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Acadi e Egp: 'Divieti e riduzione dell'offerta non tutelano i giocatori'

16 ottobre 2024 - 09:02

Acadi ed Egp – Fipe chiedono un riordino del gioco che non riduca l'offerta, meglio puntare su 'qualificazione organizzativa e professionale'.

Scritto da Redazione
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“Il fenomeno del gioco d’azzardo è importantissimo. Nel 2023 la raccolta complessiva ha raggiunto 140 miliardi di euro, ma la spesa effettiva degli utenti è di 20 miliardi di euro, il gettito fiscale su questi 20 miliardi è di 12 miliardi di euro, mentre 8 miliardi rimangono per la remunerazione delle filiere.
Dal 2018 al 2023, la spesa per il gioco online è aumentata da 1,6 miliardi a 4,4 miliardi di euro, mentre quella per slot machine e videolotterie è calata di 2 miliardi di euro. Tuttavia, vietare la distribuzione fisica del gioco ha solo spostato la domanda su altri tipi di gioco e nell’illegale. A Varese, ad esempio, con le nuove limitazioni di orario che impongono 16 ore di chiusura al giorno solo per le slot, gli utenti si stanno spostando nelle sale a pochi chilometri in Svizzera. Questo non risolve il problema del disturbo da gioco d’azzardo e riduce il gettito fiscale dello Stato.”

È quanto affermato da Acadi ed Egp – Fipe – aderenti a Confcommercio imprese per l’Italia - in occasione dell’audizione in commissione Antimafia della Regione Lombardia, che si è svolta recentemente.

Acadi ed Egp – Fipe quindi ricordano: “La legge delega prevede il riordino del settore e introduce il registro di autoesclusione, uno strumento efficace nell’online, che deve essere esteso anche ai punti di gioco fisici. Oggi il gioco sul territorio è ostacolato da norme locali e regionali che bloccano nuove concessioni. Senza una regolamentazione coordinata, partecipare a gare per nuove licenze diventa impossibile, lasciando spazio solo alla criminalità organizzata”.

Nella nota inviata dalle due associazioni quindi si legge: “L’offerta sui territori degli apparecchi si è ridotta notevolmente nel tempo, scendendo sotto ai livelli richiesti dall’Intesa Stato Regioni del 2017 per effetto delle penalizzanti chiusure imposte dal Covid, per i continui aumenti di tassazione, per i mancati rinnovi di prodotto causati dall’impossibilità di programmazione di investimenti per le continue proroghe derivanti dai mancati riordini, e quindi anche e soprattutto per le misure espulsive di Regioni e Comuni. E con la riduzione anche il gettito erariale fatto emergere dagli apparecchi e’ passato da 6,6 miliardi del 2018 a 5.8 del 2023. Pensare oggi con il riordino di andare a ridurre ulteriormente l’offerta degli apparecchi sui territori certamente non risolve il problema del disturbo da gioco d’azzardo perché semplicemente lo sposta su altre tipologie di giochi o sull’illegalità. Inoltre, significa compromettere il presidio di legalità sui territori (oggi assicurato su 6 mila Comuni), significa perdere ulteriormente gettito erariale (oggi assicurato per 5,8 miliardi su 12 dell’intero comparto), significa compromettere i livelli di occupazione garantiti (circa 110.000 lavoratori su 150.000), significa mettere a rischio una rete di imprese collaudate nella gestione di prodotti altrettanto delicati quali superalcolici e tabacchi e pronte ad una ulteriore qualificazione organizzativa e professionale per continuare a garantire legalità e tutela dei consumatori.”
 

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