Napoli - “Abbiamo un punto di osservazione importante, che può aiutare la Regione a calibrare le iniziative da mettere in campo e a verificare la loro utilità concreta. Sicuramente, è una bella esperienza che si integra con quella della legge regionale per la presenza degli psicologi nelle strutture sanitarie pubbliche”.
Parole pronunciate dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, alla presentazione delle attività dell’Osservatorio regionale sul Disturbo da gioco d’azzardo, tenutasi oggi 22 maggio a Napoli.
Nella prevenzione del Dga, secondo De Luca, hanno un ruolo particolare i gestori delle attività di gioco, indicati come “terminali sui territori che aiutano a individuare i soggetti afflitti dal gioco patologico e a escludere dalle location di gioco i minori. Dai gestori quindi può e deve venire un contributo importante per evitare che il problema dilaghi”.
Per il governatore bisogna avere una “posizione realistica e ragionevole, visto che quello del gioco non è un fenomeno che si cancella dalla mattina alla sera, o con un appello alla virtù” e che “muove interessi enormi” a livello locale e ovviamente erariale.
Un altro ruolo importante nel contrasto al gioco patologico lo rivestono, o almeno dovrebbero rivestirlo i Comuni, ma nella redazione e nell'attuazione dei “Piani di zona spesso si riscontrano grandi ritardi, o assenze, in relazione a questo tipo di dipendenza, come accaduto anche nei confronti dell'alcolismo. Servono quindi degli sforzi in più da parte dei responsabili dei Piani di zona, vanno messi in campo progetti integrati, e risorse per governare il fenomeno”.
De Luca quindi cita l'esempio positivo rappresentato dal centro di assistenza per le dipendenza di Vallo di Diano (Sa) dove vengono accolti “soggetti dipendenti da gioco, droghe, alcol, che svolge un lavoro di recupero straordinario, e raddoppierà il numero dei posti letti quest'estate” e richiama una necessità: quella di promuovere un'appropriata “campagna di informazione, preparando il materiale necessario in base all'esperienza fatta sul campo. Questo tema resta ancora sottotraccia, il problema è drammatico; credo che il 90 percento dei genitori non abbia padronanza delle nuove tecnologie, né dei nuovi meccanismi che possono determinare fenomeni di dipendenza nei minori. Perciò, è importante diffondere una campagna di informazione per rendere noto che c'è questo pericolo, per favorire un controllo in più da parte delle famiglie, per renderle consapevoli – così come le istituzioni pubbliche – del problema”.