Giochi americani vs giochi francesi? La parola ai dati

In una giornata di pieno relax mi sono dedicato a un periodo precedente alla presentazione dei vari progetti e disegni di legge che avevano lo scopo di incrementare il numero delle case da gioco in Italia e sulle navi da crociera prevedendo i casinò stagionali e sulle navi, oltre lo  Stretto di Gibilterra e il Canale di Suez. Tra le altre  avrebbero messo un pochino di ordine in un tema che la Corte costituzionale aveva dichiarato mancante di una regolamentazione organica.

Si precisa che l’introito totale indica quelli netti.

Per accedere alle slot non si pagava a Campione e a Sanremo. 

Prima di eliminare alcuni appunti e fotocopie, tra questi quelli che riporto, mi  sono divertito a vedere come eravamo all’epoca negli ultimi anni, per Saint Vincent, della gestione privata terminata alla fine del mese di giugno del 1994.

Non è assolutamente mia intenzione mettere in campo e/o a confronto quei risultati con i nostri tempi ma verificare se la novità dei giochi americani e delle slot, in quanto novità, può aver influito sulla domanda tanto da comprimere quella relativa ai giochi francesi o tradizionali che dir si voglia.

Mi esento da ogni tipo di commento lasciando al lettore il giudizio negativo o positivo sulla mia, a volte petulante, raccomandazione di considerare la ricerca di giochi completamente nuovi alla scopo dichiarato di suscitare, tramite la curiosità, un proficuo ripristino della domanda.

Nel mio ultimo articolo sulla utilità personalmente sperimentata di conteggiare le mance tavolo per tavolo, c’è chi, gentilmente, mi ha fatto notare che non ho indicato tutto. Certamente ne manca una parte e, in special modo, quello che occorre mettere in atti al riscontro di una anomalia di rilievo. Ne ero a conoscenza e non posso esimermi  dall’ammettere di essere contento del fatto che qualcuno abbia condiviso, ancorché parzialmente, quanto narrato.