Un invito ad "ampliare la rete distributiva dei biglietti della Lotteria Italia, estendendola a tutti i punti di gioco lecito, tra i quali cita le sale Bingo, al fine di consentire allo Stato di raccogliere maggiori risorse nella legalità". È la proposta formulata da Luciano D’Alfonso (Pd-Idp) nell'ambito della discussione, in commmissione Finanze della Camera, sullo Schema di decreto ministeriale per l’individuazione delle manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali da effettuare nell’anno 2023.
Lo Schema ha ottenuto il parere favorevole delle commissione al termine di un dibattimento nel corso del quale sono stati ribaditi alcuni dei dati riportati anche nel Dossier presentato qualche giorno fa dal Centro studi del Senato, trasmesso al Senato dal ministro dell'Economia e delle finanze per l'acquisizione del parere parlamentare.
Il relatore, Stefano Giovanni Maullu (FdI), ricorda infatti "la decisa diminuzione delle spese che si riscontra a partire dal 2018", riconducibile "all’assenza nel tagliando della Lotteria Italia del premio della lotteria istantanea abbinata (gratta e vinci) che nelle edizioni del 2017 e del 2016 ha pesato rispettivamente per 11.389.800 e 11.647.080 euro". E aggiunge che "nel 2022 il saldo tra l’incasso derivante dalla vendita dei biglietti (30.068.325 euro) e le spese sostenute (5.611.325) è pari a 24.457.000 euro", ricordando che "tale importo è diviso al 50 per cento tra l’utile erariale e la corrispondente quota da destinare a massa premi (entrambi pari a 12.228.500 euro). Il risultato economico finale dell’edizione del 2022 dato dall’utile erariale (12.228.500 euro) più il rimborso delle spese generali di gestione (601.366,50 euro), a cui va sottratta l’integrazione massa premi a carico del bilancio dello Stato (3.982.500 euro), è di 8.847.366,50 euro (10.381.977,10 euro nel 2021 e 6.202.417,70 nel 2020)".
Nell'unico intervento effetutato dai commissari è Luciano D’Alfonso dunque a chiedere lumi sulla distribuzione dei tagliandi della Lotteria Italia, consigliando che questa "venga effettuata presso tutti i punti di raccolta del gioco pubblico, rappresentati non solamente da Lottomatica, ma da una più ampia rete, capillare sul territorio nazionale. Sottolinea quindi il significativo importo che lo Stato ricava dal gioco lecito – pari a 14 miliardi di euro annui – di gran lunga superiore, per esempio, a quelle che si ricavano dallo sfruttamento dei beni demaniali, che sono state quantificate, nel corso dell’audizione del direttore dell’Agenzia del demanio svolta nella giornata di ieri, in 5 miliardi di euro annui". E invita infine, come accennato, "ad ampliare la rete distributiva dei biglietti della Lotteria Italia, estendendola a tutti i punti di gioco lecito, tra i quali cita le sale Bingo, al fine di consentire allo Stato di raccogliere maggiori risorse nella legalità".
Prima di approvare la proposta di parere favorevole del relatore il presidente della commmissione, Marco Osnato, ricorda che "è stata programmata presso la Commissione Finanze un’audizione del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, e che in quella occasione potranno senz’altro essere approfondite le modalità di individuazione dei soggetti abilitati alla vendita dei biglietti della Lotteria Italia".