Nelle Marche il mese di settembre si apre con una rinnovata attenzione verso il Piano regionale per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio dal gioco d’azzardo patologico (Gap) e da nuove patologie e social network (dipendenze digitali), protagonista delle sedute Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche di martedì 3 settembre e della commissione Sanità del 10 settembre, dopo il sì di luglio.
Il Piano 2019-2021, su iniziativa della giunta regionale, si propone di dare seguito al Piano 2017-2018 non pienamente realizzato a causa del blocco dei relativi finanziamenti ministeriali nel corso del 2018. Conseguentemente, non c'è stato neppure il pieno utilizzo delle risorse investite, interamente anticipate con il fondo regionale sanitario indistinto, pari a 2.623.850 euro, a causa della prolungata indisponibilità del fondo nazionale vincolato determinata dal ricorso del Codacons.
LA NUOVA PROGRAMMAZIONE GAP 2019-2021 – Il Piano, per cui sono stati stanziate risorse per circa 1 milione e 878mila euro all'anno fra il 2019 e il 2021, si propone di “informare e sensibilizzare con gli strumenti ed i linguaggi più idonei gli studenti di tutto il percorso scolastico (dalla scuola materna agli istituti secondari di II grado), i docenti e i genitori con incontri nelle scuole, di sensibilizzare i soggetti non più in età lavorativa ad arricchire la loro quotidianità con una serie di stimoli diversificati (sociali, ricreativi culturali, ludici), evitando di incorrere in forme di gioco d’azzardo, di promuovere la conoscenza sulla rete dei Servizi da parte degli operatori portatori di interesse (personale Servizi socio-sanitari, medici di medicina generale e pediatri libera scelta, esercenti, forze dell'ordine”, attraverso una campagna informativa multimediale regionale. Sono altresì previsti incontri pubblici (anche sotto forma di laboratori esperienziali) per promuovere situazioni ludico-ricreative, sia individuali, sia di gruppo per stimolare le persone alla ricerca di condizioni di benessere psicofisico, alla conduzione di pratiche sane di gioco, alla gestione proficua del tempo libero. Di pari passo, fra gli obiettivi c'è ovviamente la tutela dei giocatori problematici e patologici tramite la diffusione di “informazioni sull’offerta di servizi e sulle possibilità di cura attraverso, il miglioramento dei processi di accesso al trattamento, l'aumento delle prese in carico, un servizio di ascolto telefonico, una campagna informativa multimediale regionale, la creazione di una rete regolata da protocolli di collaborazione per offrire, oltre alla cura, servizi di assistenza e di tutela economica, legale e finanziaria anche come strumento di contrasto all’usura”. Vanno infatti garantiti e qualificati “processi di diagnosi e cura, attraverso una equipe dedicata, con interventi multidisciplinari verso giocatori e loro familiari attraverso la creazione, formazione e aggiornamento di équipe qualificata, la predisposizione di interventi domiciliari oltre che ambulatoriali, la stesura di un protocollo operativo ad hoc”. Il progetto di cura inoltre andrà sostenuto “con interventi di tipo riabilitativo e di reinserimento nel tessuto relazionale e lavorativo”, l'offerta di “ un trattamento riabilitativo residenziale e semi-residenziale (per fasce orarie in giorni feriali e fine settimana intensivi)” e con la costruzione di “una rete di cura che usi le migliori pratiche, i nuovi strumenti tecnologici (Tms e Vr) e metodi di ricerca-azione presenti sui territori dei cinque dipartimenti delle Dipendenze patologiche” regionali. Il Piano infine si propone di monitorare e studiare a livello regionale tanto le dipendenze da gioco che quelle digitali, con la valutazione degli interventi di prevenzione attuati, la raccolta di dati, informazioni e criticità sull'efficacia degli interventi di informazione, educazione, sensibilizzazione, prevenzione, delle azioni dei Comuni per ridurre l’offerta del gioco (regolamenti sulle distanze dei punti di raccolta del gioco dai luoghi sensibili). Il tutto accompagnato dalla formazione e dall'aggiornamento degli operatori delle reti territoriali e dei portatori d’interesse (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, polizie locali, esercenti), degli operatori delle équipe dedicate, garantendone la supervisione periodica, e anche con l’uso dei nuovi strumenti di cura per il Gap (stimolazione transcranica e realtà virtuale)”.
LA DIFFUSIONE DEL GIOCO NELLE MARCHE – Il Piano proposto dalla Giunta è utile anche per fare il punto sulla diffusione del gioco nella regione oltre che per quantificare l'incidenza del gioco patologico. Nel 2018 la Regione Marche infatti ha siglato una convenzione con il Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di Fisiologia Clinica per effettuare una ricerca sulla diffusione del gioco d’azzardo nelle Marche, attraverso l’invio di 8.650 questionari a residenti in 25 comuni delle Marche (studio Gaps – Gambling Adult Populatio Survey). Il rapporto della ricerca evidenzia che nel 2018 nelle Marche ha giocato il 40,9 percento della popolazione di età compresa tra 15 e 74 anni. In linea con il dato nazionale, il genere maschile mostra una maggiore attrazione per il gioco. Il gioco maggiormente praticato è il Gratta&Vinci, che ha coinvolto l’81,1 percento di coloro che hanno giocato nell’anno. Seguono il Superenalotto (34,8 percento), il Lotto (28,2 percento) e le scommesse sportive (25 percento). Per il 2,9 percento dei giocatori il profilo di gioco risulta essere a rischio severo. Nelle Marche si osserva una maggiore polarizzazione dei comportamenti di gioco rispetto al dato nazionale. La percentuale di giocatori non a rischio è più alta che nel resto d’Italia così come lo è la percentuale di giocatori a rischio severo.
GRADI E PERCEZIONE DEL RISCHIO – Quanto ai gradi di rischio, sulla base del Canadian Problem Gambling Index (CPGI - Ferris & Wynne, 2001a; b), test di screening adattato e validato a livello nazionale (Colasante et al., 2013), lo studio Gaps rivela che il 9,7 percento (14,4 percento a livello nazionale) dei giocatori nelle Marche ha un comportamento definibile “a rischio minimo”, mentre il 3,2 percento (5,5 percento a livello nazionale) risulta “a rischio moderato”. Lo studio evidenzia inoltre che per il 2,9 percento (2,3 percento a livello nazionale) dei giocatori il profilo di gioco risulta essere “a rischio severo”. Nelle Marche si osserva una maggiore polarizzazione dei comportamenti di gioco rispetto al dato nazionale. La percentuale di giocatori non a rischio è più alta che nel resto d’Italia così come lo è la percentuale di giocatori a rischio severo.
Quanto alla percezione del rischio, il 40,3 percento dei giocatori delle Marche afferma di essere rimasto in pari, il 49,7 percento è in rosso, mentre il 10,1 percento è in attivo. Nelle Marche si osserva una più alta percentuale di giocatori che affermano di essere rimasti in rosso e una più bassa percentuale di giocatori in pari o in attivo rispetto al dato nazionale.
PERSONE IN TRATTAMENTO PER GAP PRESSO I SERVIZI DELLE MARCHE - Complessivamente nel 2018 le persone in carico al Servizio sanitario regionale per problemi di Gap e dipendenze digitali sono 478, di cui 25 per dipendenze digitali.