Riordino gioco online, niente da fare per la liquidità internazionale nel poker
Il Governo si appresta ad approvare definitivamente il decreto di riordino del gioco online, ma non tiene conto delle osservazioni sulla liquidità internazionale nel poker.
In tanti ci avevano sperato. Qualcuno ci aveva creduto. Soprattutto dopo che la commissione Finanze del Senato, nel suo parere al Governo sullo schema di decreto di riordino del gioco, a cominciare da quello a distanza, aveva inserito un'osservazione ben chiara in proposito, chiedendo appunto all'Esecutivo di valutare "l'opportunità di 'prevedere l’introduzione della modalità di gioco cd. 'liquidità condivisa' (o anche 'liquidità internazionale') con fonte regolamentare al fine di potenziare l’offerta di gioco in Italia, con riferimento in particolare al gioco del poker online".
Un'osservazione (come tale, diversa dalle condizioni, con una portata ben più vincolante) che traeva spunto dall'accoglimento di quanto emerso nelle audizioni che avevano preceduto la formulazione del parere stesso, sottolineando dunque come la liquidità internazionale porterebbe beneficio anche ai casinò fisici, oltre a rendere più attraente il poker online.
Anche se il direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Roberto Alesse, convocato pure lui in audizione, era stato abbastanza freddo nei confronti di questa possibile apertura alla liquidità internazionale, la commissione aveva comunque inserito una valutazione in proposito nel parere infine formulato.
Tuttavia, si tratta di un'osservazione che non è stata recepita dal Governo, tant'è che la bozza di decreto definitivo approdato questa mattina 11 marzo in pre consiglio, per poi passare nel pomeriggio in consiglio dei ministri, non reca alcun cenno su di essa. Altre modifiche sono state fatte, recependo ovviamente le condizioni, ossia le gare sul lotto e sui gratta e vinci, su qualche altra osservazione è stato introdotto un riferimento, ma sulla liquidità ha ancora una volta prevalso il principio della "prudenza".
Resta un importante precedente, quello di aver finalmente evidenziato in sede parlamentare l'anomalia rappresentata dal gioco italiano tuttora orfano di liquidità condivisa, che potrebbe magari portare a qualche conclusione ben più concreta in futuro. Chissà se al momento di riordinare il gioco fisico, un'ipotesi che sembrerebbe remota visto che nella legge delega che ha avviato l'iter non si parla di casinò fisici, o in altri provvedimenti che potrebbero vedere la luce a latere del riordino stesso, ma certo difficilmente immaginabili visto che l'intento del riordino è appunto di dotare l'Italia di una normativa organica e completa in materia di gioco.