Gioco, gli operatori: 'Garantire regole corrette ed equilibrate'
Così come in Italia, anche nel Regno Unito l'industria del gioco rappresentata da Bgc chiede una 'regolamentazione corretta, equilibrata e proporzionata'.
“Le scommesse dovrebbero essere trattate come il tabacco, che è intrinsecamente e universalmente dannoso per tutti, o dovrebbe essere trattato più come l'alcol, qualcosa di cui fanno suo milioni di persone e di cui la stragrande maggioranza è in grado di godere responsabilmente, ma nei confronti del quale purtroppo una piccola minoranza può avere un problema e, nella maniera più estrema e casi terribili, può essere una dipendenza?”.
A domandarselo - e a chiederlo anche anche al Governo – e l'associazione rappresentativa dell'industria britannica del gioco, il Betting and gaming council (Bgc), con una nota firmata dal Ceo Michael Dugher, ex Segretario di Stato ombra per il Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport.
In sostanza, se vuoi che le scommesse vengano trattate come l'alcol, hai bisogno di un approccio normativo severo che impedisca ai giovani di accedervi, che garantisca una pubblicità responsabile e rigorosamente regolamentata, che debba fare di più per educare meglio le persone e aumentare la consapevolezza dei pericoli. Se tratti le scommesse come il tabacco, questo ti porta alla lista dei desideri della lobby anti-scommesse che vuole dire alle persone cosa dovrebbe essere autorizzato a spendere, oltre a vietare qualsiasi cosa, dalla pubblicità, alle sponsorizzazioni sportive e persino alle offerte ai consumatori”, si legge ancora nella nota.
“Ed è qui che inizi anche ad entrare nel vivo dell'atteggiamento nei confronti delle scommesse. Indubbiamente, c'è uno snobismo strisciante che entra in questo dibattito. Un recente editoriale del Times lamentava che le scommesse stavano diventando 'socialmente accettabili' (si può solo presumere che il Times pensi che le scommesse siano socialmente inaccettabili). Un editorialista del Sunday Times ha anche notato di recente di 'non aver mai compreso il fascino del gioco d'azzardo'. Abbastanza giusto. Ognuno per conto suo. Ma poi ha trascorso 18 paragrafi nel tentativo di insegnare ai suoi lettori quali cambiamenti dovrebbero essere apportati per i milioni di persone per le quali le scommesse sono allettanti e davvero divertenti.
Ci sono sempre opinioni estreme in ogni dibattito. Un parlamentare alla manifestazione contro il gioco d'azzardo ha persino paragonato le società di scommesse regolamentate a 'spacciatori di droga' e detto che il gioco d'azzardo era come 'un piccolo sacchetto di eroina'. È passato un po' di tempo da quando ho combattuto per un'elezione, ma non sono sicuro che si possa avere successo paragonando milioni di elettori a cui piace una scommessa, nel Red wall (termine usato nella politica britannica per descrivere un insieme di collegi elettorali in Inghilterra e Galles, principalmente nelle Midlands, nell'Inghilterra settentrionale e nel Galles nord-orientale, che storicamente tendeva a sostenere il partito laburista, Ndr) o altrove, come un gruppo di cretini.
Ma la disinformazione, purtroppo, viene anche da persone che dovrebbero conoscere meglio il tema. Di recente si è verificato un incidente imbarazzante in cui Nhs England (il sistema sanitario nazionale inglese, Ndr) ha dovuto modificare il proprio comunicato stampa perché affermava che lo 0,5 percento della popolazione adulta, circa 2,2 milioni di persone, 'è probabile che abbia una qualche forma di dipendenza dal gioco'. Se fosse vero, ciò metterebbe la popolazione del Regno Unito a circa 400 milioni, non la sua dimensione effettiva di circa 67 milioni. Nuovi dati ufficiali rilasciati dalla Gambling Commission il mese scorso hanno effettivamente mostrato che i tassi di gioco d'azzardo problematico erano in diminuzione, attestandosi, secondo l'autorità di regolamentazione, allo 0,3 percento, in calo rispetto allo 0,6 percento di 18 mesi fa. Ciò equivale a 340.000 giocatori problematici fino a 170.000. La verità è che il numero, sebbene basso per gli standard internazionali, è ancora troppo alto, motivo per cui dobbiamo rivolgere più aiuto ai giocatori problematici e a quelli a rischio.