Prosegue lo speciale di GiocoNews sulle osservazioni presentate dalle associazioni di rappresentanza dell'ippica in seguito alla riunione tenutasi al ministero dell'Agricoltura il 14 febbraio dedicata alle circolari di programmazione del trotto e del galoppo, poi pubblicate nel tardo pomeriggio del 16 febbraio.
Dopo il punto di vista di alcuni rappresentanti del trotto, ecco le posizioni espresse da alcuni esponenti del galoppo.
Cominciamo da Isabella Bezzera, presidente dell'Anac - Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue: “Io non ero presente alla riunione del 14, ma lo ero alla seduta della Consulta del 12 nella quale si sarebbero dovuti esaminare i criteri di programmazione per il galoppo, ma non c'è stato tempo, perché l'attenzione si è concentrata su quelli per il trotto.
I punti fondamentali in realtà sono stati già visti tre volte, nella bozza c'era quanto chiesto da noi come allevatori dell'Anac e come Ang – Associazione nazionale galoppo: l'aumento del 10 percento – con il passaggio dal 60 al 70 percento - del premio aggiunto al proprietario per i cavalli purosangue di 2 e 3 anni, lasciando invariata la percentuale per i 4 e 5 anni, visto che in questo momento l'allevamento è in condizioni precarie.
I proprietari scarseggiano non potendo contare su pagamenti solleciti, investire è difficile, comprano meglio all'estero: in Italia l'Iva è al 22 percento, all'estero c'è più scelta e l'Iva è a zero con l'importazione.
Questo 10 percento in più di premio al proprietario che abbiamo chiesto sarebbe un bel segnale da parte del ministero dell'Agricoltura a sostegno della parte agricola vera del comparto ippico, che è quella dell'allevamento.
Tutti i sistemi ippici hanno alla base l'allevamento.
In Francia il premio aggiunto per i cavalli francesi è all'80 percento.
Noi abbiamo chiesto di elevare tale percentuale dal 60 al 70 percento; in un primo momento sembrava possibile. Poi ci è stato detto che non si può fare, perché costa troppo.
Per questo abbiamo scritto una lettera al ministero, non chiedendo qualcosa per l'orticello degli allevatori, ma per l'allevamento italiano.
Il premio aggiunto serve a spingere l'acquisto di cavalli italiani, spinge a far funzionare l'allevamento italiano. E tale denaro a cascata va ai proprietari, agli allenatori, ai fantini, in parti percentuali.
Non viene richiesto per gli allevatori, ma per l'allevamento nazionale, e credo che il Masaf debba sostenerlo.
L'Anac ha fatto delle proiezioni basate sui dati, vedendo che questo aumento del 10 percento costerebbe poche centinaia di migliaia di euro rispetto al 2023.
Non si tratta di una cifra spropositata e credo che per il Masaf aiutare l'allevamento nazionale sia una priorità.
Abbiamo mandato una lettera per chiedere di considerare questo punto, altrimenti abbiamo il problema alle aste; l'Unione europea dice che l'Iva agricola deve essere ridotta entro il 31 dicembre di quest'anno, farlo darebbe impulso alle aste e farebbe tornare ad acquistare cavalli. Inoltre, con l'aumento del 10 del premio aggiunto ne beneficerebbe tutto il settore. Si tornerebbe a far coprire le fattrici, nascerebbero nuovi cavalli, verrebbe dato nuovo impulso all'allevamento. Auspico che ci possa essere un atto dal Masaf per far ripartire il segmento agricolo della filiera, visto che siamo tutti legati ad esso.
Parlando di allevamento, per far capire quanto è importante, il ministero dell'Agricoltura francese ha stimato che ogni cavallo che nasce porta con sé 1,8 unità lavorative come indotto.
L'allevamento poi vuol dire anche salvaguardia del territorio contro la cementificazione, l'abbandono.
Noi abbiamo visto che questo ministero si sta impegnando e gli chiediamo di prendere in considerazione le nostre proposte per la sopravvivenza del settore”.
L'associazione Nuovo galoppo Italia da parte sua commenta: “Come associazione abbiamo ritenuto di evidenziare un principio che in questi ultimi anni, secondo noi, è stato disatteso, ovvero quello di dare stabilità al mercato cioè a coloro che acquistano giovani cavalli (yearling).
Per pragmatizzare il principio abbiamo chiesto ed ottenuto che tutti gli ippodromi italiani organizzino corse riservate a cavalli di due anni, anche gli ippodromi minori, per ricreare in essi quel virtuoso mercato di cavalli che non ha potuto trovare spazio in impianti più selettivi. La nostra istanza è stata accolta e di questo siamo fieri.
Per la stessa ragione abbiamo richiesto una tutela del cavallo di tre anni sempre al fine di portare serenità e stabilità al settore; purtroppo, nonostante la disponibilità del Masaf e delle società di corse il confronto non è stato, a nostro avviso, sereno e cordiale e quindi non è stato possibile esporre il principio in modo sufficientemente convincente.
Riteniamo che altri sarebbero stati i punti da modificare, ma in questo momento, a nostro avviso, il mondo del galoppo non ha ancora percepito gli errori del passato e non è ancora pronto ad affrontare temi importanti di cambiamento.
Tale cecità ha contribuito a creare un monopolio che sta danneggiando sensibilmente il mondo ippico e ci ha portato ad essere gli ultimi in Europa.
La notizia di grande interesse è la posizione assunta dal Masaf attraverso il direttore generale, Remo Chiodi ed il sottosegretario La Pietra, che non si prestano più, come è successo in passato, a firmare documenti importanti senza prima averli discussi”.
L'Associazione nazionale galoppo non ha rilasciato commenti.