“Dal punto di vista della rete il regolamento è apprezzato, era atteso, e le innovazioni in esso contenuto erano già state valutate anche all'interno delle associazioni. Per questo non mi sembra di vedere delle criticità particolari”.
Inizia così la disamina di Stefano Sbordoni, avvocato esperto di gioco e betting, del regolamento che disciplina le "scommesse a quota fissa su eventi sportivi diversi dalle corse dei cavalli e su eventi non sportivi" che entrerà in vigore il prossimo 28 ottobre.
“Da un punto di vista operativo sicuramente dovremo valutarne l'impatto in termini commerciali ma, com'è stato notato, c'è un avvicinamento fra retail e online: è una tendenza che non è tanto astrusa, le differenze in termini di prodotto non ci dovrebbero essere. Sicuramente, per quanto riguarda l'offerta, ci potevano essere delle varianti dovute al canale di commercializzazione; ora con l'omnichannel è ovvio che si assottiglino le differenze fra i due mondi.
Il tutto va gestito insieme con una regolamentazione a monte di quello che è il riordino del settore, anche nelle sue varie tipologie di offerta. Un conto è omogeneizzare, ridurre le differenze, andare verso l'omnicanalità e avere delle novità, altro è che possano avere poi l'adeguata distribuzione in un riordinata rete commerciale, sia terrestre e online. Se il prodotto si omogeneizza fra terrestre e online va rivista la rete, nella stessa ottica”.
Restando in tema, chiediamo a Sbordoni una presa di posizione in merito ad un argomento particolarmente dibattuto dagli operatori in questi giorni: la concertazione e l'accordo integrativo sui punti vendita ricarica, al centro di una serie di open hearing promossi dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli.
“Sicuramente anche questo è un tema fondamentale. Credo che Adm abbia fatto bene a indire l'open hearing che può essere una tappa del percorso per il varo della regolamentazione dei Pvr, dopo la circolare emanata a maggio”.
In quest'ottica per l'avvocato non è un caso che, almeno finora, gli operatori possano aver risposto un po' a rilento, e che al momento solo un decimo di loro abbiano già sottoscritto l'accordo integrativo. “Forse erano in attesa di avere un confronto con l'Agenzia, che di fatto non è ancora terminato”.
Quanto agli scenari futuri e all'evoluzione dei Pvr, Sbordoni evidenzia: “L'omogeneizzazione dei prodotti, la multicanalità, il riordino dell'offerta anche a livello di rete distributiva, devono portare a una riflessione anche sui Pvr. Come sempre il mercato ha anticipato la norma, quindi i Pvr sono nati prima che ci fosse una regolamentazione definita, anche se la loro previsione c'era. Il punto di ricarica è uno spot promozionale: nel momento in cui l'introduzione del divieto di pubblicità al gioco ha tagliato le gambe a qualsiasi forma di visibilità del gioco online il fenomeno è esploso; e con la repressione sconsiderata delle attività da parte delle amministrazioni locali con distanziometri e limiti orari i Pvr hanno acquisito sempre più rilevanza. Pur essendo privi di regolamentazione, e non perché ci fosse una volontà di compiere illeciti, ma poiché era un fenomeno in itinere, che poi è cresciuto oltre quanto si potesse immaginare all'inizio. Ora quindi eccoci giunti alla necessita di metterci mano, ma tutto questo devo essere supportato dal riordino, altrimenti faremo sempre passi solo di aggiustamento di tiro, mentre un quadro generale di riferimento è necessario per definire il tutto in maniera sostanziale e duratura”.
L'avvocato quindi chiosa: “Il corollario è che l'illegale anticipa ancora di più il regolatore e il mercato stesso essendo privo di vincoli e spregiudicato, per definizione. I fenomeni devianti che hanno creato apprensione sui Pvr sono dovuti a questo fatto: la reazione del mondo illegale è spaventosamente veloce e quindi anche arginarla e prevederla non è facile; bisogna essere sempre attenti, reattivi e preparati, cosa che si concilia poco con i tempi della burocrazia in generale, però in questo caso abbiamo un'Agenzia dedicata e attenta e quindi guardiamo con curiosità e soddisfazione lo svilupparsi di questo processo di regolamentazione. Le reazioni di chi ancora non ha sottoscritto non sono negative ma di cautela e magari di necessità di spiegazioni per comprendere davvero la sua portata, e di chiarire alcuni punti, come di fatto sta avvenendo adesso. Infine, ci sono anche degli aspetti giuridici molto delicati da considerare, se sia un addendum alla concessione, se fa parte del contratto di convenzione oppure no. Il confronto fra Adm e operatori era ed è importantissimo, e sarà fondamentale che continui. Mi sembra che fra le parti in causa non ci sia alcun conflitto ma una richiesta di confronto, per andare tutti verso lo stesso obiettivo”.