Nella cornice della Game developers conference 2025, evento cardine per i professionisti del settore videoludico, è stato presentato il sindacato United videogame workers-Cwa Local 9433.
Dopo i moltissimi licenziamenti dell'ultimo periodo il settore si muove, visto che la situazione non sembra affatto calmarsi anche a causa della cosiddetta guerra dei dazi scatenata dalla nuova amministrazione Usa (seguita a ruota da molti altri nel mondo) ma anche problematiche interne al settore, come i costi di produzione sempre più esorbitanti e l'avanzare dell'intelligenza artificiale, sempre più in grado di soppiantare braccia, e soprattutto menti, umane.
A sintetizzare la situazione è il presidente di Cwa, Claude Cummings Jr., che spiega come "con il consolidamento degli studi di videogiochi, i lavoratori la cui creatività, dedizione e abilità danno vita ai giochi sono diventati più un ripensamento. Sono soggetti a cicli infiniti di licenziamenti e riassunzioni poiché i dirigenti aziendali perseguono profitti a breve termine a scapito di un futuro sostenibile".
Da qui l'esigenza, per i lavoratori, di unirsi e costutuire un nuovo soggetto, frutto di un’inedita mobilitazione transnazionale, che ora coinvolgerà lavoratori del settore di Stati Uniti e Canada, con il supporto dei Communications workers of America e dell’American federation of musicians.
Il lancio di Uvw-Cwa si basa su anni di organizzazione dal basso, avviati con la fondazione di Game Workers Unite nel 2018, e coincide con il quinto anniversario di Code-Cwa, che ha supportato migliaia di lavoratori nell’adesione a sindacati. "Stiamo ridefinendo cosa significa rivendicare potere in un’industria miliardaria", spiega Tom Smith, senior director of organizing di Cwa.
Oltre alla creazione del sindacato, Uvw-Cwa ha lanciato una petizione per condizioni di lavoro più dignitose, mirata a contrastare i cicli incessanti di licenziamenti e riassunzioni che nel solo biennio 2023-2024 hanno causato oltre 25.000 perdite di posti.