Pc in locali pubblici, non c’è reato se consentono libera navigazione su siti gioco
Il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato dal titolare di un centro collegato all’operatore Betpassion, che non possiede la concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, stabilendo che mettere a disposizione in un esercizio pubblico dei computer, con cui è possibile navigare liberamente, non configura automaticamente il reato di scommesse abusive e non autorizza il sequestro e la distruzione delle apparecchiature.
Scritto da Redazione
I giudici hanno dunque annullato il sequestro di 8 computer e la multa da 40 mila euro calcolata dall’ufficio regionale dei Monopoli.
Nella sentenza si sottolinea che al momento la normativa italiana non prevede sanzioni per la semplice messa a disposizione di apparecchi, a meno che non siano utilizzati in maniera univoca ed esclusiva alla raccolta di giochi e scommesse. Un principio ribadito dalla Cassazione che non ritiene la “mera predisposizione” di apparecchi collegati a internet associabile alla raccolta abusiva di scommesse, ma anche dai Monopoli, che in una circolare hanno chiarito che “non sussiste alcuna violazione” - si legge nella sentenza del tribunale di Torino - se ad esempio i computer sono messi a disposizione per “la libera navigazione sul web”. La presenza di pc – eventualmente utilizzati per collegarsi a siti di gioco non autorizzati– non è neanche punibile con la “Legge Balduzzi”: la norma è “imperfetta”, visto che vieta la messa a disposizione negli esercizi pubblici di apparecchi, terminali e dispositivi che permettono di giocare collegandosi a internet, ma non specifica quali siano le sanzioni.