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Speciale Piemonte, Pentenero (Comune Torino): 'Gap, agire su prevenzione e controlli'

13 giugno 2023 - 11:04

Gianna Pentenero, assessore del Comune di Torino alle Politiche per la sicurezza e lavoro, offre il suo punto di vista sulla prevenzione del gioco patologico.

© Gianna Pentenero - Pagina Facebook

© Gianna Pentenero - Pagina Facebook

Seconda parte dello speciale di GiocoNews dedicato al Piemonte e all'evoluzione della normativa regionale sul gioco.
L'articolo integrale è pubblicato sul numero di giugno della rivista cartacea, consultabile online a questo link.

Giovedì 15 giugno, al consiglio regionale del Piemonte  è in calendario la seduta congiunta delle commissioni III, IV e Legalità, presidente Giorgio Bertola, per l’audizione dei sottoscrittori delle Pdl 227 di iniziativa popolare per la modifica della legge regionale sul gioco e 228 degli Enti locali in materia di contrasto alle ludopatie.

Fra di loro c'è anche quello di Torino, che nell'estate del 2022 ha approvato una deliberazione in tal senso, presentata in aula dal sindaco Stefano Lo Russo nella veste di consigliere comunale, con 23 voti favorevoli e 4 contrari.

Ne parliamo con Gianna Pentenero, assessore comunale alle Politiche per la sicurezza e Politiche attive del lavoro.

Da assessore al Lavoro della Regione Piemonte, fra il 2017 e il 2019 si è espressa più volte in materia di gioco, difendendo la legittimità della legge regionale in materia varata nel 2015. Lei che idea si è fatta della situazione attuale? È soddisfatta della legge vigente o sarebbe favorevole a una nuova legge regionale?

“Io confermo quanto il nostro consiglio comunale ha già deliberato nel luglio dello scorso anno. Come maggioranza abbiamo approvato una proposta di legge regionale che adotta molte delle proposte inserite nell’impianto di Libera Piemonte e ripristina alcuni standard che avevamo indicato nella legge regionale del 2016 e che invece sono state ridotte nel 2021 dall’attuale giunta regionale di centrodestra. In particolare, la proposta di legge prevede il divieto, per i Comuni fino a 5.000 abitanti, di collocare apparecchi per il gioco a meno di 300 metri da luoghi come scuole di ogni ordine e grado, università, centri di formazione professionale, luoghi di culto e cimiteri, istituti di credito e compravendite di oro usato, bancomat, impianti sportivi, stazioni ferroviarie e di bus, luoghi di aggregazione per giovani e anziani. Per i Comuni al di sopra dei 5.000 abitanti, la zona off limits è estesa a 500 metri. Vengono stabiliti anche il divieto di oscurare le vetrine dei locali e le norme relative alla metratura di questi ultimi. Sono disciplinate anche anche le modalità di esposizione di gratta e vinci negli esercizi pubblici.

Rimanda ai Comuni l’iniziativa di regolamentare l’orario per l’uso degli apparecchi da gioco, nella misura massima di 10 ore sull’arco delle ventiquattro divise in due fasce orarie e non prima di mezzogiorno. La proposta impone forti limitazioni anche alla pubblicità, con divieto assoluto relativo ad apertura o esercizio di sale giochi, sale scommesse o apparecchi per il gioco. Vieta l’utilizzo da parte dei minori.

Inoltre sono molto d’accordo su un coinvolgimento ampio sul contrasto al gioco. Come la partecipazione del terzo settore all’attuazione della legge e ribadisco anche quanto detto dai banchi della maggioranza quando governavamo il Piemonte: occorre particolare attenzione a sensibilizzazione e prevenzione dei soggetti maggiormente vulnerabili.”

Fra le sue deleghe spicca quella alle “Politiche per la sicurezza”, un tema che più volte ha interessato anche le location di gioco pubblico con vincita in denaro. Considerando la possibilità per i Comuni di limitarlo, proprio per motivi di sicurezza, ordine pubblico, nonché di tutela della salute, secondo lei regolamento comunale in materia andrebbe modificato o va bene così com'è?

“Più che per le modifiche dei regolamenti stiamo intervenendo sui controlli e la prevenzione. Da quando la legge regionale è stata approvata i vigili hanno riscontrato dodici violazioni, di cui 9 per divieto di attività pubblicitaria, 2 per mancata rispetto della distanza da luoghi sensibili e altre per mancato rispetto dei limiti orari. A queste se ne aggiungono altre 8 accertate da parte di altre forze di polizia. Sono numeri importanti perché si tratta di violazioni su controlli costanti che la polizia effettua sia in autonomia sia come interforze.

Ma l’attività che stiamo svolgendo si muove in forte collegamento con gli istituti scolastici e con il terzo settore per le azioni di prevenzione tra i giovani. Un coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze serve per far crescere la consapevolezza sui danni del gioco e diventa occasione anche per una forma di controllo diffuso. Le faccio un esempio, proprio durante degli incontri nelle scuole sono state segnalate delle sale gioco che non rispettavano il divieto di accesso ai minorenni e così sono potute scattare delle indagini e dei controlli.”

Secondo lei, al posto delle leggi regionali e dei regolamenti comunali sarebbe auspicabile un intervento definitivo dello Stato in modo da omogeneizzare la normativa su tutto il territorio nazionale, o va bene anche lasciare tutto com'è ora? In caso di 'riordino nazionale' chiederebbe dei poteri speciali per i Comuni?

“Al di là di una legge nazionale che possa rendere più stringente la normativa, occorre che alcuni poteri in materia di programmazione del territorio tornino sul territorio. Ci sono molti aspetti che vanno governati diversamente da realtà a realtà e la possibilità di avere strumenti da parte delle amministrazioni è fondamentale per aumentare il senso di legalità delle nostre comunità. È un’esigenza di gestione delle risorse locali che è stata espressa anche in un incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi da parte di molte città metropolitane.

La sicurezza è un concetto che esula solo dai controlli e dalla repressione, ma occorrono strumenti per risolvere le fragilità. Così le città possono migliorare e i comportamenti devianti ridursi significativamente.”

 

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