Arrestato il fondatore di Telegram: tra le accuse il gioco illegale
Le autorità francesi arrestano il fondatore di Telegram, Pavel Durov, all’aeroporto di Parigi. Tra le accuse attività di gioco illegale legata a partite truccate.
Traffico di stupefacenti, pedopornografia e anche promozione del gioco illegale attraverso canali legati ai risultati delle partite truccate. Sono queste alcune delle accuse che la giustizia francese ha mosso a Pavel Durov, fondatore e presidente di Telegram, app di messaggistica istantanea e broadcasting che da tempo sta facendo concorrenza a WhatsApp.
Nella giornata di ieri l’imprenditore russo è stato infatti fermato dalla gendarmeria francese all’aeroporto di Bourget a Parigi una volta sceso dal suo jet privato. Il fermo è stato condotto dalle forze dell’ordine transalpine in quanto Durov è ritenuto complice dall’autorità francese di diverse attività illegali.
Tra queste ci sarebbe anche l’attività di gioco illegale legata soprattutto alle partite truccate e al calcioscommesse. Prima di entrare nel dettaglio però cerchiamo di capire come funziona l’applicazione e cosa ha permesso il proliferare di diverse attività illegali, tra cui quelle che abbiamo citato. Cominciamo col dire che Telegram è un servizio di chat gratuito che consente di mettersi in contatto con altri utenti
La differenza reale rispetto a WhatsApp è che, oltre alla possibilità di chattare gratuitamente, permette di iscriversi a dei canali, in alcuni dei quali sono presenti anche migliaia di utenti. Un’operazione piuttosto semplice visto che è possibile trovare i gruppi di interesse attraverso la barra di ricerca e una volta entrati è possibile entrare in contatto con gli utenti che vi fanno parte anche senza possederne il numero di telefono.
Tutto questo rende più facile acquisire nuovi utenti anche per chi opera in mercati tutt’altro che leciti. E infatti non solo soltanto gli spacciatori a poter utilizzare questo mezzo, perché in base a quanto rivelato da alcune inchieste, su Telegram sono presenti dei canali, peraltro molto numerosi, all’interno dei quali vengono proposti i risultati delle partite truccate.
Lo scorso anno infatti veniva pubblicata su La Stampa un’inchiesta che spiegava nel dettaglio quanto fosse facile iscriversi a questi canali e soprattutto quanto fosse facile mantenere l’anonimato. Una caratteristica che ha attratto anche Vip e soprattutto quei calciatori che in seguito finiti nel mirino della Procura di Torino per aver utilizzato siti illegali.
Ora, tornando ai fatti di cronaca, il magistrato francese ha posto Durov sotto una custodia cautelare di quattro giorni e al termine di questo tempo si saprà se verrà incriminato o se questa verrà estesa a un tempo più prolungato. Resta il fatto che le accuse sono molto pesanti e le autorità francesi lo ritengono complice di molte delle attività che abbiamo descritto, tra cui quella legata alle partite truccate. Su questo pesa anche l’assenza di un sistema di moderazione dei contenuti.