“Il mercato delle scommesse e dei giochi online continuerà il proprio trend in aumento, con un tasso di crescita annuale composto rispettivamente del 12,4 e del 10 percento. In un contesto le cui dinamiche risultano fortemente influenzate dalle regolamentazioni e dagli sviluppi tecnologici, gli operatori si fronteggeranno nella sfida di offrire esperienze digitali di alto livello per un numero di utenti sempre più elevato e mobile-oriented. In tal senso, le esperienze di trasformazione digitale osservate in altri comparti del settore entertainment & media possono essere fonte di ispirazione per i player di questo mercato”.
Ad affermarlo è Filippo Schemoz, partner di Pwc Italia, in un articolo pubblicato oggi lunedì 24 marzo su Repubblica, Affari e Finanza. Nell’indagine vengono resi noti alcuni dati inerenti al mercato del gioco che ha portato 11,6 miliardi di euro nelle casse dello Stato nel 2024.
Secondo quanto si legge su Repubblica, infatti, che riporta uno studio condotto dalla Pwc la somma giocata dagli italiani nel 2024, ovvero la raccolta, è stata pari 157 miliardi di euro, un dato increscita, se si considera che nel 2020 la raccolta ha totalizzato 88,2 miliardi. Anche le vincite dei giocatori sono passate dai 75,3 miliardi di euro registrati nell’anno del lockdown ai 135,3 miliardi. Questo vuol dire che i concessionari hanno avuto ricavi per circa 22 miliardi (dato ancora non consolidato) di cui l’erario, secondo i dati di Adm, ne ha incassati 11,6 miliardi.
Per quanto riguarda gli introiti veri e propri, il 50 percento giunge dagli apparecchi installati in sale bingo, agenzie di scommesse sportive e altri luoghi autorizzati. Tra le macchine più diffuse ci sono le videolottery, moderni terminali connessi a un cervellone centrale e privi della cosiddetta scheda di gioco al loro interno.
Al secondo posto delle entrate ci sono le lotterie che valgono il 17 percento delle imposte versate allo Stato con il lotto in terza posizione a quota 11 percento che come sappiamo sarà affidato per i prossimi nove anni al vincitore del bando appena scaduto.
Tuttavia, come evidenzia ancora una volta l’Agenzia delle dogane e monoopoli, se si considera la raccolta complessiva i giochi online hanno un’incidenza del 46 percento, seguiti dagli apparecchi elettronici al 21 percento. Stando alle stime riportate da Agic (Associazione gioco e intrattenimento in concessione): “Negli ultimi anni gli investimenti in tecnologia sono aumentati di circa il 50 percento, focalizzandosi in particolar modo nella cybersecurity sia per quanto riguarda la sicurezza infrastrutturale sia per quella applicativa e per quella relativa alla formazione”.
Un bacino, quello di Internet, in grande crescita, molto sorvegliato dall’ufficio dei giochi di Adm, diretto da Luca Turchi, che stando alle stime ha chiuso 11mila siti, a testimonianza che la lotta al gioco illegale resta uno dei pilastri dell’Agenzia.