Thibault (Tonucci e partners): 'Norma francese su esports modello di riferimento in Europa'
L'avvocato esperto di contrattualistica di media, spettacolo, giochi e esports spiega i punti di forza del 'modello francese' che potrebbe fare da esempio anche per l'Italia.
"Per gli esports la Francia ha impostato un apparato normativo semplice, conciso e chiaro su tutte quelle questioni che richiedono un intervento speficifico. Perché per avere un ecosistema competitivo ci vuole certezza". Così l'avvocato Hélène Thibault, dello studio Tonucci e partners, esperta di proprietà intellettuale e contrattualistia in ambiti di media, spettacolo, giochi e esports, nel suo intervento al convegno "Anche questo è (e)sport", realizzato da Esportsmag nell'ambito della Notte delle Idee, ieri, 4 maggio, a Roma, nella cornice di Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata francese in Italia.
"I nostri vicini di San Marino", ricorda Thibault iniziando il suo intervento, "hanno appena adottato un Codice degli esports, e sulla base di questo anche in Italia si sta muovendo qualcosa, e non è detto che non ci siano novità a breve".
Spiega poi ciò che avviene nella vicina Francia, dove c’è una linea politica che dal 2015 ha deciso di promuovere l’industria degli esports favorendo la creazione, la strutturazione e il rafforzamento delll’ecosistema. "Questo significa non solo una legge, ma anche una serie di azioni più diffuse", illustra l'avvocato. "In Francia è stato adottato un piano di azione specifico sugli esports che prevede un piano di sviluppo su cinque anni e che mira a far diventare la Francia il leader europeo del settore esports. Ciò è legato anche ad una grande apertura politica alle nuove tecnologie, un aspetto che, in Francia, è stato verificato anche in altri ambiti, ed è questo il primo aspetto importante di un modello che non è solo regolamentare, ma cerca di introdurre anche una serie di good practice".
Passando all’aspetto regolamentare Thibault illustra come "nel 2016 è stata adottata una legge che si è declinata in due decreti, una sull’organizzazione delle competizioni e il secondo sullo stato dei pro player. Una scelta di privilegiare un apparato normativo semplice, conciso e chiaro su tutte quelle questioni che richiedono un intervento speficifico. Per avere un ecosistema competitivo ci vuole certezza, e questo giustifica una normativa su quel fronte e poi ci vuole tutela per il giocatore, con una attenzione particolare per il minorenne".
"Per quanto riguarda la realizzazione di tornei è stata esclusa l’applicazione della normativa in materia di gioco d’azzardo, cosa che in Italia non è ancora stata fatta, ed è stata resa lecita l’organizzazione di tornei con la ratio che il sacrificio finanziario dei giocatori non deve superare l’importo dei costi di organizzazione, altrimenti ciò farebbe scattare un aspetto speculativo. A queste condizioni si può organizzare tornei molto liberamente, con una dichiarazione online".
Tra le caratteristiche di questi tornei c'è il fatto che "il torneo deve essere gratuito e i minorenni (che devono avere più di 12 anni) possono partecipare solo con autorizzazione dei genitori, e in caso di eventuali vincite in denaro c’è l’obbligo poi per l’organizzatore del torneo di depositare il denaro presso una cassa dalla quale il giocatore potrà prelevare le somme solo una volta raggiunta la maggiore età. Poche regole, ma chiare e precise".
Infine, sullo status del pro player, Thibault spiega che "c’è un meccanismo di accreditamento del giocatore che richiedere specifiche condizioni economico-finanziarie, ma anche un accompagnamento del giocatore dal punto di vista della salute fisica, psicologia e mentale e dal punto di vista dello sviluppo professionale.
Il contratto deve essere a tempo determinato, al massimo di cinque anni, ma inquadrato nel mondo del lavoro francese. Anche in questo c’è una tutela dei minori con la contrattualizzazione che deve essere autorizzata da una specifica commissione che valuta le caratteristiche dell’attività e sempre con la clausola del deposito dei guadagni presso la cassa di deposito di cui dicevo prima".