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Sapar ai giornali italiani: 'Dati errati sul gioco, contattateci'

08 ottobre 2024 - 10:53

Secondo l'associazione di settore la ricerca sul gioco di Fondazione Isscon, Federconsumatori di Modena e Cgil 'confonde' volutamente 'raccolta' e 'spesa'.

Scritto da Redazione
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"Ancora una volta dei novelli don Chisciotte scambiano dei mulini a vento per dei giganti dalle cattive intenzioni."

Inizia così un intervento pubblicato oggi, 8 ottobre, da Sapar sul proprio sito web, nel quale viene citata l'ultima ricerca di Fondazione Isscon, con Federazione Consumatori di Modena e la Cgil, dal titolo “La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani”.

Si tratta di una ricerca che, come sottolinea anche Sapar, ha avuto nei giorni scorsi un forte risalto mediatico, ma basata, tuttavia su un errore forse voluto, ossia quello di "confondere" la raccolta del gioco pubblico con la spesa dei giocatori.

Spiega infatti Sapar che "si tratta di una ricerca che ha come palese obiettivo far credere che il gioco in Italia abbia aspetti sociali ed economici devastanti. Peccato che tutta le ricerca si basi su un dato sbagliato. Viene infatti presa come base per tutta la ricerca la raccolta. Una scelta ovviamente di convenienza per cercare supporto alle proprie tesi. Peccato che sia un dato che non rappresenta la realtà e che va letto in modo corretto, professionale e non 'girato' a proprio piacimento. I veri soldi che escono veramente dalle tasche degli italiani sono quelli della 'spesa', vale a dire il valore ottenuto sottraendo dalla raccolta le vincite. Questo è il valore 'vero' della passione degli italiani per il gioco."

La ricerca parla di una spesa pro capite nel 2023, calcolata sulla popolazione maggiorenne censita dall’Istat, di 2.996 euro, tuttavia, chiarisce Sapar, si tratta di un dato calcolato sulla raccolta. "Se si fa lo stesso calcolo sulla spesa", aggiunge l'associazione, "quella pro capite nel 2023 è stata di 435 euro, vale a dire 36 euro al mese, poco più di un euro al giorno."

Continua, Sapar, spiegando che "sul dato della raccolta vengono poi costruiti tutti i dati comunali che danno, per quanto sopra detto, una visione distorta della realtà. Tutto l’impianto della ricerca crolla se si prendere il dato corretto, cioè quello della spesa. Emblematico che si parli di una crescita della raccolta del 10,2 percento, mentre la spesa è aumentata del 7 percento. Mediamente la spesa vale il 14/15 percento della raccolta."

E chiosa, l'associazione dei gestori delle pubbliche attrazioni ricreative, definendo "errori grossolani", quelli su cui si basa la ricerca, "frutto nel migliore dei casi di ignoranza (intesa come scarsa conoscenza). Errori che però mettono a rischio imprese, lavoratori, famiglie, Erario, visto che la ricerca ha avuto un’ampia eco mediatica, scatenando una nuova battaglia contro il gioco pubblico. Per questo invitiamo tutte le testate giornalistiche che volessero scrivere di gioco a contattarci, in maniera da avere i dati corretti sul settore e non rischiare figuracce pubblicando numeri e letture sbagliate del comparto."

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