Casinò Campione, il fallimento: 'Lettere licenziamento dopo 10/12'
I curatori fallimentari del Casinò Campione evidenziano che la società di gestione non può tornare in attività, e i motivi per cui è opportuno necessario licenziare prima possibile i dipendenti.
Scritto da Anna Maria Rengo
"Stiamo procedendo con il licenziamento collettivo di tutti i lavoratori". Lo confermano al giudice delegato al fallimento della Casinò di Campione Spa del Tribunale di Como, i curatori fallimentari, in risposta alla richiesta del tribunale scritto di una memoria, inviata dopo che le Ooss e la Rsu avevano chiesto un incontro urgente al tribunale stesso "al fine di avere chiarimenti in merito alla procedura fallimentare in corso e per poter esporre le specificità e le implicazioni relative alla grave situazione occupazionale che ne è derivata".
I curatori (Elisabetta Brugnoni, Sandro Litigio e Giulia Pusterla), "consapevoli della situazione occupazionale e dei temi sociali che investono l'intera comunità di Campione d'Italia", devono "però fare ciò che la legge impone, esattamente come stanno facendo".
La procedura di licenziamento, ricordano, è stata avviata il 24 settembre e la prima fase si è conclusa l'8 novembre con un verbale di mancato accordo. Dopo di che "si è dato immediatamente dato impulso al secondo passo presso la Regione Lombardia" la quale ha convocato il fallimento e le parti sociali per il 28 novembre. I curatori ritengono "ragionevole pensare che verso il 10 dicembre questa fase si concluderà. Procederemo a quel punto con l'invio delle lettere di licenziamento nei tempi più veloci possibili, anche per consentire ai dipendenti di presentare domanda di ammissione dei crediti allo stato passivo in tempo utile per il loro esame nella prima udienza tardiva". Inoltre, "il tempestivo perfezionamento del licenziamento consentirà ai dipendenti residenti in Italia di avvalersi degli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla normativa vigente in caso di disoccupazione, e inoltre consentirà l'erogazione diretta da parte dell'Inps del Tfr accantonato al Fondo di tesoreria".
I curatori sottolineano infine che "non è giudiricamente possibile che Casinò di Campione Spa possa ritornare in attività. Pertanto, qualunque possa essere lo scenario che si aprirà per la Casa da gioco dopo che vi sarà stato l'atteso (e auspicato anche dai sottoscritti curatori) intervento legislativo, i dipendenti non potranno che cambiare datore di lavoro".
Il 13 dicembre, per completezza d'informazione, saranno discussi in Corte d'appello, a Milano, i reclami presentati da Comune, Casinò Campione e Banca popolare di Sondio contro al sentenza che ha disposto il fallimento della società di gestione.