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Il betting d’Italia è maturo, le regole sono vecchie

29 gennaio 2022 - 09:25

Il bando online salta ancora e gli operatori del betting vivono ancora nell’incertezza nonostante gli ottimi risultati di 2020 e 2021. Intanto, però, il settore funziona a meraviglia ed è finalmente competitivo dopo tanti anni di difficoltà.

Scritto da Cesare Antonini


Dal 2006, da quando Pierluigi Bersani ha liberalizzato il settore delle scommesse sportive, gli operatori hanno faticato assai per arrivare a essere competitivi con il mercato “dot com” che, all’epoca, era distante anni luce. Si diceva che quando un bookmaker in Italia aveva pensato una scommessa, un operatore estero aveva già riscosso la giocata.

Adesso non è più così: il mercato e i siti online, le app e le modalità di gioco sono decisamente attrattive. I problemi normativi rimangono comunque e la speranza è che tutto possa risolversi con il riordino del settore del gioco pubblico. Intanto sentiamo dagli operatori e dai legali quali sono le eccellenze e quali le problematiche, protagoniste di uno speciale pubblicato sulla rivista Gioco News di gennaio 2022, sfogliabile online a questo link.

NICCOLO CARAMATTI (FANTASYTEAM E SPORTITALIABET): "SCOMMESSE TRICOLORI, SERVONO MAGGIORI CERTEZZE NORMATIVE" - “Un anno eccezionale per le scommesse online ma siamo molto critici sulla gestione del futuro perché ci servono tantissime certezze”. Niccolò Caramatti, founder e Ceo di Fantasyteam, oltre che a capo del progetto Sportitaliabet, tira le somme del 2021 analizzando anche la prospettiva del 2022, incertezze normative permettendo, appunto. Partiamo dal momento, quindi: “Da imprenditore del settore non posso che essere estremamente critico per come la politica continua a gestire il settore del gioco e, da ormai anni, il verticale del betting in attesa di un riallineamento delle concessioni da almeno cinque anni - spiega Caramatti - credo sia inaccettabile vivere in un ambiente così iper regolamentato ma in cui, allo stesso tempo, regna una grave incertezza. Se parliamo di bando online a noi servono una serie di garanzie sul periodo di durata, sul costo della concessione e sui contorni della licenza stessa. E non abbiamo risposte su questi elementi come sulle cifre ridotte e ci servono certezze. Si è parlato di contemporaneità ma anche di rendere paritetica l’offerta per rendere allo stesso livello i bookmaker e quindi dargli parità competitiva”.
Se il futuro è incerto parliamo dell’anno appena passato con la speranza di avere notizie migliori: “È stato un anno eccezionale che arrivava già da altri 365 giorni record e possiamo essere soddisfatti del bilancio - prosegue Niccolò Caramatti - anche il nuovo brand Sportitaliabet è andato molto bene grazie a iniziative di marketing, ovviamente nei limiti del decreto Dignità. Fantasyteam è andato bene e continua ad avere ambizioni importanti di crescita dopo un altro anno assai positivo. Il giovamento del lockdown lunghissimo del betting retail dura ancora per il digital”. Approfondiamo questo aspetto: “Grazie all’ingaggio di qualche influencer le iniziative sono andate benissimo. Crediamo molto nello sviluppo dell’intrattenimento nel gioco pubblico e questo si sposa molto bene coi media. Un campo largo dove esprimersi con profitto. Sportitalia c’ha creduto senza paura e il format si è sposato benissimo col gioco. Come detto, stando nei limiti di quello che è permesso fare, il vantaggio è stato quello di avere un media autorevole e il messaggio televisivo funziona ancora molto bene”.
Manca ancora qualche strumento per strutturare al meglio l’offerta di gioco nel betting “punto it”? “La nostra offerta di gioco prematch è davvero tra le migliori in circolazione. Non invidiamo nulla a nessuno. Il cashback o altri strumenti di palinsesto possono mancare ancora, è vero, ma sono sottigliezze. Ribadiamo sempre il concetto che la nostra esperienza dai daily fantasy sports rimane determinante per creare un’offerta particolare pensata per lo scommettitore. Ad esempio giocare sui calci d’angolo o sulle ammonizioni serve a svincolare anche il tifo dalla scommessa e il giocatore può puntare su tante opzioni senza andare contro le sue passioni. La chiave, quindi, è l’intrattenimento che è molto più ludico e non servono strumenti nuovi. Tornando al cash back si tratta solo di una monetizzazione che si offre in più ma non serve molto al giocatore che cerca maggiore intrattenimento”.
Betting puro e intrattenimento. Altri giochi come Sorare, ad esempio, possono prendere piede in Italia? “Sì, piace a molti ma il giocatore cerca anche contenuti durante il gioco e al momento non ci sono altre necessità - prosegue il Ceo di Fantasyteam - in Italia il palinsesto è libero ed esiste trasparenza e certezza del risultato. Non invidio nulla a nessun altro prodotto. Ovviamente qualche nuovo gioco ci sarà e avrà più componenti in una ma non dovrebbero essere troppo skill intensive. Anche nel poker si è cercato di innovare ma le formule semplici hanno avuto più successo, come i sit and go hyperturbo con montepremi variabili e moltiplicatori che offrono tanti soldi”.
Quale può essere la prospettiva del betting? Faticano anche gli esports a quanto pare visto che molti organizzatori non vedono bene la vicinanza con le scommesse: “I videogiochi competitivi nel gaming faticheranno sempre - analizza Caramatti - chi ci gioca non ci scommette e non penso si andrà in quella direzione. Crediamo più in quello che stiamo facendo, contenuti media live e gaming, guardo sport in streaming su una piattaforma dedicata dove posso giocare anche. Questo è quello che pensiamo accadrà”.
E quindi le vostre prossime novità quali potrebbero essere? “Stiamo studiando sempre nuovi mercati per scommettere con lo stile dei fantasy sport. Ad esempio sul basket Nba abbiamo allargato le offerte di gioco incentrare sui giocatori come le stoppate, i rimbalzi e altre giocate ancora che possono far godere l’evento agli scommettitori al di là del risultato. Sui casino games, invece, l’offerta è sempre più ricca e ci sono collaborazioni molto forti coi produttori di giochi”, conclude Niccolò Caramatti.



