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Il gioco pubblico oltre i tabù e a prova di bandi

01 luglio 2024 - 11:23

All'indomani degli Stati Generali di AdM e dei recenti confronti pubblici, è evidente che il comparto del gioco di Stato è pronto per un salto in avanti e per una nuova regolamentazione.

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Se c'è una cosa in cui gli Stati Generali dell'Agenzia e delle Dogane e dei Monopoli sono riusciti a centrare nel segno è nel posizionamento dell'industria del gioco pubblico. Ribadendo come il comparto del gioco pubblico è sì caratterizzato “da numerosi aspetti e da varie complicazioni”, come ha precisato il Direttore generale dell'Agenzia, Roberto Alesse, ma è altresì un settore che nel 2023 ha garantito all'erario entrate per 12 miliardi di euro. Un trend, peraltro, che risulta in costante aumento negli ultimi tre anni. “Il gioco pubblico costituisce infatti un punto fermo indiscutibile per l'economia italiana, con 65mila aziende attive che danno lavoro a circa 150mila, ha spiegato Alesse. E scusate se è poco, aggiungiamo noi. Ma l'occasione è servita anche per ricordare che la legge offre facoltà allo Stato di concedere ai privati l'esercizio dell'attività di gioco e di scommesse, attraverso una riserva statale che “nasce dalla consapevolezza che il mercato del gioco pubblico presenta alcuni potenziali punti negativi che necessitano come tali di essere attenzionati e corretti."
Con la tutela della salute pubblica che si pone al centro della regolamentazione del settore del gioco pubblico, bilanciando tuttavia il fondamentale diritto alla salute con “l'altrettanto rilevante diritto all'iniziativa economica privata, anch'esso di derivazione costituzionale”, ha aggunto ancora Alesse.
Ricordando come l'esigenza di raggiungere questo punto di equilibrio sia percepita anche nel diritto dell'Unione Europea, dove le istituzioni dei singoli stati membri vengono invitati a vigilare affinché le normative di settore non oltrepassino i limiti posti dalla tutela della salute. E a proposito di regolamentazione europea, il direttore di AdM ha anche sapientemente rimarcato il ruolo del nostro paese a livello internazionale proprio nella regolamentazione del gioco di Stato, rivelandosi una vera e propria avanguardia (almeno, così è stato fino all'introduzione del decreto Dignità, che ha fatto vacillare l'intero impianto). Tutto questo, dunque, ha avuto il merito di posizionare ulteriormente il comparto del gioco pubblico agli occhi della politica e degli stakholder istituzionali, dando quindi seguito a quell'operazione avviata nei mesi precedenti con l'Italian Gaming Expo & Conference (Ige) di Roma, che aveva presentanto l'industria del gaming in una nuova veste per gli interlocutori esterni alla filiera, riunendo anche il mondo accademico oltre a quello istituzionale.
Ma l'evento di AdM ha avuto anche un altro merito, non secondario, che è quello di fare il punto sulle reali necessità del comparto e della sua regolamentazione, proponendo un nuovo momento di riflessione e confronto generale. Mettendo anche insieme punti di vista ed esigenze diverse, come quelle del terzo settore e degli enti locali. Suggerendo quindi una sintesi che sarà ancora più preziosa in fase di riorganizzazione dei giochi, come quella che si va delineando nelle prossime settimane, in seguito ai lavori avviati in Agenzia, su invito del legislatore nazionale che ha aperto il cantiere delle riforme, prima sull'online, ma anche sul gioco fisico. Nonostante le criticità insite nella separazione dei due canali: ma è pur sempre un avvio. Per quanto inspiegabilmente duplice, ma tant'è. “L'impegno a riformare profondamente il gioco pubblico è rappresentato dalla legge delega per la riforma fiscale – ha spiegato nei dettagli Alesse - la quale ha individuato importanti principi e criteri direttivi da declinare nei diversi decreti legislativi di attuazione della delega. Un'operazione quest'ultima che vede l'agenzia interpretare un ruolo chiave di soggetto chiamato a prestare opportuno supporto nella redazione dei complessi decreti”.  Alla riforma dei giochi a distanza che verranno affidati in concessione a seguito di gara da indire “entro la fine di quest'anno”, si sta affiancando una revisione del gioco fisico che vede come punti focali oltre al contrasto di legalità anche il dare una risposta alle sfide poste dalle nuove tecnologie, come intelligenza artificiale e metaverso. Provando quindi a guardare avanti, una volta tanto, e ad aprire le porte al futuro e alla tecnologia. Ma soprattutto è importante sottolienare la necessità di riordino del territorio e il superamento della Questione territoriale che il direttore generale ha espressamente sottolineato, spiegando che "Nell'ambito del gioco fisico emerge con forza anche una maggiore esigenza di interlocuzione istituzionale che conduca all'adozione di scelte uniformi a livello nazionale riferite sia alla dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco, sia le procedure di abilitazione all'erogazione della medesima offerta. Porre fine ad una legislazione eccessivamente diversificata significa in concreto rimuovere uno dei maggiori ostacoli all'elaborazione dei bandi di gara per la concessione del gioco pubblico su rete fisica, con evidenti benefici in termini di stabilità del settore, dando un maggior livello di certezza gli operatori che vorranno investire nel medio e nel lungo periodo". Per poi lasciare ai dibattiti tecnici la possibilità d i esplorare e spiegare a fondo le ragioni di un tale intervento, sempre più urgente, e non solo necessario, si potrebbe aggiungere ora.
Come ha ribadito il numero uno di AdM, il nuovo contesto tecnologico nel quale siamo immersi implica il rafforzamento del perimetro di legalità al cui interno l'interconnessione tra concessioni fisiche e online assume un rilievo strategico. E proprio per tale ragione, è opportuno procedere con il riordino generale del comparto e non solo di una parte di esso. Ma serviva prima di tutto che di queste esigenze si rendessero bene conto tutte le parti coinvolte, anche al di fuori degli addetti ai lavori. Ben vengano quindi gli Stati generali, soprattutto se a seguirli saranno le opportune riforme.

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