Scommesse e Ctd, legale raccolta per operatore discriminato in Italia
L'avvocato Agnello commenta sentenza per cui il rapporto tra concessionario Adm su rete fisica e sue ricevitorie è equiparabile a quello tra Stanleybet e i suoi Ctd.
“Non rientra nell'esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa la raccolta per conto di un un allibratore straniero autorizzato ad operare in uno Stato dell'Unione ed illegittimamente discriminato in Italia nell'assegnazione delle concessioni di gioco, effettuata in modo trasparente, in forza di vincolo contrattuale con il bookmaker, secondo lo schema della raccolta attraverso i luoghi di vendita".
Questo il principio che ruota intorno ad una recente sentenza della Cassazione, che oltre ad aver trattato il reato di intermediazione nella raccolta abusiva del gioco o nell’utilizzo dei conti di gioco “anonimi” ha anche ribadito l’esclusione del reato e la conferma della sua precedente giurisprudenza in materia di attività di raccolta del gioco tramite luoghi di vendita collegati con operatori discriminati nell’accesso al sistema concessorio italiano.
A commentarla è l'avvocato Daniela Agnello.
“La Corte ha affrontato dei principi di diritto fondamentali che non possono essere tralasciati.
Il Supremo Collegio ha analizzato la posizione di un esercizio commerciale dedito alla raccolta e accettazione delle scommesse che metteva a disposizione dei clienti il proprio conto gioco o conti di gioco di comodo, in collegamento con un operatore austriaco che sollevava dei profili discriminatori nell’accesso al sistema concessorio italiano. La Corte ha ritenuto in tale caso la configurabilità del reato”.