A volte bisogna andare in profondità per comprendere appieno la realtà che ci circonda. Una riflessione che oggi più che mai, nell’era della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, ci sembra necessaria. Se parliamo dei videogiochi infatti sono in molti a credere che siano dannosi soprattutto per i bambini e che creino alienazione, problemi nella socialità e chi più ne ha più ne metta.
Tuttavia, per dimostrare che esiste anche un’altra realtà, basta pensare alla condivisione dei momenti di gioco resa possibile grazie a internet. Inoltre ci sono dei videogames, tra cui Minecraft in primis, che possono alimentare e accrescere la creatività. In sintesi quello che vogliamo dire è che i videogiochi, se presi dalla giusta prospettiva, possono portare anche dei benefici.
A concordare su quanto abbiamo appena riflettuto è lo scrittore scozzese, Joe Donnelly che nel suo libro “Checkpoint: How Video Games Power Up Minds, Kick Ass and Save Lives” racconta come questi lo abbiano aiutato a uscire da un periodo buio della sua esistenza. L’autore, infatti, a causa di una tragica perdita personale, era caduto in un periodo di depressione.
A questo punto tutto lascerebbe pensare che una volta raggiunto il baratro, si sarebbe alienato dal resto del mondo pe mezzo di una consolle e di un grande schermo. Invece a quanto pare è successo l’esatto contrario: il suo libro infatti riflette sull’effetto curativo sulla salute mentale che può suscitare un viaggio in un mondo alternativo digitale come quello dei videogiochi.
Qualcosa di simile, dunque, a quello che accade leggendo un libro che ci emoziona e che ci trascina da un’altra parte facendo vivere delle esperienze del tutto nuove. Ci sono degli studi che confermano anche quanto i videogiochi possano aprire gli occhi affascinando, confortando e soprattutto, dal momento che parliamo di intrattenimento, facendoci rilassare.
Entrando nel dettaglio, Donnelly analizza tutti questi aspetti intervistando gli sviluppatori di videogiochi, enti di beneficenza e professionisti della salute. La conclusione è che non bisogna mai sottovalutare la cultura del gioco, motivo per cui dovremmo essere più propensi a prendere in mano un joystick per divertirsi, pensando al nostro benessere e quello dei nostri.
Insomma, fondamentale emozionarsi, farsi trascinare dalla fantasia, condividere storie e trascorrere del tempo insieme. Tutte cose che sono alla base di un gioco sano, pensato forse per staccare un po’ la spina dalla routine o comunque per il proprio relax. Certo, a nostro avviso, dietro l’angolo c’è sempre quel mostro chiamato alienazione, che quando meno te lo aspetti può rapire chiunque.
Ma questa probabilmente è un’altra storia e forse le radici di tutto questo non vanno cercate direttamente nei videogiochi, che sono solo un mezzo, ma nella realtà che ci circonda e che viviamo, che più di tutto può essere alienante.