaglia a suon di emendamenti in consiglio regionale, fino ad arrivare nel febbraio 2023 alla legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale 2022 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica circa tre settimane fa), in risposta alle modifiche chiese dal Governo, dopo i rilievi mossi dal ministero dell'Interno in relazione a specifiche previsioni, il cui tenore sembrava determinare invasioni della sfera di competenza statale in materia di “ordine pubblico e sicurezza”.
Ma non è finita certo qui.

Sul tavolo infatti ora ci sono due questioni. Innanzitutto il proseguimento dell'iter in commissione della proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Libera - associazione nata con l’intento di fare la propria parte per sollecitare l’impegno della società civile contro tutte le mafie, sotto la guida di Don Luigi Ciotti - che chiede il superamento della legge attuale, che fa il paio con quella analoga sottoscritta da alcuni Comuni piemontesi, Torino in testa.
Dopo la conferenza stampa "di protesta" organizzata dai promotori della proposta di legge agli inizi di maggio sotto le finestre di Palazzo Lascaris, il presidente del consiglio regionale Stefano Allasia, ha assunto l’impegno di programmarne l'esame nelle commissioni competenti. Vale a dire la III, la IV e la commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi, alla quale erano state assegnate lo scorso novembre, senza essere mai trattate.
Da queste commissioni l'iter è ripartito alla fine di maggio, ed entrerà nel vivo la prossima settimana con le audizioni dei proponenti.  A commentare la novità è il consigliere regionale del Partito democratico Domenico Rossi. “Riguardo all’esito dell’iter la certezza è che noi voteremo a favore della legge di iniziativa popolare. Le richieste e le indicazioni di cittadini, associazioni e comuni sono puntuali e vanno rispettate. È una norma in linea con la precedente legge, quella del 2016, La maggioranza si prenda la responsabilità di bocciarla se ritiene.”
Proprio in occasione della conferenza stampa “di protesta” degli inizi di maggio infatti alcuni esponenti del centrodestra si erano detti pronti al confronto, ma anche piuttosto intenzionati a difendere la legge del 2021, auspicando, come nel caso dell'assessore regionale alle Attività produttive, Andrea Tronzano, “un intervento definitivo dello Stato in modo da omogeneizzare la normativa su tutto il territorio nazionale”, già inserito nel disegno di legge delega per la riforma fiscale in discussione in Parlamento.


BARISONE (ANCI PIEMONTE): "LEGGE 2021, COMUNI IN DIFFICOLTÀ" - L'altro tema sul tavolo non è di poco conto e a farsene portavoce è Mauro Barisone, vice presidente di Anci Piemonte, e presidente delegato alla commissione che si occupa di gioco, energia, ambiente e rifiuti.
Come Comuni abbiamo mandato una nota alla Regione per  stimolare una riflessione sugli effetti della legge del 2021 con l’intenzione di far presenti le difficoltà che ha portato ai territori e agli operatori la sua attuazione; poi, una volta ricevuta una risposta, convocheremo un incontro allargato con i sindaci e i rappresentanti delle province. Al momento siamo bloccati. La Regione, come si ricorderà, ha dato tempo fino al 31 dicembre 2021 alle attività di gioco già in essere per presentare la domanda di reinstallazione degli apparecchi tolti in ossequio alla normativa precedente. Per chi non è rientrato in questi termini al momento sono previsti dei controlli, e sanzioni fino alla chiusura, ma a riguardo potrebbe esserci un nuovo intervento della Regione nel mese di giugno per tutelare le attività del settore. Per valutare se può essere presa in considerazione un'ulteriore proroga, per chi non ha fatto la domanda in tempo.” 
Per bypassare le problematiche presenti in Piemonte, così come in altre regioni italiane, magari sarebbe d'uopo una legge unica “che vada dal Trentino alla Sicilia”, chiosa Barisone. “Lo abbiamo anche proposto come Anci ma dall'ultima riunione sono passati 2-3 mesi. Noi cerchiamo di dare ai sindaci degli strumenti per contrastare il gioco patologico, ma anche di tutelare gli operatori del gioco, ma è lo Stato che dovrebbe mettere allo stesso tavolo tutti gli interlocutori, cercando di stilare una normativa omogenea”.

FAVA (LIBERA PIEMONTE): “RIDURRE L'OFFERTA PER RIDURRE LA DOMANDA” - “La legge attuale ha nuovamente aumentato l’offerta di gioco sul territorio, e quindi, inevitabilmente la domanda. In particolare del gioco vicino, del gioco sotto casa, il gioco delle persone che, non avendo più una possibilità comoda, avevano smesso di giocare”, così afferma Maria Josè Fava, referente regionale per il Piemonte di Libera.
Uno scenario che ha spinto Libera a mobilitarsi, insieme con Acli, Arci, Gruppo Abele,  Acli, Arci, Cgil e Ordine dei medici e altre associazioni, per supportare la proposta di iniziativa popolare presentata il 16 settembre scorso, forte del supporto di 12mila firme e delle deliberazioni di 21 Comuni, che chiede il superamento della legge regionale 19 del 15 luglio 2021, che a sua volta ha sostituito la legge 9 del 2 maggio 2016 varata dalla Giunta Chiamparino. 
Queste le modifiche fondamentali chieste nel testo, come ricordano da Libera Piemonte: “Reinserire la retroattività, così che si possano nuovamente spegnere tanti apparecchi se si trovano a certe distanze dai luoghi sensibili; aumentare i luoghi sensibili, correggendo la situazione attuale che esclude, per esempio, le scuole primarie e secondarie, senza rendersi conto che la norma deve riguardare i genitori e i nonni e non i bambini; re-inserire orari seri di spegnimento degli apparecchi, durante la giornata e distanze adeguate alla tipologia di comuni”. La proposta chiede inoltre di prevedere un “tavolo di verifica delle difficoltà del mondo del lavoro dei giochi in modo che si possa monitorare un effettivo calo di posti di lavoro e mettere in atto politiche a sostegno dei lavoratori”.
 

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