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DiMaggio (Radio Montecarlo): 'Case da gioco? Serve qualcosa di divertente per attirare clienti'

15 giugno 2024 - 08:58

Lo speaker di Radio Montecarlo Maurizio DiMaggio a tutto campo sui suoi numerosi tour che l'hanno portato anche a visitare le capitali mondiali dei casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo

Voce storica, e inconfondibile, di Radio Montecarlo, Maurizio DiMaggio “sempre in viaggio” tiene fede al suo soprannome: ascoltarlo, anche al di fuori delle sue trasmissioni, è come partire alla scoperta delle tante meraviglie del mondo. Quel mondo che ha girato in lungo e in largo e di cui parla in maniera sempre evocativa, divertente e appassionata. Come forse solo uno speaker radiofonico con decenni di carriera alle spalle sa fare. 

Ma dove nasce la tua passione per la radio e cosa consiglieresti a un giovane che, nel 2024, volesse approcciare questo mestiere?

“Di non farlo! Scherzo, questa è la cattiva battuta che fanno tutti. Quindi, tornando serio: di studiare molto. La differenza la fa solo la preparazione ma per cominciare una carriera di questo genere ci vuole anche l'attitudine. Io ho scoperto di averla alle scuole elementari, ero sempre il primo a volere leggere. Poi ho scoperto di sapere raccontare bene le fiabe ai miei nipotini, facevo le vocine e ho capito di essere tagliato per lo storytelling. La radio l'ho scelta perché ero un ragazzino brufoloso e sfigato, dunque per attirare l'attenzione delle ragazze della mia classe ho cercato di diventare speaker della radio della mia città, Radio Ivrea Canavese. Non avevo neanche il motorino: avevo fatto un provino e mi avevano affidato la trasmissione del sabato 'Vai col disco'. Mezz'ora in tutto: vivevo la settimana in funzione del sabato.”

Parallelamente, come detto, hai fortemente coltivato la tua passione per i viaggi. Come descriveresti questa passione a qualcuno che, magari non ce l'ha?

“La passione per i viaggio è andare in giro per il mondo e sentirsi bene come a casa se non di più. Chi viaggia è curioso e la curiosità è sintomo di intelligenza, ti dà la misura della persona. Il viaggiatore ama sperimentare, scoprire e testare tutto quello che è possibile.”

C'è un viaggio che più di tutti ti è rimasto nel cuore e perchè?

Quello in Vietnam. Ogni giorno era una nuova experience e poi eravamo caduti bene con le guide, sono loro che ti fanno amare il loro paese. Ricordo una crociera al mattino nella baia di Ha Long, i colori erano saturi come quelli di Instagram ma quelli erano veri!”

C'è invece una meta che per qualche motivo ti è sempre sfuggita e che sogni ancora di visitare?

“Yes: il Giappone. Mi sono organizzato molte volte per andare ma ogni volta succedeva qualcosa a impedirmi di partire. Il mio prossimo viaggio invece sarà nell'Istria italiana.”

Sicuramente avrai visitato anche le grandi capitali mondiali dei casinò, Macao e Las Vegas: che cosa ne hai pensato? Le consiglieresti come mete per le prossime vacanze?

“Infatti ci sono stato. A Macao due volte, quando ero a Hong Kong. Non ho visto i casinò ma mi ha stupito con la sua impronta portoghese: tutta la parte vecchia sembra Lisbona, con i suoi ciottoli neri e bianchi che riproducono le onde.

Anche Las Vegas mi è piaciuta molto. La prima volta che sono andato e che ho visitato un casinò, ci ho trovato dentro Terry Savalas che stava girando una pubblicità! Sono mete simpatiche anche per i non giocatori, posti dove è bello andare con la famiglia e che hanno saputo riadattarsi a questa finalità. Gran belle destinazioni ricche di attrazioni.”

Sei stato recentemente ospite del Saint Vincent Resort & Casino per condurre, assieme con Barbara Castellani. la prima edizione del festival “Les voix cachèes”: che esperienza è stata?

“L'idea nasce dall'amministratore unico Rodolfo Buat che ha voluto spostare il riflettore dall'artista ai suoi coristi e coriste. Spesso sono alleati preziosi per il cantante in tournèe che può avere un calo di voce, oppure che ha bisogno di aggiustare l'intonazione. Proprio lì intervengono i coristi e dare visibilità a queste persone mi ha reso felice. Anche io, del resto, sono una voce nascosta. In radio mi si sente ma non mi si vede e dunque la radio mantiene il suo fascino, anche se oggi ci sono i social e a tale proposito bisogna poi vedere che cosa proponi a livello di immagine.”

Come vedi questa accoppiata tra gioco e intrattenimento portata avanti dalla Casa da gioco valdostana?

“Si tratta esattamente dello stesso concetto applicato a Las Vegas. Le case da gioco devono creare qualcosa di divertente per la clientela, e Saint Vincent ha la migliore tradizione al riguardo, così da dare un servizio più completo, nell'ottica della piacevolezza del soggiorno.”

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