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Abodi (ministro Sport): 'Pubblicità al gioco? Punterei sul diritto alla scommessa'

26 settembre 2023 - 10:34

Il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, glissa sulla possibile cancellazione del divieto di pubblicità al gioco e punta sul diritto alla scommessa, con la partecipazione agli utili degli organizzatori di eventi.

Scritto da Fm

“Io non penso che i ricavi dai diritti audiovisivi siano in diminuzione, c'è una negoziazione in atto, non sarà semplice trovare un equilibrio fra domanda e offerta. Il mondo è grande, quindi io confido che la somma faccia un totale quantomeno uguale a quello dell'ultimo triennio. A livello internazionale mi sarei aspettato anche un po' più di intraprendenza, un approccio industriale, innovativo, che puntasse ad arrivare fino al consumatore finale. Mi auguro che questa riflessione possa essere fatta però sono oggettivamente fiducioso che si possa arrivare alla fine della negoziazione complessiva con somme equivalenti. Questo non toglie il fatto che si possano trovare ulteriori forme di ricavo. Io più che sulla pubblicità (del gioco), che peraltro noi vediamo attraverso la pubblicità dei siti (di infotainment) dei concessionari, che hanno trovato con questa formula di pubblicità legale il modo di investire in comunicazione, punterei sul diritto alla scommessa, con l'1 percento sul montante delle entrate delle scommesse sportive”.

Così il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, in risposta a una domanda sulla possibile cancellazione del divieto di pubblicità al gioco introdotto dal decreto Dignità per fare fronte al calo dei ricavi dei diritti audiovisivi, nel corso della prima puntata della nuova stagione de ‘La Politica nel Pallone’ in onda su Gr Parlamento ieri, 25 settembre.

 

Secondo il ministro, sarebbe “corretto, e più logico che anche gli organizzatori degli eventi possano partecipare alla catena del valore, al beneficio generato dall'organizzazione degli eventi. In questo momento la torta viene divisa nell'aggio per lo Stato, nel montepremi per gli scommettitori e nei benefici per i concessionari. Io penso che ci sia un quarto soggetto da considerare: l'organizzatore dell'evento, che merita di partecipare alla distribuzione degli utili di questo settore”.

 

Una risposta che quindi sembra chiudere la porta a un ritorno alla pubblicità del gioco sulle maglie delle squadre di calcio, in controtendenza con le posizioni espresse dallo stesso Abodi nei mesi scorsi, oggetto anche di due interrogazioni parlamentari presentate da Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza verdi e sinistra.

Abodi quindi fornisce un'anticipazione sulla riforma della “legge Melandri”, per la quale oggi l'assegnazione dei diritti televisivi ai broadcaster non può superare i tre anni:“Stiamo iniziando a lavorare sull'architettura di base di una riforma della gestione dei diritti audiovisivi. Dopo di che inizierà un confronto con tutti i portatori di interesse perché è opportuno che venga ammodernata, venga resa più contemporanea, ma con il confronto, non calandola dall'alto. La legge Melandri ha avuto la sua utilità, ha fatto la sua storia, ma è talmente cambiato il mondo che è opportuno riscriverla. Mi auguro di poterlo fare entro la primavera prossima”.

 

 

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