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2025: comunque vada sarà un fermento

07 gennaio 2025 - 13:15

Si apre una nuova stagione per il gioco pubblico che sarà caratterizzata da grandi cambiamenti normativi ma anche, probabilmente, da un grande contenzioso.

(Foto: Weighting on table. Free public domain CC0 photo)

(Foto: Weighting on table. Free public domain CC0 photo)

Sarà un anno di trasformazione e non solo di grandi speranze, come abbiamo già avuto modo di segnalare. Visto che potrebbe essere anche l'anno delle riforme, che tutti attendono, e da troppo tempo. Sta di fatto, tuttavia, che il 2025 è già iniziato e quello che ha già lasciato intendere è che sarà anche un anno di grande fermento. Nel bene e nel male. Sì, perchè oltre alle diverse (e importanti) dinamiche di mercato, accompagnate da quelle legislative, ci saranno con tutta probabilità anche una serie di contenziosi, destinati a lasciare il segno, nei prossimi dodici mesi, e sul futuro più in generale. Sono tante e varie (e, diciamolo pure, decisamente troppe) le questioni aperte e oggetto di diatribe nella filiera: a partire dalla (mancata) regolamentazione dei Pvr (Punti vendita ricariche), che attende il verdetto del Tribunale amministrativo del Lazio nelle prossime settimane, che potrebbe avere conseguenze significative sul settore dell'online ma anche su quello del retail. Senza contare, poi, l'altro possibile contenzioso che potrebbe (dovrebbe?) scaturire dal repentino aumento della tassazione sulle scommesse sportive imposto dal governo in extremis, a pochi giorno dalla chiusura dei lavori della Manovra di bilancio ma soprattutto a poche ore dall'emanazione del bando di gara per il rinnovo delle concessioni di gioco online. E a proposito di bandi: ci sarà da divertirsi anche nel vedere gli sviluppi che porteranno al rinnovo della concessione del gioco del Lotto, rispetto alla quale i movimenti saranno interni all'industria, ma anche in questo caso potrebbero portare a notevoli sconvolgimenti, soprattutto a livello di bilanciamento del mercato e di competizione.
In questi mesi, però, dovranno esserci anche altri importanti aggiornamenti nel settore, rispetto alle varie tematiche irrisolte che non potranno continuare a rimanere tali. Vale per il riordino del gioco terrestre, ancora oggetto di discussione in sede di Conferenza unificata e ancora apparentemente lontano dal raggiungimento di una sintesi tra governo e Regioni, ma che non potrà essere ulteriormente procrastinato, dovendo essere risolto entro la fine dei tempi previsti dalla legge delega. Ma entro o fuori a questo iter di riforma, dovrà risolversi anche la questione relativa alla pubblicità dei giochi, che si sta rivelando sempre più una sorta di commedia all'italiana più che una forma di regolamentazione. Dopo il diktat (assurdo) imposto dal governo Conte 1 con il celebre decreto Dignità del 2018 e i molteplici guai causati dalla sua applicazione, non solo all'interno dell'industria – pensando alle società sportive o agli eventi culturali – nei mesi scorsi a (ri)trattare parzialmente l'argomento è stato il decreto legislativo sul gioco online introdotto dall'attuale governo Meloni, il quale nel ridefinire le regole di mercato, ha pensato bene di riaprire le maglie delle restrizioni pubblicitaria parlando di un obbligo di campagne di comunicazione su gioco responsabile da parte dei concessionari, ma senza mai citare il precedente divieto previsto dal Dignità. Col risultato che, ad oggi, si hanno due norme primarie di pari grado e valenza giuridica, che devono necessariamente coesistere, per quanto assurdo possa apparire. Creando ulteriore scompiglio e maggiore incertezza proprio alla luce di una gara di estremo valore, sia per l'industria che per l'Erario. Ecco perché il legislatore nazionale dovrà necessariamente intervenire, e a breve, anche su questa materia. O in alternativa sarà un suo supplente a doverlo fare, come potrebbe essere l'Autorità garante delle comunicazioni, aggiornando le attuali Linee guide che hanno disciplinato fino ad oggi le restrizioni pubblicitarie. 
Insomma, ciò che è certo è che anche quest'anno, ne vedremo delle belle: e anche questa volta non sarà una stagione semplice, per gli addetti ai lavori dell'industria. Ma questa, purtroppo, non è affatto una novità.

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