Gravina (Figc): 'Riaprire le sponsorizzazioni collegate al betting'
A margine del consiglio federale, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, torna a chiedere il ritorno delle sponsorizzazioni delle società di scommesse alle squadre di calcio.
Scritto da Redazione
Il possibile ritorno della pubblicità delle società di scommesse sulle maglie delle squadre di calcio torna di nuovo sulla cresta dell'onda.
Dopo le recenti dichiarazioni in proposito del ministro dello Sport, Andrea Abodi, e i relativi commenti che ne sono seguiti – e si vocifera che il tema potrebbe entrare nella legge di Bilancio, anche se il Governo si dice intenzionato a non proporre altri emendamenti, di nessun tipo – è la volta del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che ha espresso i suoi desiderata in proposito a margine del Consiglio federale tenutosi ieri, 19 dicembre.
“Il ministro Abodi mi ha chiesto quali fossero le priorità per il calcio italiano. Per me il diritto di scommessa è un diritto sacrosanto che è collegato ad una risoluzione dell'Unione europea sulla tutela del diritto d'autore. Lo stanno applicando in diverse altre nazioni, non capisco perché non debba essere applicato in Italia. Quindi la percentuale sulle scommesse, l'apertura delle sponsorizzazioni collegate al betting, il passaggio da tre a cinque anni per quanto riguarda la negoziazione dei diritti televisivi, l'introduzione nel mondo del calcio del tax credit, così come avviene nel mondo della cultura e del cinema. Se 'sport è cultura' sul piano dei doveri, ciò deve valere anche sul piano dei diritti. Su questo chiediamo pari dignità, e riteniamo che se un imprenditore ha voglia di finanziare il mondo dello sport e del calcio, credo che sia un'ottima opportunità prendere le risorse che arrivano dall'imprenditoria in generale".
Infine, "per attuare definitivamente un progetto di riforma dei campionati e del calcio italiano è fondamentale un riconoscimento, con una piccola modifica della legge 91 per l'introduzione del semi professionismo o l'avviamento del professionismo. Riteniamo che sia fondamentale questo passaggio con tutto quello che può comportare per il primo livello del professionismo del calcio italiano”.