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Speciale riordino gioco: sì alla concertazione, ma occhio ai contenziosi

22 novembre 2023 - 11:32

Seconda parte dello speciale di GiocoNews dedicato al riordino del gioco previsto dalla delega fiscale, focus su distribuzione territoriale, concertazione Stato-Regioni e possibili contenziosi.

Scritto da Fm
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Il settore del gioco giustamente preme per addivenire finalmente al riordino promesso dalla legge delega per la riforma fiscale approvata ad agosto, auspicando che sia unitario, che comprenda cioè sia l'online che il terrestre, e non solo il primo, come emerge dalla bozza di testo del decreto attuativo circolata qualche giorno fa e attesa in Consiglio dei ministri, al momento a data da destinarsi dopo due rinvii.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze sui territori della messa a terra di tale riordino?

Proviamo a rispondere con Luca Costanzo, dottore di ricerca in Diritto  pubblico dell'economia presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria e Academic Fellow presso l'Università commerciale Luigi Bocconi, che da tempo segue le sorti del settore, protagonista della seconda parte dello speciale di GiocoNews dedicato al tema, pubblicato integralmente sulla rivista di novembre di GiocoNews (consultabile integralmente online a questo link).

L'articolo 15 della legge delega - "Princìpi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici" - prevede al comma 7 lettera b) b) la "disciplina di adeguate forme di concertazione tra lo Stato, le regioni e gli enti locali in ordine alla pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco". La domanda sorge spontanea: in base a questa definizione, che fine dovrebbero fare le leggi regionali e i regolamenti comunali approvati in questi anni?

“La disciplina della distribuzione territoriale dei punti fisici di offerta di gioco assume in prevalenza una finalità di carattere socio-sanitario, operando in particolare in contrasto alla ludopatia e alle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo e, pertanto, interessa la competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni in materia di 'tutela della salute' (articolo 117, comma 3).

Di qui l’esigenza che la pertinente normativa segua adeguate procedure di concertazione tra i soggetti territoriali interessati.

La pianificazione concertata della dislocazione dei luoghi di offerta del gioco è stata, ad esempio, già prevista dalla legge di Stabilità 2016 (legge n. 208/2015, articolo 1, comma 936), che rimetteva a un’intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata i criteri di distribuzione territoriale dei punti fisici di gioco, perché fossero recepiti in un decreto ministeriale del ministero dell'Economia e delle finanze.

Tale previsione non ha trovato però compiuta attuazione, poiché l’intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata nel settembre del 2017 non è stata seguita dal decreto ministeriale di recepimento (evenienza stigmatizzata anche dal parere del Consiglio di Stato 258/2019, espressosi sugli atti di gara per il rilascio di nuove concessioni per il gioco del bingo).

D’altro canto, la legittimità delle normative regionali in tema di distanze minime dei punti gioco da 'luoghi sensibili', anche laddove emanate in assenza di una pianificazione congiunta con lo Stato, è andata in passato esente da censure di incostituzionalità (si veda, ad esempio, Corte costituzionale, n. 108/2017).

La legge delega intende porre termine allo stato di incertezza circa la pianificazione dei luoghi fisici di offerta del gioco, rinviando ai decreti delegati la definizione della forma della concertazione tra Stato, Regioni ed Enti locali sul tema.

La sola individuazione di un meccanismo di concertazione della distribuzione territoriale del gioco non sembra però idonea a influire sulle normative pregresse, soprattutto laddove gli stessi decreti legislativi attuativi della delega prevedessero una salvaguardia delle discipline già emanate a livello di Enti locali 'in quanto compatibili' con la sopravvenuta normazione primaria delegata e/o con l’atto emanato in esito alla concertazione. Peraltro, pare di poter osservare che allo stesso risultato si perverrebbe anche in difetto di una simile previsione. In entrambi i casi, il giudizio di compatibilità sarebbe rimesso alla sede giurisdizionale in caso di contenzioso. Sotto altro più generale aspetto, non pare dubbio che una regolazione rivolta al futuro avrebbe comunque il pregio di evitare l’insorgere di forme di proroga delle concessioni esistenti e di contemperare la tutela della salute con la libertà di impresa nella materia del gioco.”

Secondo lei, considerando l'annoso conflitto fra Stato, Regioni ed Enti locali in materia di regolamentazione del gioco pubblico che finora ha messo in stallo granitico il riordino del settore, c'è una via d'uscita per centrare l'obiettivo della delega?

“È obiettivo comune di tutti i soggetti istituzionali interessati pervenire a una forma di pianificazione condivisa della distribuzione territoriale dei punti di gioco. Le esigenze sottese alla delega riguardano, infatti, anche la tutela della salute che pertiene alla competenza concorrente di Stato e Regioni. Per altro verso, una disciplina uniforme a livello nazionale potrebbe evitare disparità tra esercizi commerciali, soggetti a vincoli normativi più o meno intensi a seconda del territorio regionale in cui si trovino. Ciò ovviamente non esclude che, almeno in fase di avvio, la nuova normativa delegata possa risultare insoddisfacente per qualcuno degli attori in campo, o per ritenuta non corrispondenza alla delega o per altri motivi di legittimità costituzionale (solo le Regioni, tuttavia, sulla base di un dimostrato diretto interesse, o per ridondanza del vizio sulle proprie competenze, potrebbero reagire sul piano del contenzioso costituzionale).”

Dal suo punto di vista, la compartecipazione di Regioni ed Enti locali agli utili erariali derivanti dal gioco potrebbe in qualche modo riaprire il dialogo con lo Stato e favorire il riordino nazionale?

“La previsione di forme di compartecipazione tra Stato e Regioni ed Enti locali ai tributi nel settore del gioco potrebbe consentire un potenziamento delle forme di controllo al gioco illegale e per sostenere campagne di contrasto alla ludopatia (in tal senso, si veda la posizione dell’Anci, rappresentata nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e le disfunzioni del gioco, costituita il 22 giugno 2021 e disponibile online all’indirizzo: www.senato.it/leg/18/BGT/Testi/Allegati/00000377.pdf - pagina 48). La maggiore disponibilità di risorse a livello territoriale e locale potrebbe allora giocare un ruolo nel consentire una pianificazione unitaria dell’allocazione dei punti fisici di offerta del gioco, data anche l’inscindibile connessione tra prevenzione, controllo e pianificazione dell’attività commerciale, che richiede la partecipazione coordinata di tutti gli attori istituzionali interessati.”

 

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