Da tempo, anche in Parlamento, si parla della necessità di riformare il calcio, e i presidenti dei club sempre più spesso chiedono aiuto alla politica per garantirne la sostenibilità, anche attraverso il ripristino della pubblicità del gioco sulle maglie dei calciatori o a bordo campo, e attraverso la partecipazione delle società ai ricavi delle scommesse fatte su questo sport.
Istanze più volte reiterate dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, così come dal presidente della Figc Gabriele Gravina, o da quello della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, e ora ripetute anche nell'ambito del Festival dello sport organizzato dalla Gazzetta dello sport, in agenda a Trento fino a domenica 13 ottobre.
Nell'ambito della manifestazione, nel pomeriggio di ieri, 11 ottobre, si sono tenuti gli Stati generali del calcio, che ha messo a confronto i presidenti di alcuni dei maggiori club italiani.
Fra loro c'era anche Urbano Cairo, presidente del Torino e padrone di casa, che ha espresso senza mezzi termini il proprio punto di vista: "Alla politica bisogna chiedere un aiuto per riformare o migliorare il nostro calcio. Negli ultimi anni le cose sono peggiorate e nelle ultime 5 stagioni sono stati persi 5 miliardi di euro, 1 all'anno. Il calcio è in una situazione complicata e delicata nonostante abbia dato contributi importanti allo Stato con previdenza e tasse. Eppure non ha ricevuto niente e dalla pandemia in poi la situazione è peggiorata perché gli stadi si sono svuotati e gli sponsor hanno rivisto al ribasso i contratti. Il cinema ha avuto degli aiuti, il pallone no: neppure un euro...", si legge sulla Gazzetta dello sport. "Adesso nel calcio c'è una situazione che va riformata: i ricavi rispetto al 1993 sono cresciuti in modo incredibile, ma i costi sono cresciuti in maniera ancora maggiore. Bisogna costruire nuovi stadi e valorizzare le academy, ma prima di tutto bisogna contenere i costi. In questo incontro stanno venendo fuori idee interessanti che però vanno messe in pratica. Bisogna dare al calcio quello che merita: il decreto Crescita, che era di aiuto, e il decreto Dignità, ovvero una piccola parte delle scommesse fatte sul nostro sport".
Anche Claudio Lotito, patron della Lazio (e anche senatore nelle file di Forza Italia) pone il problema della sostenibilità del sistema calcio: "Cosa può fare la politica? Mi sono battuto dopo il Covid per avere le risorse che ha avuto il cinema. Siamo solo riusciti a pagare in 5 anni i debiti fiscali. Il decreto Dignità impedisce di fare la pubblicità indiretta alla aziende di betting e perdiamo altri potenziali ricavi. Ci vogliono nuove norme per costruire gli stadi, una percentuale sulle scommesse sul calcio e poi il decreto Crescita: aiutava la società e le dava dei vantaggi...".