PUNTI VENDITA E RICARICA, UN FENOMENO DA "RIORDINARE" MA INDISPENSABILE - I punti di gioco in Italia sono sempre contingentati e i nuovi bandi di gara potrebbero prevedere una riorganizzazione di corner e negozi di gioco dopo almeno quindici anni e varie proroghe e condoni (vedi i Centri trasmissione dati di bookmaker senza licenza). Nelle sacche dell’incertezza normativa, poi, ha proliferato un fenomeno che è quello dei punti vendita di carte di ricarica per il gioco online che, attualmente, rischia di essere uno dei pochi metodi per affiliare nuovi giocatori dal retail al digital stante anche il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo.
Secondo Cino Benelli, avvocato amministrativista, esperto di giochi pubblici, appalti e concessioni, il fenomeno “andrebbe regolato perché non esiste una norma che ne definisca limiti, obblighi e funzioni”. Il legale ha espresso questa volontà nel corso del focus su concessionari e gioco legale online ospitato dal convegno “Gli stati generali del diritto di internet” organizzato all'Università Luiss Guido Carli di Roma poco prima di Natale.
Queste le evidenti contraddizioni: “Nella previsione di un registro degli esercenti di gioco pubblico sono stati inseriti anche i titolari di Pvr, figura che esiste nella prassi ma non è normata, non è prevista nelle convenzioni di concessione. Poi, c'è un altro problema: l'assenza di intermediazione chi la verifica? E la presenza dei requisiti morali, buona condotta, e la mancanza di condanne, requisiti richiesti a chi raccoglie gioco per lo Stato? L'organo accertatore si trova spesso in difficoltà, salvo casi macroscopici. L'assenza di regolamentazione può dare la stura a fenomeni di concorrenza sleale. Spero quindi che questo problema venga affrontato nell'ambito del riordino e che si possa dare una conformazione precisa a questi soggetti”, conclude il legale toscano.

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