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Turismo e intrattenimento, il ruolo del Casinò di Venezia

06 luglio 2024 - 09:11

Dario Bertocchi (Università Ca' Foscari) traccia i trend turistici del momento con uno sguardo anche al rapporto fra i flussi di visitatori di Venezia e il suo Casinò.

Scritto da Fm
© Abxbay / Wikimedia

© Abxbay / Wikimedia

Estate vuol dire viaggi, ricerca di esperienze, anche nell'ambito dell'intrattimento e del gioco tout court. Ma quali sono i comportamenti più diffusi fra gli italiani? Lo abbiamo chiesto a Dario Bertocchi, docente esterno all'Università Ca' Foscari di Venezia, chiedendogli una panoramica sui trend turistici del momento e anche sul legame fra essi e la casa da gioco della città veneta.

Quando una destinazione turistica può dirsi "matura"?

"Nel 1980 Richard Butler, geografo del turismo di fama internazionale, elaborò il modello 'Tourism area life cycle', che descriveva il ciclo di vita della destinazione turistica, facendo vedere tutti i passaggi. In base ad esso una destinazione turistica può dirsi 'matura' quando offre tutto quello che necessita al turista: sono ben sviluppate le accomodation, si registra la presenza di Airbnb, sono disponibili attività di noleggio, guide, ci sono iniziative pensate per i turisti e ovviamente si generano flussi che rispondono a questa offerta, flussi turistici nazionali e internazionali, ma anche di escursionisti, in giornata."

Quali sono i trend in atto in questo momento in Italia? Quale tipo di turismo 'invoglia' di più e perché?

"I fattori sono ormai plurimi, orientati da tante micronicchie, alcune sostenibili, che favoriscono un contatto più vero e autentico con la destinazione. L'enogastronomia, lo sport, sono i trend più in voga negli ultimi anni, ormai consolidati, quindi il management delle destinazioni ad esempio sta puntando su cicloturismo, eventi culturali e sportivi all'aperto, prodotti tipici e territoriali. Poi ci sono le nicchie dei digital nomad, che cercano destinazioni dove fermarsi più a lungo, che devono essere tecnologiche, smart, caratterizzate da una digitalizzazione più accessibile a tutti. Senza dimenticarci delle grandi destinazioni, i poli attrattivi come le città d'arte.

Roma, Venezia, Firenze mantengono ancora un ottimo appeal, specie a livello internazionale, verso i turisti stranieri, alto spendenti ma non solo: tali destinazioni, essendo appunto 'mature' e in grado di rispondere alle esigenze di tutti i tipi di utenti, possono ospitare visitatori con i budget più diversi. Quindi, anche queste città sono in crescita."

Secondo lei l'intrattenimento - compreso il gioco, le sale e i casinò, oppure un ippodromo, ad esempio - può essere un volano turistico?

"Sì, i giochi possono esserlo, possono giocare la loro partita ma non visti in maniera unica e unitaria. Non si possono sviluppare un'offerta e una comunicazione turistica solo basandosi sul gioco, ma il gioco ha un ruolo che si evolve se a questi luoghi o attrazioni si aggiunge altro: esperienze, workshop, laboratori, guide, testing di food. Poi ovviamente bisogna comunicare questa doppia offerta agli appassionati."

 

Lei vive e insegna a Venezia, ed è da tempo un osservatore attento dei flussi della sua città. Com'è la situazione in questo momento, anche alla luce dell'introduzione del biglietto di ingresso per accedervi in certi periodi dell'anno?

"Venezia ogni anno vive una situazione un po' peggiore per la pressione turistica che deve sopportare. La densità ormai è alle stelle: i dati ufficiali del 2023 ci dicono che ormai ha superato il livello record del 2019, il recovery dal Covid è stato molto veloce e c'è stato anche un sorpasso.

Questo porta beni alla città e servizi ai turisti ma anche il verificarsi di un fenomeno definito 'temporary crowding-out' (temporaneo allontanamento dei residenti in corrispondenza dei grandi eventi, Ndr), con la fuga dei cittadini veneziani durante il Carnevale e la Biennale.

I flussi infatti continuano a crescere nonostante il biglietto di ingresso introdotto recentemente: non serve come deterrente, vista la cifra irrisoria (5 euro, Ndr), specie per gli stranieri.

Diciamo che c'è poca attenzione alle dinamiche sociali, ai residenti, che ormai cercano di abbandonare la città. Una città che resta attrattiva per la sua socialità, la possibilità di ritrovarsi, di camminare, ma la situazione sta peggiorando.

Quindi, direi sì al tentativo di fare dei test come il contributo di accesso, ma con una strategia dietro, cosa che al momento manca, almeno nelle dichiarazioni del sindaco e di chi gestisce Venezia: negli ultimi anni non si sa 'cosa' vuole essere la città."

Visto che parliamo di Venezia, le chiediamo: dal suo punto di vista il Casinò aiuta il turismo a Venezia e il turismo 'aiuta' il Casinò, in un certo senso?

"Il turismo aiuta decisamente il Casinò, lo alimenta, visto non ci sono tanti veneziani o abitanti delle zone limitrofe appassionati di gioco e con un'alta capacità di spesa; viceversa, il Casinò può aiutare il turismo in determinati momenti dell'anno, specie durante il festival del cinema che si tiene a settembre. Gli utenti lo cercano molto in quel periodo. In conclusione, però, non credo che la casa da gioco possa essere un attrattore o diversificatore di flussi turistici. Il Casinò del Lido, che invece avrebbe potuto spostare flussi turistici, purtroppo è ormai chiuso da tempo."

 

 

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