Dodici milioni di euro di imponibile non dichiarato, per complessivi 3 milioni di euro circa di Preu evaso e recuperato: è il risultato dell'operazione Purple Rain e delle indagini condotte con la partecipazione di circa 100 Ufficiali di polizia giudiziaria dell'Agenzia accise, dogane e monopoli sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna.
L’indagine - si legge in una nota di Adm - "ha anche coinvolto uno dei concessionari di Stato in materia di gioco per mezzo degli apparecchi ex art. 110, comma 6°, di cui al R.D. 18 giugno 1931, n.773 (Tulps).
L’Agenzia, nel riscontrare possibili anomalie in alcune trasmissioni contabili inviate al sistema di ingegneria centrale di controllo rispetto alle giocate ritenute realmente eseguite,
ha effettuato successivi controlli. Le operazioni tecniche, realizzate direttamente su apparecchi dislocati presso alcuni esercenti ubicati in Friuli Venezia Giulia, confermavano
la presenza di irregolarità a carico di tali apparecchi, tutti dotati di schede di gioco prodotte e distribuite da una ditta con sede a Sant’Agata sul Santerno (Ra)".
Successivamente, la Direzione Giochi – Ufficio Controlli Giochi ha incaricato l’Ufficio dei Monopoli per l’Emilia Romagna di predisporre un’attenta verifica su questa tipologia di
apparecchi, dando così l’impulso all’operazione, denominata “Purple Rain” alla luce del nome di una delle schede di gioco presenti negli apparecchi che avevano registrato
anomalie.
L’Ufficio dei Monopoli per l’Emilia Romagna ha dunque rapidamente proceduto al "sequestro di circa 1800 schede di gioco, principalmente distribuite sul territorio emiliano-romagnolo, ma anche in regioni limitrofe quali Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche. Le schede sono risultate tutte di proprietà di una società che gestiva circa 6.000 apparecchi installati presso molteplici esercizi commerciali al dettaglio su gran parte del territorio nazionale", si legge ancora nella nota di Adm.
L’analisi delle schede ha confermato "la mancata comunicazione delle giocate al sistema centrale di Adm da parte di buona parte delle stesse e la conseguente evasione nel pagamento del Preu (Prelievo erariale unico). Alla luce dei possibili risvolti penali della vicenda, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna ha ritenuto di dare avvio alle indagini, avvalendosi del personale di Adm per importanti attività sia di analisi tecnica e ingegneristica sulle citate schede, sia finanziaria sulle transazioni fra il gestore delle schede
ed i vari esercizi commerciali ospitanti gli apparecchi. L’attività, vista la sua articolata complessità, ha comportato diverse centinaia di escussioni testimoniali".
Al termine delle indagini, svolte dal Gruppo 'CP – Operazioni' che, oltre al personale in servizio in Emilia Romagna, ha favorito la partecipazione di oltre 30 funzionari Adm
provenienti da vari Uffici dei Monopoli di Stato, fanno sapere dall'Agenzia, "il Preu evaso è stato quantificato in circa 2.750.000 euro, a tutt’oggi già recuperati.
A questo importo andranno successivamente sommate le sanzioni tributarie ed amministrative dovute rispettivamente all’evasione e alla messa in esercizio di schede di gioco non conformi".