"Il fatto che l'offerta di gioco pubblico sia assicurata da incaricati di pubblico servizio dai quali si trovano solo prodotti misurati e controllati dallo Stato è il primo strumento di tutela". Così Geronimo Cardia, presidente di Acadi, l'Associazione dei concessionari di giochi pubblici, in una intervista pubblicata oggi dal quotidiano Il Tempo.
Nel corso dell'intervista Cardia, che si rivolge a un pubblico generalista, quello più portato a farsi trasportare dai "sentito dire" e dai luoghi comuni, spiega che "gli operatori sono persone che hanno esperienza di distribuzione di prodotti delicati: penso alla specializzazione del personale delle sale dedicate ma anche e soprattutto all'esperienza dell'esercito della rete generalista di bar e tabacchi, abituata a somministrare con le dovute accortezze e prodotti quali il tabacco o i superalcolici. Siamo anche per la formazione: abbiamo avviato programmi di Intesa con le istituzioni dei territori e siamo favorevoli all'estensione del cosiddetto registro di auto-esclusione o tipologie di gioco ulteriori rispetto a quelle che esistono".
Sul protocollo d'Intesa sottoscritto da Acadi con la Società italiana di psichiatria sociale, Cardia sottolinea come sia per l'associazione un motivo di enorme soddisfazione perché "ci permette di fare sempre più nostre le valutazioni tecnico-scientifico e sociali dei massimi esperti sul tema del contrasto al disturbo da gioco d'azzardo e di portare le stesse sul campo, con l'obiettivo di assicurare i risultati sempre più concreti in favore degli utenti crediamo nella prevenzione dei comportamenti patologici, tenendo al centro condizioni di consumo sano e responsabile. Siamo convinti che il gioco legale regolamentato misurato e controllato dallo stato, rappresenti e debba rappresentare un intrattenimento moderato, piacevole e sicuro, ed è un'arma potentissima contro il gioco illegale sostenuto dalla criminalità".
Parlando poi del territorio Cardia ricorda come in Italia 6.044 comuni (sui 7.901 totali del Paese) abbiano pubblici esercizi, tabaccherie o ricevitorie con apparecchi. "Questo", sottolinea "dà la misura dell'importanza della rete generalista nelle attività di presidio dei territori". E facendo un parallelo con l'online spiega che "parimenti le concessioni di gioco on-line devono assicurare un'offerta misurata e controllata che consenta con la sua presenza di arginare le pura esistenti offerte illegali del web".
In merito al contrasto al gioco illegale spiega che "ogni volta che si indebolisce il comparto del gioco pubblico, si fa un favore alle offerte illegali sempre pronte a soddisfare una domanda di gioco degli utenti che comunque esiste".
Ricorda quindi alcuni numeri del settore composto da 85.000 punti sul territorio, 75.000 dei quali appartenenti alla rete generalista ti bar e tabacchi, parte di un settore che fa emergere "un gettito altrimenti sommerso di 10,2 miliardi di euro sul totale del comparto di 11,2 e da lavoro a 140.000 persone sulle 150 mila del comparto". Sottolinea che "i dati dicono a chiare lettere e che la rete distributiva terrestre degli esercizi generalisti è protagonista nel consentire il perseguimento degli interessi costituzionali sottesi all'esistenza dell'offerta pubblica di gioco", e con un accenno all'atteso riordino chiosa dicendo che "sarebbe un autogol comprimere, limitare o penalizzare direttamente o indirettamente la sua presenza oggi è radicata sui territori".