'Abuso di posizione dominante': Fortnite batte Google in tribunale, per ora
Un tribunale in California stabilisce che il colosso delle ricerche online 'sta abusando del suo monopolio sul mercato delle app', ma Mountain View non ci sta è promette battaglia.
È Tim Sweeney, il 53enne fondatore di Epic Games, a dare notizia, attraverso un tweet, della "vittoria" in tribunale del suo Fortnite con le pretese di Google.
Una battaglia legale iniziata più di tre anni fa, quella tra Fortnite e Google (ma anche Apple), ree non solo di applicare commissioni altissime tramite i loro app store, ma anche di esercitare una politica che, a dire di Epic Games e di altri sviluppatori, sarebbe quantomeno poco pulita.
Ora la sentenza (all'unanimità) di un tribunale californiano, stabilisce che il colosso di internet “sta abusando del suo monopolio sul mercato delle app, a scapito degli sviluppatori”, dando così ragione a Epic Games.
“Vittoria contro Google!” ha scritto Sweeney sul suo profilo su X, aggiungendo che “dopo quattro settimane di testimonianze dettagliate i giurati si sono pronunciati contro il monopolio di Google Play su tutti i fronti. Il lavoro del tribunale sulle misure di ritorsione inizierà a gennaio. Grazie a tutti per il vostro supporto!”. E ha chiosato con un: “Fortnite gratis!”
Si tratta di una battaglia basata su questioni di natura quasi prettamente economica, che già nel 2018 aveva portato Google a rimuovere Fortnite dal suo store e, in seguito, a mettere in vendita in vendita i V-Bucks (la moneta virtuale del mondo di Fortnite) solo sui canali di Epic Games, evitando di dover cedere a Google una commissione del 30 percento.
Ora il nuovo capitolo, con i giurati del tribunale californiano che hanno concordato con Epic Games su tutti i punti evidenziati confermando dunque che Google ha il monopolio sul mercato della distribuzione delle applicazioni su Android e su quello dei servizi di pagamento nelle app. Secondo il tribunale Google avrebbe quindi agito in modo anticoncorrenziale in questi mercati, e Epic Games, a causa di questo comportamento, avrebbe subito dei danni economici. Il tribunale sancisce così che il collegamento tra l'app store di Google Play e il suo servizio di pagamento Google Play Billing, a suo giudizio, è chiaramente illegale.
Come anticipato, tuttavia, la questione non sembra affatto destinata a fermarsi qui. E a confermarlo sono proprio le parole di Google. A Epic Games, che scrive in un comunicato stampa che "il verdetto di oggi è una vittoria per tutti gli sviluppatori di app e i consumatori di tutto il mondo. Dimostra che le pratiche di Google nel mercato delle app mobili sono illegali e che Google sta abusando del suo monopolio per imporre tariffe esorbitanti, soffocare la concorrenza e ridurre l'innovazione", risponde infatti il vicepresidente di Google, Wilson White, affermando, con una dichiarazione inviata alla stampa, che il colosso di Mountain View ha intenzione di "contestare il verdetto".
"Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto a qualsiasi altra grande piattaforma mobile”, aggiunge White, “la sperimentazione ha chiarito che siamo in forte concorrenza con Apple e il suo App Store, così come con gli app store sui dispositivi Android e sulle console di gioco".
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