Esports in Italia, Borgonzoni (Mic): 'Videogiochi strumento di cultura e lavoro'
Nel corso dell'evento 'Ecosistema degli Esports in Italia-Inquadramento normativo, scenari e prospettive di crescita per il settore' anche la politica rileva il ruolo dei videogame come strumento di cultura e lavoro.
Roma - “Quando si parla di videogiochi, si parla di prodotti che nascono dalla creatività, o meglio di imprese culturali, quindi bisogna parlarne al ministero della Cultura. Noi stiamo investendo molto sulle imprese culturali e abbiamo inserito questo termine nel disegno di legge sul Made in Italy. Abbiamo inserito i videogiochi fra le materie di studio nelle scuole e si potranno portare progetti legati ad essi”.
Lo ricorda la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni nell'ambito dell'evento “Ecosistema degli Esports in Italia-Inquadramento normativo, scenari e prospettive di crescita per il settore”, organizzato da Iidea, associazione di categoria dell'industria dei videogiochi, oggi, giovedì 28 settembre, nella sede del ministero della Cultura a Roma.
“L’incontro di oggi è volto a capire come poter colmare un vuoto normativo e ci sarà anche l’aiuto delle istituzioni perché questa discussione ritengo che debba passare anche per il Parlamento e deve avere l’apporto dalle audizioni in Aula”, rimarca Borgonzoni. “Bisogna prendere le buone pratiche che le altre nazioni hanno applicato per avere una visione europea e avere una normativa che possa dialogare con altre nazioni. È fondamentale perché è un settore che crea lavoro, e visto che parliamo di creare lavoro per i giovani sicuramente questo è un modo per poterlo creare”.
La sottosegretaria poi sottolinea come sia “importante poter inserire questo comparto nella cultura perché la racconta attraverso uno strumento che ha un’espansione mondiale, più di tanti altri prodotti. Inoltre, è anche uno strumento utile per l’insegnamento nelle scuole per aiutare quei ragazzi che hanno difficoltà nell'apprendimento, e che in questo modo possano diventare ancora più bravi”.
MOLLICONE (FDI): “REGOLE PER UN APPROCCIO SANO AGLI ESPORTS” - Federico Mollicone (Fratelli d'Italia), presidente della commissione Cultura della Camera dei deputati invece afferma: “Gli esport si sono distinti per un percorso indipendente di sviluppo sfruttando la libertà della rete. Non possiamo far finta di niente e dobbiamo dare una risposta come legislatori alla luce anche dei numeri sul comparto: ad esempio i campionati di esports di League of legend hanno coinvolto 5,1 milioni di persone. Il Comitato olimpico sta dando attenzione al fenomeno e nel giugno di quest'anno si sono svolti a Singapore i primi campionati olimpici degli esports. Continueremo a lavorare con le associazioni sportive del settore con l’obiettivo di diffondere un approccio sano ai videogame facendo crescere e sviluppare l’industria ma mantenendo l'equilibrio sul corretto utilizzo dei device. Di recente sono state istituite scuole di formazione per commentatori, allenatori e si è creato un piccolo ecosistema. Non bisogna avere paura dell’innovazione ma bisogna dare una forte rete di regole e per gli esports è lo stesso. Queste questioni devono essere portate avanti e la commissione che seguo sta conducendo un’indagine conoscitiva a riguardo. La domanda è: dove può arrivare questo mondo? Il documento finale redatto dalla commissione avrà una parte specifica sugli esports e saremo la prima commissione parlamentare che si è occupata del tema”.
MARTI (LEGA): “REGOLAMENTAZIONE ESPORTS, SEGUIRE IL MODELLO FRANCESE” - Roberto Marti (Lega Salvini premier), presidente della commissione Cultura del Senato, inizia il suo intervento ringraziando Iidea, “azienda rappresentativa in questo segmento che ci aiuterà a svolgere questo lavoro partendo da zero. Luca Toccalini (membro della commissione Attività produttive della Camera, Ndr) sa che alla Camera si è cominciato a trattare questa materia e ringrazio i colleghi per questo. Senza dubbio bisognerà parlare anche in Senato di una proposta che va costruita trovando delle nuove soluzioni. È un percorso che faremo insieme tra Camera e Senato con il contributo vostro.
È necessario distinguere per proprietà di linguaggio il videogioco in sé dalla competizione videoludica, che è una cosa molto differente. Ad oggi sono due le eccellenze a livello di legislazione, quella di San Marino e quella francese. Io credo che l’Italia debba andare nella direzione del modello francese: per ragioni di competitività europea nei confronti dell’Asia e soprattutto perché l’Italia non vuole rimanere indietro rispetto ai 'cugini' francesi. Per questo il modello deve essere sostenuto e migliorato”.
TOCCALINI (LEGA): “VALORE LUDICO MA ANCHE SOCIALE, LAVORARE INSIEME PER LE REGOLE” - Luca Toccalini (Lega), membro della commissione Attività produttive della Camera, invece dichiara: “Siamo partiti da un processo di ascolto di quegli operatori che tutti i giorni sono su questi temi, con pregi e difetti. Il tema esports mi ha sempre appassionato; sono cresciuto con giochi famosi che ora sono diventati esports, cosa che prima era impensabile. I tempi sono maturati negli ultimi anni e il nostro compito è quello di intercettare gli stakeholders che dovranno darci una mano. Il fatto che si parli al ministero della Cultura di questo tema ne fa comprendere il valore, non solo ludico ma anche sociale, l'importanza anche come volano di inclusione sociale, specie per quelle fasce di popolazione, penso anche ai disabili, che giocando si sentono 'come tutti gli altri'. Sono aspetti su cui dobbiamo lavorare tutti insieme.
Va anche considerata la questione dell’inquadramento contrattuale dei giocatori, che indubbiamente andrà dibattuta. Quanto alla regolamentazione, San Marino ad esempio fa riflettere: è uno Stato con 30.000 abitanti che ha redatto per primo delle regole sugli sport elettronici - in parte secondo me non corrette - cogliendo le possibilità di investimento legate a questo comparto, con tanti benefici per tutto l’indotto. Ci sono tante cose date per scontate che possono essere messe a terra e un'altra buona notizia è che è disponibile un credito d’imposta per le aziende che sviluppano videogiochi, un grande passo avanti rispetto a qualche anno fa”.
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